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Lotta agli abusi sessuali, la polizia è debitamente formata

Rispondendo a un'interrogazione di Lisa Boscolo (Ps), il governo spiega tutta la procedura di formazione sull'attuazione della riforma del diritto penale

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(Ti-Press)
4 novembre 2024
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Sulla lotta ai reati sessuali la polizia è debitamente formata. È questa, in soldoni, la risposta che il Consiglio di Stato dà a un'interrogazione di Lisa Boscolo (Ps) che chiedeva lumi sull'attuazione della recente riforma del diritto penale in materia sessuale presso la Polizia cantonale. Ebbene, il governo sottolinea come “gli specialisti della Sezione dei Reati contro l'integrità delle persone hanno ricevuto una formazione approfondita da parte del Ministero pubblico e hanno seguito una formazione online, messa a disposizione da altre Polizie cantonali confederate”. Non solo, “tutti i quadri della Polizia giudiziaria e tutti gli agenti della Polizia cantonale – continua l'Esecutivo – sono stati informati dei principali cambiamenti attraverso un documento che ne sintetizza le modifiche. Le procedure d'intervento per gli agenti generalisti non cambiano, sono consolidate da tempo e prevedono il coinvolgimento degli specialisti a fronte di questo genere di casi”.

Una questione da affrontare su più livelli

Per quanto riguarda le domande concernenti proprio la formazione, per il governo “la questione va affrontata su più livelli”. Nel senso che “gli specialisti della Polizia giudiziaria sono stati formati, come detto, dal Ministero pubblico in occasione di due distinti momenti, avvenuti tra marzo e giugno 2024. Sono stati indicati, nel dettaglio, i cambiamenti previsti”. Come già avveniva prima delle modifiche, “il personale specialistico rivisiterà i vari casi vissuti, anche in collaborazione con il magistrato inquirente di riferimento, al fine di costantemente migliorare il proprio lavoro”. Senza dimenticare che “tutti i quadri di Polizia giudiziaria hanno avuto accesso a questa medesima formazione online e sono stati informati, in occasione di un incontro, dei principali cambiamenti. Per tutti gli agenti è stata pubblicata una nota informativa che sintetizza le principali mutazioni e le modalità di comportamento in caso di primo intervento, anche in ambito di violenza domestica”. Oltre tutto ciò, il governo informa che “è prevista una formazione continua degli agenti della Gendarmeria durante il prossimo autunno, in occasione di un seminario annuale. Durante questo momento saranno illustrati nel dettaglio i cambiamenti, ma soprattutto le eventuali modalità operative da attuare, il tutto partendo da qualche settimana di pratica”.

“Come verranno adattati i processi all'interno delle forze di polizia per affrontare i reati contro l'integrità sessuale, ad esempio negli interrogatori, in linea con la revisione?”, chiedeva tra le altre cose Boscolo. “La procedura penale non subisce variazioni – replica il Consiglio di Stato –, solo l'esperienza svolta dagli inquirenti di polizia, dai magistrati inquirenti e gli sviluppi a livello giurisprudenziale permetteranno di verificare la necessità o l'opportunità di eventuali adattamenti dei flussi di lavoro, rispettivamente delle modalità investigative”.

L'esperienza sarà un fattore importante

Ad ogni modo, per il governo, “l'impatto della riforma del diritto penale in materia sessuale sull'impiego delle risorse in seno alle Autorità di perseguimento penale potrà essere valutata solo sulla scorta delle esperienze che saranno maturate nel contesto dei singoli procedimenti penali”. Sempre sugli interrogatori, e sempre rispondendo a una domanda di Boscolo, l'Esecutivo annota come “la Polizia cantonale, da tempo, attua le riforme della procedura penale in materia di minori vittime di reato, in particolare attraverso la videoregistrazione delle audizioni, proprio allo scopo di evitare il più possibile il fenomeno della vittimizzazione secondaria (o istituzionale). Queste modalità di protezione non sono previste, in modo generalizzato, per le vittime adulte a cui sono comunque garantiti i diritti sanciti dal Codice di procedura penale. D'intesa con il procuratore pubblico, e su richiesta della vittima, eventuali confronti necessari con l'imputato/i vengono eseguiti nell'apposita struttura, che permette di evitare un incontro diretto tra le parti”.

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