Christian Vitta: ‘Il dialogo costruttivo è la via per la pace sociale, specialmente in un mercato del lavoro particolare come quello ticinese’
Il mercato del lavoro è messo sotto pressione. Il mercato del lavoro ha all’orizzonte sfide future importanti. Il mercato del lavoro deve poter contare su un partenariato sociale forte – ovvero su buone relazioni e discussioni tra i vari attori del mondo del lavoro, in particolare datori e rappresentanti dei dipendenti – per poter rispondere alle dinamiche che lo caratterizzano. È questo, in estrema sintesi, il messaggio emerso questa mattina dall’evento ‘Il partenariato sociale, pilastro della cultura economica svizzera’ organizzato dalla Divisione dell’economia (Dfe) del Dipartimento delle finanze e dell’economia e dalla Divisione socialità della Città di Lugano. «In un periodo storico durante il quale conflitti e tensioni sono all'ordine del giorno non è facile parlare di partenariato», commenta il direttore del Dfe Christian Vitta. «Ma dobbiamo farlo perché è uno degli elementi centrali che ha fatto la fortuna della Svizzera. Soluzioni concordate e dialogo sono la via maestra per la pace sociale. Pace che si può trovare solo con i compromessi, quelli con la c maiuscola che risolvono i problemi». Per Vitta, «la comprensione reciproca è alla base del dialogo costruttivo, una via che va rafforzata». Soprattutto in Ticino «dove abbiamo un mercato del lavoro con dinamiche uniche a livello nazionale e internazionale. Il frontalierato genera delle pressioni e delle sfide. Il dialogo diventa quindi imprescindibile».
Della stessa idea anche il municipale di Lugano Lorenzo Quadri, che porta l’esempio della sua Città. «Come Comune ci sentiamo coinvolti da questa tematica, come portatori di interesse ma anche come promotori di misure per migliorare il benessere della società. La Città ha cominciato a trattare il problema dell’occupazione nel 2009, quando elaborò alcune importanti misure anticrisi». Riflessioni che si tradussero poi in linee di sviluppo e in misure concrete, come il servizio per il sostegno all’occupazione ‘Lugano network’ che offre consulenze gratuite ai cittadini in cerca di lavoro.
Renzo Ambrosetti, già presidente nazionale di Unia, ripercorre invece la storia del partenariato sociale in Svizzera, «che è stato un fattore di crescita e benessere per il paese. Va quindi mantenuta la cultura della ricerca del compromesso, altrimenti si rischia di buttare via il bambino con l’acqua sporca».
A portare il punto di vista del mondo imprenditoriale, in particolare per quanto riguarda il settore tecnologico, è invece Marcel Marioni, responsabile di Swissmem Svizzera italiana. «Per noi c'è una serie di sfide che sono centrali e che vogliamo affrontare con gli altri attori coinvolti. Tra queste ci sono sicuramente l'approvvigionamento energetico, la disponibilità di manodopera e gli accordi di libero scambio».