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‘Non supereroi, ma persone giuste in situazioni delicate’

Il Care team festeggia dieci anni di attività. Un servizio che assicura la propria operatività 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 e si appoggia su volontari

Negli anni sempre più richieste di supporto
(Ti-Press)
4 ottobre 2024
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«Il nostro compito è essere vicini alle persone, prendendole per mano, accompagnandole e garantendo loro i bisogni primari in un momento delicato e potenzialmente traumatico». È su questo principio – ha spiegato oggi davanti ai media il suo coordinatore Massimo Binsacca – che si regge il Care team Ticino (CtTi). Giunto al suo decimo anno di attività, il servizio interviene in caso di eventi critici e traumatizzanti per supportare le persone coinvolte. Da allora ha effettuato 650 interventi, garantendo assistenza a 3’223 persone adulte, 634 giovani tra i 7 e i 18 anni e 40 bambini e di età compresa tra 0 e 6 anni.

‘Una splendida realtà consolidata e un punto di riferimento’

«Questo servizio – ricorda il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità – è nato grazie alla visione lungimirante di un gruppo di persone che con coraggio e determinazione ha dato vita a un progetto che oggi è una splendida realtà consolidata e un punto di riferimento essenziale per le istituzioni e la popolazione».

Nel corso degli anni il Care team ha ricevuto sempre più richieste di supporto. «Nei dieci anni di attività – illustra Binsacca – è stato sollecitato in particolare per casi di suicidio (24%), decessi in casa (21%), incidenti stradali con esito letale (10%) e decessi in montagna (6%)».

Il Care Team, rileva Sabina Beffa, alla testa dell’Ufficio aiuto e protezione, «è un servizio cantonale che, per assicurare l’operatività al fronte 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, si appoggia sulla forza di volontari per la maggior parte incorporati nella Protezione civile». E precisa: «Il suo raggio d’azione si estende fino a San Bernardino con la copertura di Mesolcina e Calanca grazie a un accordo con i Grigioni». Non solo. «Il servizio è principalmente attivato dagli enti di primo soccorso e interviene a titolo gratuito».

Una volta allertato dagli enti di primo soccorso, un picchetto del Care team composto da due persone – «un uomo e una donna per coprire tutti i bisogni», precisa Binsacca – cerca di raggiungere il luogo dell’evento il prima possibile. La parola d’ordine è infatti «celerità», in quanto «miriamo a essere sul posto entro novanta minuti dal momento dell’allarme, e l’80% dei casi ci riusciamo». Una volta sulla scena «applichiamo metodi di assistenza semplici ed essenziali, poiché facciamo solo quanto richiesto da chi assistiamo». Lo step successivo è «ricostruire l’avvenimento, sempre rassicurando e spiegando quali siano le normali reazioni in queste situazioni». Da ultimo «si va a definire un percorso per i giorni successivi, vale a dire una rete su cui appoggiarsi. Come Care team siamo attivi generalmente fino a sette giorni dopo l’evento».

Tra inclinazioni personali e corsi di formazione

Dall’inizio della sua attività, il CtTi ha formato cento care-giver, di cui 52 attualmente attivi, e 54 professionisti operativi presso enti di primo intervento (polizia e corpo pompieri), i cosiddetti peers. «Ogni due anni – riprende Binsacca – organizziamo dei corsi di formazione, proprio perché nel biennio per vari motivi, come un trasferimento all’estero o un nuovo lavoro, perdiamo dagli otto ai dieci operatori. Idealmente manteniamo attivi tra i quaranta e i sessanta care-giver».

Quale dunque il profilo ideale di un volontario? «Esiste chiaramente una predisposizione innata all’aiuto a terzi e all’empatia», osserva sempre Binsacca. Ma anche «una buona resistenza alle situazioni di stress, una gestione e comprensione delle proprie emozioni, nonché competenze relazionali». Centrale poi la possibilità di «lasciare il proprio posto di lavoro in tempi brevi per intervenire, previo accordo scritto con il datore di lavoro». Infine, «buone conoscenze linguistiche, in particolare del tedesco, e un veicolo a disposizione», conclude il coordinatore.

A livello di formazione, dopo la fase di reclutamento, chi non è incorporato nella Protezione civile segue un corso di tre giorni. «Vi sono poi altri corsi specifici – prosegue Binsacca –, che toccano la psicologia, la comunicazione, ma anche l’elaborazione del lutto, dato che nell’80% dei casi interveniamo dove c’è un decesso».

Per celebrare il decimo anniversario del Care team, domani al Palacinema di Locarno verrà proiettato il film ‘Care-givers’ del regista Ben Donateo.