Dopo la richiesta dei centristi Demir e Isabella di togliere la possibilità di accordarsi tra partiti dopo le elezioni, arriva il rilancio verde liberale
Non di soli grandi partiti vivono i Legislativi, siano essi comunali o quello cantonale. Ci sono anche i cosiddetti ‘partitini’, che gagliardi e a petto in fuori, vogliono allargare la democraticità del voto e i suoi riflessi nei Consigli comunali. Se dal Centro, ne abbiamo riferito la settimana scorsa, la proposta è quella di impedire la formazione di gruppi nei Legislativi dopo le votazioni – quindi con decisioni di cui l’elettore alle urne non è consapevole nell’esercizio del suo voto –, formazione di gruppi spesso sfruttata per ottenere posti nelle commissioni, la risposta arriva secca.
Lo fa con due iniziative parlamentari, una elaborata e una generica, del deputato dei Verdi liberali Massimo Mobiglia che, specularmente al Centro, richiamano a un “miglior coinvolgimento delle minoranze nei Legislativi comunali”.
È lo stesso Mobiglia che, raggiunto da ‘laRegione’, spiega come «noi vogliamo una maggior partecipazione democratica». I ragionamenti partono da una pietra angolare: «La politica è sempre più frammentata, le minoranze prendono forma e in Gran Consiglio sono rappresentati sei partiti minori... la società e l’elettorato stanno andando verso questa direzione ed è un tema d’attualità. In Gran Consiglio infatti sono stati dati quattro seggi supplementari nelle commissioni tematiche». Questo, per Mobiglia, «è un modo molto positivo per migliorare i lavori del Gran Consiglio perché ci son meno sorprese di proposte o emendamenti, d’altronde è anche un modo di far partecipare meglio queste minoranze». Se si è eletti «per arrivare in plenaria, parlare un minuto, dire sì o no, ha poca incisività», afferma il deputato del Pvl.
Per migliorare la rappresentanza, la richiesta di Mobiglia – sottoscritta dall’altra verde liberale Beretta Piccoli, Buzzi (Verdi), Mazzoleni (Lega) e Roncelli (Avanti con Ticino & Lavoro) – è «di modificare la Legge sull’esercizio dei diritti politici per quanto riguarda la seconda attribuzione: perché non fare come con l’elezione del municipio, che un seggio può essere dato a chi non ha raggiunto il quorum iniziale? E, ancora più penalizzante, adesso con la seconda ripartizione se si ottiene lo stesso punteggio di un altro partito il seggio va al partito più grande. Chiediamo di correggere questa stortura, e di lasciare più spazio».
Poi, certo, una volta che i partiti entrano nei Legislativi «devono anche poter lavorare meglio». Quindi, con la seconda iniziativa, sottoscritta dai deputati della precedente con in aggiunta i comunisti Ay e Ferrari, si va in quella direzione. Innanzitutto «se c’è un partito che vuole dare un proprio seggio a un altro, lo possa fare, formalizziamolo e mettiamolo nero su bianco». Un’altra proposta è «sulla falsariga di quello che capita in Gran Consiglio, quindi istituire la possibilità di assegnare un seggio supplementare nelle commissioni permanenti e nelle commissioni speciali dei Legislativi che può essere occupato da un partito cosiddetto piccolo». Una misura, sostiene Mobiglia, «che non toglie un seggio a nessuno e coinvolge più sensibilità: può essere molto positivo, è un po’ l’andazzo dei grandi partiti quello di volersi spartire il potere».
A prendere posizione è anche la granconsigliera di Avanti con Ticino & Lavoro Amalia Mirante la quale, sostenendo il bisogno di andare verso un sistema maggioritario, con un contributo inviato alla stampa sottolinea come “a livello comunale si vuole impedire la libera formazione dei gruppi, non sia mai che si perda qualche cadrega a vita, che il partito X possiede da tempo immemore ma i cittadini non vogliono più dargli”. E, parlando della possibilità di una soglia di sbarramento, tuona convinta: “A livello cantonale, nell’ambito di un nuovo patto d’acciaio tra sinistra e centrodestra, si prevedrebbe che la sinistra accetti questa soglia draconiana, purché la destra accetti di introdurre le congiunzioni di lista. Il risultato? Magheggi elettorali per salvare a tavolino il seggio che si rischia di perdere sul campo, davanti al popolo, tramite una indecente ammucchiata di partiti che hanno poco da spartire se non la comune ossessione per lo strapuntino governativo”.
Quindi, riprende Mirante, “è evidente che ci opporremo a queste manovre impresentabili con tutti i mezzi legali. I cittadini hanno il diritto di essere rappresentati, anche se scelgono di punire i grandi partiti. Qui, invece, sono i partiti che vogliono punire i cittadini per aver votato ‘male’”.