Pubblicato il rapporto statistico 2023, che sottolinea la varietà proposta in Ticino ma pure le difficoltà degli artisti e l’importanza dei volontari
La cultura interessa ai ticinesi, che possono godere di un’offerta ricca e diversificata sul territorio attraverso musei, cinema, spettacoli teatrali e concerti. Sono stati 4’779 gli eventi registrati dal Rapporto statistico sul settore culturale nel Cantone Ticino. Un rapporto che mostra però anche come una buona parte del settore si regga sul contributo di volontari e come la metà degli artisti abbiamo avuto nel 2022 un reddito lordo pari o inferiore alla forchetta dei 30-40mila franchi. Questo dopo anni difficili che hanno segnato una contrazione degli operatori. “C’è stata una diminuzione significativa dal 2020 al 2022, con flessioni particolarmente marcate a Zurigo e nella Svizzera nordoccidentale – afferma il rapporto –. In Ticino il numero di persone attive nel settore culturale ha mostrato maggiore resilienza, mantenendosi relativamente stabile. In base ai dati ricavati dalla Banca dati degli operatori culturali, a fine 2023 erano attivi in questo perimetro 918 organizzazioni, 15 in meno rispetto all’anno precedente. Una diminuzione dell’1,6 per cento”.
Per quanto riguarda il finanziamento della cultura a determinare le oscillazioni viste negli anni, afferma il rapporto, è stato il ruolo giocato dai comuni. Dato assoluto (2’977 milioni di franchi l’anno), spesa pro capite (346 franchi) e percentuale della spesa dell’ente pubblico (1,56 per cento) non hanno subito grandi variazioni da parte di Confederazione, Cantoni e Comuni presi nel loro insieme. “Questo fenomeno si riscontra anche sul piano intercantonale, dove la graduatoria della spesa per la cultura dei Cantoni e dei rispettivi Comuni non cambia in maniera rilevante”. La spesa del Canton Ticino non registra grandi oscillazioni. Sono stati erogati una media di 42,9 milioni di franchi annui tra il 2018 e il 2021, mentre la variabilità delle uscite relative al settore culturale negli anni è dettata principalmente dalle spese dei Comuni. Guardando le cifre si nota come la spesa del solo Cantone dal 2008 al 2021 è stata costante intorno ai 40 milioni l’anno. Quella di Cantone e Comuni, invece, dopo essere cresciuta fino al 2014 arrivando sopra i 120 milioni si è abbassata (a eccezione del 2017) intorno ai 100 milioni l’anno.
Il Rapporto fa poi un excursus sul tema dell’indagine sulle condizioni di lavoro degli artisti nata dalla collaborazione tra l’Osservatorio sulla cultura e Visarte Ticino. “I risultati della ricerca mostrano che la situazione in Ticino è simile alle realtà di altri cantoni, come ad esempio Ginevra, e a quella a livello federale” e il risultato è chiaro: “Le condizioni remunerative delle artiste e degli artisti risultano modeste. Nel 2022, considerando tutte le attività professionali, quindi non solo quelle svolte nelle arti visive, la metà degli intervistati percepiva un reddito lordo annuo uguale o inferiore all’intervallo 30’000-39’999 franchi”. La conseguenza è “una scarsa protezione sociale, il 35% non versa contributi al primo pilastro per i redditi nelle arti visive”. Nonostante ciò “sussiste la tendenza a non richiedere sostegno all’ente pubblico, nel 2022 il 90 per cento non ha fatto richiesta di sostegno al Cantone”. A proposito di lavoratori, la cultura in Ticino basa molta della sua esistenza sul volontariato. Emblematico il dato per quanto riguarda musei e istituti analoghi: il 40 per cento dei quasi 800 operatori non era retribuito. “Questo conferma l’importanza dell’apporto del volontariato per questo settore, soprattutto nelle zone più periferiche: nelle aree urbane viene impiegato primariamente personale retribuito”.
Analizzando nel dettaglio l’offerta culturale: quella dei musei “può dirsi particolarmente ricca e variegata”, i musei e istituti analoghi censiti nella banca dati dell’Osservatorio sono 84, distribuiti su tutto il territorio cantonale, con una maggiore concentrazione attorno ai distretti urbani di Lugano e Locarno, che cumulati ospitano quasi i due terzi delle entità museali ticinesi. Per quanto riguarda teatro e danza “La Svizzera italiana registra la più alta percentuale di frequentatori di spettacoli di danza o balletto rispetto al resto della nazione”. L’importanza del settore “è testimoniata anche dai numerosi premi specifici per queste discipline attribuiti ogni anno in Svizzera”. L’ambito musicale, dal canto suo, si conferma “dominante” all’interno del panorama culturale con quasi un quarto degli operatori attivi proprio in questo settore. Per quanto riguarda la fruizione, che si affianca alla formazione e alla pratica, una dei principali attori è l’Osi, l’orchestra della Svizzera italiana, “il numero di spettatori che hanno assistito ai concerti dell’Osi ha superato le 45milaunità, registrando un incremento significativo rispetto al 2022, con quasi 3mila spettatori in più”. Notizio positive anche per il mondo cinematografico: “Il numero di entrate a pagamento, in calo costante dagli inizi degli anni 2000 e drasticamente ridotta durante il periodo pandemico, ha ripreso a crescere raggiungendo le 302’511 unità, avvicinandosi così ai livelli pre-pandemici”.