Ticino

Apprendistati ed esame di cultura generale, Berna fa dietrofront

Il test finale rimarrà, dopo le critiche emerse dal mondo della scuola e della politica durante la consultazione: ai Cantoni decidere se scritto o orale

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(Ti-Press)
28 febbraio 2025
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Dopo tanta polemica, il Consiglio federale ha fatto marcia indietro. Contrariamente a quanto previsto, infatti, l'esame finale di cultura generale negli apprendistati sarà mantenuto anche in futuro. Lo ha annunciato ieri la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione (Sefri) in una nota. Nel quadro della revisione delle prescrizioni minime per l'insegnamento della cultura generale, in corso da diversi anni, la Sefri aveva proposto di sopprimere l'esame finale orale o scritto. Per calcolare la nota sarebbero stati mantenuti unicamente i voti dei test periodici e quello del lavoro finale. Durante la procedura di consultazione svoltasi lo scorso anno sulla riforma (che non concerne unicamente l'insegnamento della cultura generale), l'unico punto controverso è stato la soppressione dell'esame. Nelle intenzioni della Sefri, questo avrebbe dovuto essere sostituito da un esame orale di 30 minuti sul lavoro finale. Tra polemiche partitiche e non, la Sefri ha quindi riesaminato la questione e, come proposto lo scorso 11 febbraio dalla Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura degli Stati (Csec-S), ha proposto di mantenere l'esame e di lasciare ai Cantoni la facoltà di sceglierne la forma.

Capofila della battaglia è stato il Plr, sia a livello federale sia a livello cantonale con anche un atto parlamentare. Il presidente Alessandro Speziali, raggiunto da ‘laRegione’ per un commento, sottolinea che «è una marcia indietro positiva, perché quanto voleva far la Sefri era problematico per noi, ma anche per tutto un mondo della scuola emerso durante la consultazione. Bene anche che il Consiglio federale si sia dimostrato permeabile alle critiche, che son state costruttive, argomentate e per niente strumentali». Di riflesso, prosegue Speziali, «mi piacerebbe che anche in Ticino quando ci sono critiche di questo tipo si ragionasse come Berna e alcune decisioni siano riviste». Per Speziali, nella scuola, «ogni tanto ci son circoli ristretti che hanno in mente un certo tipo di approccio, cercano di imporre quella visione che però incontra molte resistenze e non è la prima volta a livello federale che questo tipo di atteggiamento trova ostacoli: non è una battaglia di retroguardia, ma qualcosa di nuovo non è per forza qualcosa di migliore». E, sibillino anzichenò, accennando alla recente sentenza del Tram con cui sono state annullate le nomine dei due capi in job sharing della Sezione dell'insegnamento medio superiore, Speziali dice che «c'è davvero tanto, tanto da imparare». In conclusione, però, il Plr «mantiene alta la guardia sugli eventuali progetti in cui si tende a pensare di eliminare le note. L'idea per cui bisogna eliminare dalla scuola ogni elemento di stress, impegno e prestazione non va bene. I momenti difficili, per qualcuno, son sempre da edulcorare e limare. Invece per noi sono formativi e aiutano a costruire l'adulto che quel ragazzo diventerà».

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