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‘La Confederazione taglia e per noi sono nuovi oneri’

Berna vuole risparmiare 2,5 miliardi per il 2025. Vitta: ‘Ci sarà una ripartizione finanziaria sfavorevole’. Oggi il Gran Consiglio discute il Preventivo

‘Aspettiamo maggiori dettagli per fare una valutazione’
(Ti-Press)
5 febbraio 2024
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Taglia il Cantone, taglia la Confederazione. Oggi in Gran Consiglio si apre la bagarre sul Preventivo 2024. Sui banchi del parlamento ci sono un traballante rapporto di maggioranza, due di minoranza e oltre sessanta emendamenti presentati da praticamente tutte le forze politiche. A incidere sulle finanze ticinesi dei prossimi anni sarà però anche la politica federale. Il governo nazionale ha fatto sapere, qualche settimana fa, di voler risparmiare 2,5 miliardi franchi nel 2025. Il Consiglio federale intende ridurre le spese nell’asilo, nelle assicurazioni sociali, ma anche nei politecnici o nei trasporti. E le conseguenze potrebbero ricadere direttamente sui Cantoni, chiamati a compensare di tasca propria i vuoti della Confederazione. Argomentando le ragioni che rendono necessario un risparmio, Berna parla di uscite in crescita a un ritmo nettamente superiore alla media per la previdenza sociale (Avs e riduzione individuale dei premi). A ciò si aggiunge la decisione del parlamento federale di aumentare gradualmente le spese per l’esercito. Inoltre, si stima una progressione costante delle uscite nel settore dell’asilo. Ne abbiamo parlato con il direttore del Dipartimento ticinese finanze ed economia Christian Vitta.

Il Consiglio federale ha di recente annunciato, riferendosi al Preventivo 2025 della Confederazione, una “correzione del deficit di oltre 2,5 miliardi di franchi per frenare la crescita delle uscite”. Come impatterà questa manovra sulle finanze del nostro Cantone?

Purtroppo le indicazioni che arrivano da Berna non sono positive per i Cantoni e quindi anche per il Ticino. Le misure messe in consultazione nel mese di giugno del 2023 prevedevano un impatto negativo per il nostro Cantone, per la sola misura della riduzione del ristorno dell’imposta federale diretta, di almeno 6 milioni di franchi. A questa si deve aggiungere l’impatto delle altre misure. Inoltre recentemente la Confederazione ha appunto presentato delle nuove misure che potremo valutare solo quando disporremo di maggiori informazioni. Quello che è però già certo è che si prospetta un travaso verso i Cantoni di nuovi oneri o compiti senza che gli stessi siano poi indennizzati. Ne potrebbe quindi conseguire una ripartizione finanziaria sfavorevole per i Cantoni già a partire dal 2025.

Questo piano di rientro prospettato da Berna è stato già discusso in seno alle conferenze dei direttori cantonali delle Finanze e dell’economia?

Con i colleghi degli altri Cantoni era stato possibile discutere le misure messe in consultazione nel mese di giugno 2023. Una valutazione delle misure appena annunciate dalla Confederazione la potremo fare appena disporremo di più dettagli. Già oggi vi è comunque preoccupazione per l’impatto che l’esercizio di riequilibrio finanziario portato avanti dalla Confederazione potrà avere sui Cantoni.

Quali allora delle misure annunciate dal Consiglio federale la preoccupano maggiormente come responsabile del Dipartimento ticinese delle finanze e dell’economia?

Tutte le misure sono fonte di preoccupazione. Una misura che ho avuto modo di valutare più da vicino è quella che prevede la riduzione del ristorno ai Cantoni della quota parte dell’imposta federale diretta.

Il pacchetto federale finirà per rendere ancor più difficoltoso il raggiungimento del pareggio dei conti cantonali entro la fine del 2025 come da Decreto Morisoli?

Sicuramente i possibili nuovi oneri che arriveranno dalla Confederazione sui Cantoni non aiutano. Inoltre, il prospettato peggioramento del Preventivo 2024 ci allontana dalla possibilità di raggiungere già nel 2025 il pareggio dei conti. In ogni caso il percorso di rientro deve essere seguito tenendo conto del meccanismo costituzionale del freno ai disavanzi che prevede comunque di dover raggiungere l’equilibrio dei conti nei prossimi anni.

Restando al Ticino, il Consiglio di Stato ha annunciato per il 2025 una seconda manovra di risparmi per poter agguantare il citato pareggio, forse ancora più pesante di quella per il 2024. Come governo state già ipotizzando degli scenari? Si profilano tagli lineari o aumenti di imposta, come teme qualcuno, comunque contrari allo spirito del Decreto Morisoli avallato dai cittadini?

Per stabilire degli scenari precisi dobbiamo poter disporre di un Preventivo 2024 approvato che ci indichi quali delle misure previste nel messaggio del governo potranno essere attuate. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di evitare tagli lineari. Tuttavia ciò non potrà purtroppo essere evitato se, con riferimento alle singole misure, vi saranno anche in futuro veti incrociati fra le parti senza che vi siano misure mirate di compensazione. Ma anche nel caso in cui si dovesse procedere con dei tagli lineari ci saranno discussioni e tensioni in quanto si vanno a toccare i vari ambiti di attività dello Stato. Per quanto riguarda il coefficiente di imposta, un suo aumento non è oggi un’ipotesi del governo.

Del Preventivo 2024 del Cantone si conosceranno le sorti a breve, quando a pronunciarsi sarà il plenum del Gran Consiglio. Tre rapporti, di cui uno con una maggioranza tutt’altro che compatta. Teme un prolungamento della gestione provvisoria? In tal caso con quali conseguenze per le finanze e l’economia del Cantone?

L’equilibrio raggiunto è precario e qualsiasi scenario è ipotizzabile, compreso quello di rimanere in gestione provvisoria. Ciò comporterebbe una situazione di forte incertezza sia per l’attività dell’Amministrazione che per i rapporti con gli attori e gli enti esterni.

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