Lanciata una campagna nazionale per scoraggiare gli acquisti da allevamenti non in regola. Il veterinario cantonale: ‘Un cane è un impegno per la vita’
«Un cane è un impegno per la vita. Scegliere con responsabilità significa prevenire sofferenze e contribuire a contrastare il commercio illecito di animali». Il veterinario cantonale Luca Bacciarini ha le idee chiare: non sono pochi gli aspetti di cui tenere conto prima di comprare un animale domestico. E spiega: «Prima di acquistare un cane, è fondamentale riflettere bene se abbiamo il tempo, l’energia e la capacità finanziaria per gestirlo. Occorre informarsi bene e scegliere un allevamento serio o considerare l’adozione da un rifugio, anche in questo caso serio. Verificare la provenienza del cucciolo, visitare l’allevamento, chiedere sempre di vedere la madre con la cucciolata e non farsi tentare da offerte allettanti sono passi essenziali per garantire il benessere dell’animale». La Protezione svizzera animali e l’Ufficio federale per la sicurezza alimentare e gli affari veterinari hanno in quest’ottica recentemente lanciato una campagna per scoraggiare l’acquisto di cani su Internet, evidenziando come la maggior parte di essi provenga da allevamenti stranieri che non rispettano il benessere degli animali. Non solo. Spesso si tratta di esemplari importati illegalmente e che soffrono di malattie e disturbi comportamentali.
Il Ticino, poi, è anche un cantone di confine. «L’acquisto di cani online – rileva in tal senso Bacciarini – è una realtà preoccupante per tutti i cantoni. Il Ticino non fa eccezione, anche a causa della facilità con cui gli animali possono essere introdotti dalla vicina Italia». Non solo. «La richiesta di cuccioli di razza a basso costo – rimarca – alimenta un mercato spesso privo di controlli». Non pochi i rischi e le relative conseguenze: «Il nostro ufficio constata un aumento di casi legati a cuccioli malati, non vaccinati o con problemi comportamentali. In molti casi, anche se acquistati via Internet, sono consegnati all’estero privi di microchip e di documenti. In questi casi è il nuovo detentore che, importando l’animale, commette una serie di infrazioni». L’assenza di vaccinazioni, va da sé, «può esporre il cane a malattie, come la parvovirosi o il cimurro, o peggio la rabbia, mettendo potenzialmente in grave pericolo anche l’essere umano», dice Bacciarini. Che aggiunge: «La mancata socializzazione nei primi mesi può portare a paura, ansia e aggressività. Alcuni problemi comportamentali possono essere migliorati con il supporto di un veterinario comportamentalista, in altri casi le difficoltà possono persistere per tutta la vita dell’animale».
Come detto, di frequente questi allevamenti non rispettano il benessere degli animali. «I cuccioli venduti online – riprende Bacciarini – spesso provengono da allevamenti intensivi, noti come ‘puppy mills’, dove le condizioni igienico-sanitarie sono scarse». Di più. «Questi cani sono separati troppo presto dalla madre, molte volte non sono vaccinati e sverminati, non ricevono cure veterinarie adeguate. Inoltre, la mancanza di socializzazione nei primi mesi di vita può causare seri problemi comportamentali». Non vanno poi dimenticate le madri dei cuccioli: «Il maltrattamento – evidenzia – colpisce pure i riproduttori. Le madri sono costrette a vivere in gabbie e a partorire più volte nell’arco di un anno».
Come riconoscere quindi un allevamento serio da uno più a rischio? «Un allevamento serio – afferma Bacciarini – permette ai futuri proprietari di visitare la struttura, vedere i genitori del cucciolo e verificare le condizioni di allevamento. Gli allevatori responsabili forniscono una documentazione veterinaria completa: penso al microchip per il cane, al passaporto per animali da compagnia, allo stato delle vaccinazioni o dei trattamenti contro i parassiti». Queste associazioni poi non vendono cuccioli prima delle otto settimane di vita: «La madre è infatti la prima ‘educatrice’ del cucciolo», nota il veterinario cantonale. «Per le razze soggette a patologie ereditarie, come le displasie, – continua – l’allevatore serio fornisce i dati sanitari dei genitori e dei nonni del cucciolo». E mette in guardia: «Occorre diffidare di chi propone prezzi troppo bassi, evita incontri di persona o non fornisce informazioni complete e trasparenti. Molte persone si spacciano per allevatori, ma in realtà acquistano i cuccioli a basso prezzo dalle ‘puppy mills’ rivendendoli come di proprie cucciolate».
Acquistare da allevamenti non seri può quindi portare a gravi problemi di salute per il cane, con conseguenti costi veterinari elevati per il proprietario. Non da ultimo, sostenere questi commerci incentiva il maltrattamento animale. «Molti acquirenti – osserva il veterinario cantonale – cercano di risparmiare acquistando cuccioli online a prezzi inferiori rispetto agli allevamenti certificati. Tuttavia, le spese successive per curare malattie o problemi comportamentali possono essere molto elevate, rendendo l’acquisto iniziale un falso risparmio». E ribadisce: «Occorre ricordarlo, il prezzo più alto lo pagano i cuccioli e le loro madri costrette a una vita miserabile». Da qui il rischio di abbandono. «Sebbene in Ticino il fenomeno sia meno diffuso rispetto ad altri paesi, i rifugi per animali registrano comunque un numero significativo di casi», sottolinea Bacciarini. I motivi? Per il veterinario cantonale, «l’impreparazione dei proprietari, il non aver valutato correttamente il tempo e l’energia che devono essere dedicati al cane, i costi imprevisti e i problemi comportamentali legati a una scorretta socializzazione del cucciolo».
Negli scorsi mesi si è registrato un preoccupante aumento dei casi di avvelenamento di animali domestici, in particolare cani, causati dallo spargimento di bocconi avvelenati in diversi luoghi pubblici del Cantone. Diverse segnalazioni sono giunte da Coldrerio, Stabio, Genestrerio, Rancate e Cadenazzo. A evidenziare la notizia un’interrogazione al Consiglio di Stato di Giovanni Albertini, deputato di Avanti con Ticino&Lavoro: “Questo fenomeno non solo mette a rischio la vita degli animali, ma costituisce anche un grave pericolo per la salute pubblica, in quanto tali sostanze tossiche potrebbero accidentalmente entrare in contatto con bambini o adulti”. Considerata la crescente frequenza di questi episodi e il dolore che arrecano sia agli animali che ai loro proprietari, Albertini chiede all’Esecutivo cantonale quali misure preventive siano attualmente in atto per monitorare e contrastare la diffusione di bocconi avvelenati sul territorio ticinese e se esista una collaborazione con le autorità comunali, le forze dell’ordine e le associazioni animaliste per sensibilizzare la popolazione e individuare i responsabili di tali atti. Non solo. Il granconsigliere mira a sapere se sia prevista una campagna di informazione per avvisare i cittadini sui rischi legati a questi atti e per promuovere una maggiore attenzione nei confronti del benessere animale, e se il governo ritenga opportuno introdurre pene più severe per chi viene riconosciuto colpevole di abbandonare bocconi avvelenati o, in generale, di atti di crudeltà contro gli animali.