Sulla trasparenza il Gran Consiglio opta per mantenere quanto attualmente in vigore. Progressione a freddo ‘non oggetto di votazione’
Nella trasparenza dei finanziamenti alla politica il Gran Consiglio opta per lo status quo. Con quarantaquattro voti a favore, quaranta contrari e un’astensione, il parlamento ha avallato il rapporto di maggioranza del centrista Gianluca Padlina. Nulla da fare quindi per l’iniziativa parlamentare e la mozione del socialista Fabrizio Sirica volte, appunto, a garantire maggiore trasparenza nei finanziamenti alla politica.
Inizia il suo intervento facendo un passo indietro il copresidente del Ps: «Da cittadino ben comprendo le ragioni di sfiducia di fondo dei cittadini che portano anche all’astensionismo, fenomeno che molto si lega al finanziamento della politica». Vero, rileva il deputato, «una legge che regola il finanziamento alla politica c’è. In Ticino, poi, siamo stati pionieri in materia». Ma non basta: «Negli anni c’è stato un miglioramento. I dati sul finanziamento delle campagne vengono pubblicati sul Foglio ufficiale disponibile online. Questo strumento però non è efficiente come dovrebbe». Sirica pensa qui alla recente votazione sulla riforma fiscale. «I dati sul finanziamento della campagna sono stati pubblicati il 13 giugno, quando si votava il 9. È un problema». In seconda battuta Sirica parla da esponente politico. «Come copresidente di partito conosco esattamente i costi di una campagna». Ebbene, «il comitato a favore della riforma fiscale ha dichiarato 65mila franchi, dalle mie stime sarebbero almeno 200mila. Questo cosa ci dice? Che la legge, basata sull’autodichiarazione e senza alcun controllo, non funziona. Avere anche solo un dubbio non va bene».
A fare il punto, il relatore di maggioranza. «L’iniziativa di Sirica – ricorda Padlina – chiede di abbandonare il sistema dell’autodichiarazione, istituire un organo di controllo statale e inasprire le sanzioni, fino alla destituzione di un candidato eletto. La mozione di pubblicare sul sito del cantone le liste relative al finanziamento e di non anonimizzare più i nominativi dei donatori». E spiega: «La maggioranza della commissione parlamentare ‘Costituzione e leggi’ ha ritenuto che le richieste della mozione fossero già evase, in quanto le liste dei finanziamenti sono già pubblicate online e i nominativi dei sostenitori non più anonimi». Rispetto all’iniziativa, «reputa preferibile, per ragioni di proporzionalità, di praticabilità e, non da ultimo, di contenimento dei costi, confermare quanto ora in vigore». Con il Centro, anche Lega e Udc. «Il nostro cantone – sostiene il democentrista Andrea Giudici – è già tra i più virtuosi. Iniziativa e mozione porterebbero a un aumento della burocrazia e dei costi. La normativa attuale è più che sufficiente».
Non è d’accordo la relatrice di minoranza, la socialista Daria Lepori: «La trasparenza rafforza la democrazia. L’obiettivo non è vietare le donazioni, ma fare chiarezza sui soggetti che finanziano, oltre che sulle modalità e gli importi del finanziamento». A sostenere il rapporto di Lepori, una maggioranza del Plr che si inserisce nella «volontà – spiega Simona Genini – di perseguire una politica della trasparenza credibile che non generi altra burocrazia inutile e che assicuri il giusto equilibrio tra informazione del pubblico ed efficienza amministrativa». «Il rapporto di minoranza – prosegue – non richiede la creazione di un organo di controllo statale, ma suggerisce che il sistema di autodichiarazione venga reso più rigoroso e accessibile». Segue il Ps: «Autocertificazione è una bellissima parola», afferma Maurizio Canetta. Ma «per i cittadini non è sufficiente. Conoscere i legami d’interesse è un elemento basilare che permette di avere chiari gli schieramenti». Sulla stessa linea d’onda Giulia Petralli per i Verdi: «Una mancanza di informazioni su quanto denaro e quali interessi circolino rende più difficile compiere scelte libere».
Per il Consiglio di Stato, che invitava a respingere entrambi gli atti, Christian Vitta non ha dubbi: «Le attuali regole del gioco sono preferibili rispetto a una modifica più rigida». Vitta tiene poi a puntualizzare alcuni aspetti: «Il Ticino è uno dei Cantoni con il più alto tasso di partecipazione al voto. Se l’equazione fosse corretta, dall’introduzione della Legge sulla trasparenza avremmo dovuto vedere un aumento della partecipazione. I motivi di questa disaffezione sono da cercare altrove».
In aula è stato anche discusso il rapporto del centrista Maurizio Agustoni concernente alcuni adeguamenti della Legge tributaria. Rapporto che in origine conteneva anche le riflessioni commissionali contrarie alla proposta del governo di ritoccare la progressione a freddo. In origine perché, come puntualizzato da Vitta, «il tema non è oggetto oggi di votazione, essendo già stato tolto nell’ambito del rapporto commissionale dall’elenco delle modifiche legislative». Situazione questa che peserà ulteriormente sul deficit del Preventivo 2025, ieri già passato da -64 a -80 milioni di franchi dopo l’abrogazione per direttissima della tassa di collegamento. L’aggiornamento odierno porta quindi altri 8 milioni di deficit.