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Progressione a freddo, formalizzato il no

Fisco e tassa di collegamento, tutti i rapporti commissionali sono pronti per essere discussi e votati nella prossima sessione di Gran Consiglio

In sintesi:
  • Samantha Bourgoin: ‘Si chiede al Gran Consiglio di permettere al popolo di esprimersi nuovamente su questa tassa’
  • Nel rapporto firmato da Agustoni si legge che ‘la commissione ritiene ingiustificato rimettere in discussione il meccanismo di compensazione’
Andranno a incidere in maniera rilevante sul Preventivo 2025
(Ti-Press)
1 ottobre 2024
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Tassa di collegamento e progressione a freddo: tutte le tessere sono al loro posto. I rapporti commissionali sono pronti per essere discussi e votati nella sessione di Gran Consiglio che si aprirà il 14 di questo mese. Due dossier di peso, che andranno a incidere in maniera rilevante sul Preventivo 2025 del Cantone varato di recente del Consiglio di Stato. A cominciare dal controverso balzello sui posteggi, che l’iniziativa popolare dei democentristi vorrebbe eliminare definitivamente. “Già lascia perplessi la volontà dell’iniziativa di volere eliminare la tassa di collegamento decisa in votazione popolare e non ancora entrata in vigore – scrive la relatrice –. Ancor più sconcertante risulta il voler impedire alle cittadine e ai cittadini stessi di fare eventualmente questa scelta personalmente”. E rincara: “Ma ci pare proprio di cattivo gusto che a farsi beffa dei diritti popolari sia in particolare l’Udc”, il partito che ha lanciato l’iniziativa e che “si fregia in ogni occasione di essere paladino del loro rispetto, salvo calpestarli miseramente quando lo ritiene più conveniente”. Non usa mezzi termini Samantha Bourgoin, autrice in seno alla commissione parlamentare della ‘Gestione’ del rapporto di minoranza sul destino del balzello sui posteggi. «Con questo rapporto si chiede al Gran Consiglio – afferma, da noi interpellata, la deputata dei Verdi – di permettere al popolo di esprimersi nuovamente su questa tassa, dopo averla approvata nella votazione del 2016, scegliendo uno dei tre scenari: abolirla, come propone l’iniziativa Udc; mantenerla così come concepita inizialmente; accogliere il controprogetto del Consiglio di Stato che mantiene la tassa per le aziende con più di cinquanta posti auto, mentre la esclude per i centri commerciali. A ogni modo quel che conta è che siano i cittadini a pronunciarsi, che la parola torni a loro, come è logico e giusto che sia». Il rapporto redatto dalla granconsigliera ecologista è stato sottoscritto stamattina dal Ps, dalla Lega e dal presidente della ‘Gestione’ Bixio Caprara, il solo dei commissari Plr. Nessuna sorpresa. È un passo che Caprara aveva preannunciato nei giorni scorsi. “Personalmente – aveva dichiarato – sono contrario a questa tassa, ma ritengo che debbano essere i cittadini ad abrogare una misura decisa da loro alle urne” nel 2016.

Non la pensa così la maggioranza (Udc, Plr e Centro) della ‘Gestione’, che, sottoscrivendo una settimana fa il rapporto della democentrista Roberta Soldati, invita il plenum del Gran Consiglio a dar seguito all’iniziativa popolare – promossa un paio di anni fa dall’Udc col sostegno di Plr e Centro, e ampiamente riuscita avendo raccolto sedicimila firme – e a cancellare quindi il balzello direttamente in aula, senza passare dal voto popolare.

Bourgoin auspica ovviamente che sia il proprio rapporto a raccogliere il maggior numero di adesioni in parlamento. “Rimettere in discussione con un voto in Gran Consiglio una legge decisa da un voto popolare (quello del 2016, ndr), come lo vogliono fare gli iniziativisti, addirittura prima che questa entri in vigore (cosa prevista nel 2025, ndr), è un esercizio – sottolinea Bourgoin nel documento – molto delicato, che vede una gran parte della commissione preoccupata dal non rispetto della volontà del Sovrano, indipendentemente dalla propria opinione sulla tassa di collegamento. Respingendo l’iniziativa e accogliendo il controprogetto in Gran Consiglio si permetterà alla popolazione di esprimersi in seconda battuta in votazione popolare, sia sull’iniziativa, sia sul controprogetto del governo”. Quest’ultimo, secondo i calcoli del Consiglio di Stato, si tradurrebbe in un’entrata annua derivante dalla tassa posteggi di 15 milioni di franchi, ovvero cinque milioni in meno.

‘Proposta ingiustificata’

Dai posteggi al fisco. Stamane è anche arrivata la decisione che cementifica la contrarietà della maggioranza dei commissari alla proposta del governo di ritoccare la progressione a freddo. Ovvero il meccanismo che vuole evitare che a un lavoratore che riceve un aumento salariale, dato per compensare la crescita dei costi, venga applicata una nuova aliquota. Questo perché l’aumento non è goduto ma, appunto, riconosciuto solo come compensazione del rincaro. A non firmare il rapporto del centrista Maurizio Agustoni, sono stati Ps, Verdi e Caprara. “La commissione – si legge nel rapporto – ritiene ingiustificato rimettere in discussione il meccanismo di compensazione”. E questo perché, per la ‘Gestione’, il meccanismo deve “servire unicamente a compensare gli effetti della progressione a freddo e non può essere usato come strumento per modulare le entrate fiscali”. In tal senso, scrive Agustoni, “un aumento delle entrate fiscali conseguito con un’applicazione solo parziale del meccanismo di compensazione sfavorisce i contribuenti che non dispongono di redditi molto elevati, dato che il loro reddito si trova interamente nel settore di progressione delle aliquote”. Stando al rapporto, “una piena compensazione può essere realizzata unicamente attraverso un adeguamento delle aliquote cumulato a una maggiorazione delle deduzioni, quantomeno nella stessa misura del rincaro intervenuto”. Motivo per cui “la commissione non ravvede la necessità di mettere in discussione un meccanismo di per sé perfettamente aderente ai precetti costituzionali federali”. Non solo. “Non esistono, per contro, – viene evidenziato – Cantoni nei quali la competenza sia del Consiglio di Stato e la compensazione della progressione a freddo sia facoltativa”. Tant’è, rimarca il rapporto, che la modifica prospettata dall’Esecutivo, “sarebbe unica nel panorama federale e intercantonale”. E rileva: “Il governo sembra volersi riservare la competenza di compensare solo parzialmente gli effetti della progressione a freddo con lo scopo di ottenere maggiori ricavi fiscali”.

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