Dalla scultura del Rinascimento alle avanguardie del Novecento, l’arte che fotografa l’arte e la fotografia che diventa arte
L’arte che fotografa l’arte: potremmo riassumere così la nuova esposizione che si apre oggi al Museo Casa Rusca a Locarno: curata da Rudy Chiappini, l’esposizione ‘Aurelio Amendola. Visti da vicino’ esplora le due passioni del fotografo italiano, il cui obiettivo ha ritratto i più importanti esponenti delle avanguardie del Novecento e fotografato alcune tra le più note sculture del Rinascimento italiano. Da Roy Lichtenstein e Alberto Burri a(lle opere di) Canova e Michelangelo, insomma.
Il fil rouge dell’esposizione, che comprende un’ottantina di scatti, è l’atelier, luogo privato che rispecchia la personalità e l’estro dell’artista nel quale Amendola è riuscito a entrare conquistandosi la fiducia degli artisti, diventando (è il caso ad esempio di Burri) amico fraterno. Sguardi inediti su Giorgio de Chirico, Emilio Vedova, Hermann Nitsch, Andy Warhol. Per la scultura, avremo soprattutto Michelangelo: Amendola è l’unico fotografo al mondo che ha ritratto la totalità delle opere di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.