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Sindacati uniti contro ‘Far west’ e Preventivo ‘miope e zoppo’

Vpod, Ocst, Erredipi e Unia lanciano la manifestazione del 16 ottobre contro i tagli del governo: ‘Si raschia il fondo del barile senza progettualità’

In sintesi:
  • Petralli: ‘Misure ipotetiche come la tassa di collegamento faranno aumentare il deficit’
  • Fitas: ‘Non possiamo essere ostaggio dei numeri’. Quaresmini: ‘Il carovita non è un optional’
  • Gargantini: ‘Ribadire il ruolo centrale dello Stato’
‘Al cuore Ramòn! Al cuore’ (cit.)
(Ti-Press/Gianinazzi)
7 ottobre 2024
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Tanto poté il Preventivo 2025 da far finire allo stesso tavolo, per il secondo anno di fila, i sindacati Vpod, Ocst, Unia ed Erredipi. Unico defilatosi dalla foto ricordo dell'anno scorso il Sit, ma la sostanza non cambia: il fronte sindacale affronta gagliardo e compatto la protesta contro i tagli proposti dal Consiglio di Stato per rientrare dal deficit e dà appuntamento al 16 ottobre a Bellinzona per il corteo.

Petralli (Vpod): ‘Non c’è alcuna visione, solo quella di tagliare’

Con una curiosa disposizione al tavolo, dove ogni rappresentante sindacale era seduto al posto di un'altra sigla rispetto alla sua – ormai la fluidità si allarga a panorami inaspettati – eccoci qua a metà tra Tex Willer e Lucky Luke confrontati con il ‘Far west Ticino’. Esemplificato dal discorso in entrata di Giulia Petralli (Vpod), che senza mezzi termini accusa un Preventivo «miope e azzoppato». Miope perché «anche quest'anno è stata proposta una serie di correttivi e cerottini senza visione, a medio e corto termine, la riedizione di tagli già visti e la proposizione di nuovi come la soppressione della scuola di polizia». Insomma, «si vanno a colpire come al solito servizio pubblico, istruzione, servizi, sussidi di cassa malati. Tagli miopi e inefficienti – riprende Petralli –, perché si incide su servizi importanti per la popolazione». Senza dimenticare che «l'Udc ha presentato un secondo ‘decreto Morisoli’, quindi ci ritroveremo ancora per molto tempo a discutere di tagli pericolosi».

Detto della miopia, parliamo dell'altro biglietto da visita del Preventivo secondo i sindacati: l'essere zoppo. «Presenta misure ipotetiche, come i 15 milioni dalla tassa di collegamento e gli 8 dalla revisione del meccanismo della progressione a freddo. Idee di entrate che non avranno vita lunga, visto che la tassa di collegamento rischia di venire bocciata dal parlamento già la prossima settimana. E sono altri soldi che verranno a mancare». Il timore della sindacalista Vpod (e deputata dei Verdi) è che «il Consiglio di Stato, già consapevole di queste mancanze, non sia stato coraggioso, perché il deficit previsto crescerà. E la conseguenza è che il parlamento avrà in mano la possibilità di proporre misure ben più gravi e incisive di quelle messe a Preventivo». Un esempio? La recente iniziativa popolare lanciata per diminuire i dipendenti pubblici «lascia presagire cosa succederà». Insomma, «siamo spaventati» rincara Petralli. Perché «non sappiamo esattamente quali proposte verranno messe sul tavolo, e notiamo davvero poco coraggio nel raschiare un fondo del barile già raschiato anche troppo».

Fitas (Ocst): ‘Più interesse per i numeri che per le persone’

Ed eccoci al fondo del barile raschiato, altro grande Leitmotiv di giornata. Quello che, rilancia la sindacalista Ocst Davina Fitas, «ha fatto il governo proponendo l'ennesimo esercizio contabile mostrando più interesse per i numeri che per le persone». Raschiare il fondo del barile, «non è più la scelta azzeccata, perché si raggranella denaro senza una vera progettualità per il futuro». Dove? È presto detto: «Ad esempio nel prelievo di una parte consistente dei fondi di Eoc, case anziani, servizi di assistenza e cure a domicilio, cura di disabili adulti e minorenni: i budget verranno ridotti drasticamente, e peggiorerà sia la qualità delle condizioni del personale sia del servizio offerto». Per Fitas un altro grande problema è «il parziale riconoscimento del carovita, che riduce il potere d'acquisto dei dipendenti pubblici per il secondo anno di fila. Si accumula allo zero dell'anno scorso, e penalizzerà tutta la loro carriera. Assieme alla parziale non sostituzione del personale partente, ci sono molte altre logiche contabili e non strategiche».

Fitas ne ha anche per i tagli nella scuola: «Non è abbastanza chiaro il carico di lavoro dei docenti? Qualcuno davvero si illude che non ci saranno ricadute sugli allievi? Lo studio Idehap tanto caro a chi vuole uccidere il servizio pubblico indica nel settore della formazione uno degli ambiti dove si spende meno rispetto alla media svizzera». E cosa fa il governo? Semplice: «Raschia il fondo del barile». Perché «alcune misure hanno un impatto di 30-40mila franchi, con un impatto minimo sulla spesa complessiva ma colpiscono molto le famiglie». Che esempio entra in campo adesso? Quello dell'aumento dei prezzi delle mense scolastiche: «Per 100mila franchi in più, per far quadrare i conti dello Stato si aumenta pure la merenda dei bambini. Non possiamo essere ostaggio dei numeri, di un decreto, di un freno finanziario». E, come Petralli, anche Fitas punta il dito contro «una totale assenza di progettualità».

Quaresmini (Erredipi): ‘Si ficchino nella zucca che il carovita non è un optional’

Il portavoce di Erredipi Enrico Quaresmini raccoglie il testimone della battaglia nelle aule scolastiche tuonando che «nella formazione non bisogna tagliare, ma investire di più». Succede però il contrario, e Quaresmini snocciola i due ambiti principali: «Il primo riguarda le scuole comunali, con il governo che dice come nei contributi per ogni classe non verranno più considerati i docenti di educazione fisica ed educazione musicale nella massa salariale. Fondamentalmente si scarica il barile (barili totali protagonisti del giorno, ndr) sui Comuni». Il secondo ambito è quello della scuola media, anticamera di «un Liceo o una Commercio dove le bocciature in prima arrivano al 30%. E cosa fanno? Riducono le ore di classe e l'orientamento in terza e quarta media, una misura che aumenterà la confusione». Sul carovita Quaresmini, non proprio una colomba pasquale col ramoscello d'ulivo, rileva che «si devono ficcare nella zucca che non è un optional né un regalo, questo 0,5% in realtà è un -2% considerando l'aumento del costo della vita. E in più fa balenare l'idea di benevolenza: altroché, è una furbata».

Gargantini (Unia): ‘Grandi ripercussioni per il settore privato’

Unia è un sindacato attivo nel settore privato, certo. Ma ciò non impedisce al suo segretario regionale Giangiorgio Gargantini di portare garra e carattere, spiegando che «i lavoratori nel privato e le famiglie sono tra le vittime dei tagli già evidenziati, in quanto utenti dei servizi toccati e beneficiari di alcune misure». Poi, va da sé, «Unia vuole difendere il ruolo centrale dello Stato, e in questo senso vedere i vertici di Aiti e Camera di commercio nel comitato d'iniziativa per limitare il numero dei dipendenti pubblici dà l'idea di una scelta di campo forte in un momento estremamente delicato per lo Stato. Avremmo preferito sentirli sul caso Zalando... ma non c’è stata una parola». Unia sarà in corteo «anche per portare avanti le nostre rivendicazioni, denunciando alcune scelte scellerate del Cantone in quanto datore di lavoro». Per Gargantini «il rincaro, o il mancato rincaro, ha conseguenze importanti anche nel privato. Diversi rami hanno riconosciuto il carovita, facendo sacrifici. Vedendo che il Cantone si disimpegna come reagirà? Si chiederà perché dovrà farlo se il Cantone stesso decide di non concederlo». Secondo Unia sarà quindi fondamentale «mobilitarsi per mantenere il potere d'acquisto per combattere la povertà».