Il suo scopo è rendere più efficace ed efficiente la collaborazione tra Polizia cantonale e Polizie comunali. Verrà prossimamente aperta una consultazione
Il rapporto ‘Polizia ticinese’, il cui scopo è rendere più efficace ed efficiente la collaborazione tra Polizia cantonale e Polizie comunali, è stato presentato ai Comuni ticinesi. L’incontro – voluto dal Dipartimento istituzioni (Di) e che fa seguito ai momenti informativi già avvenuti con una delegazione dell’Associazione dei Comuni ticinesi (Act) e successivamente con la Conferenza consultiva sulla sicurezza, ossia il tavolo di lavoro che riunisce responsabili politici e tecnici dei principali Comuni e del Cantone – si è tenuto ieri sera a Giubiasco nell’aula magna del Centro di formazione della Polizia ed era rivolto ai sindaci e ai capi dicastero dei Comuni ticinesi.
Si tratta di un ulteriore passo avanti, spiega una nota del Dipartimento diretto da Norman Gobbi, il cui scopo era di “condividere con tutti i Comuni, sia con quelli che hanno un proprio corpo di polizia, sia con quelli senza un proprio corpo di polizia, le risultanze del lavoro compiuto dallo speciale gruppo di lavoro, presieduto dal segretario generale del Di Luca Filippini”. E aggiunge: “Come espressamente voluto da Gobbi, il rapporto è stato sviluppato tenendo conto dei parametri applicati nell’ambito della riforma ‘Ticino2020’ che ridefinisce i compiti tra Cantone e Comuni. Inoltre indirizza maggiormente le competenze verso compiti di prossimità da attribuire ai Comuni, facendo così proprie anche le indicazioni contenute nel lavoro commissionato dall’Act ‘Guida alla Polizia di prossimità’”.
Durante l’incontro di ieri, il capo della Sezione enti locali Marzio Della Santa, ha esposto gli obiettivi del progetto, nonché la metodologia dell’analisi compiuta, i risultati dell’analisi con la governance politica e la governance operativa “da tenere ben separate”, ha sottolineato. In generale, rileva il comunicato, le principali innovazioni del rapporto si possono riassumere in tre punti: “la Polizia comunale esegue compiti di interesse locale e i Corpi comunali non si distinguono più tra Polizie polo e Polizie strutturate”, “Polizia comunale o Polizia cantonale possono eseguire compiti per conto dei Comuni” e “la Polizia comunale può eseguire anche compiti di spettanza cantonale, a condizioni stabilite dal Cantone”.
Della Santa ha peraltro sottolineato come la coesistenza delle Polizie comunali e della Polizia cantonale costituisca “un’opportunità valida nella misura in cui i due ingranaggi di questo complesso meccanismo si dimostrano funzionali e funzionanti. Questo può essere possibile se vi è consapevolezza dei rispettivi ruoli, se vi è rispetto dei compiti assunti, chiarezza del quadro normativo, continuità organizzativa e, come già detto, separazione effettiva tra politica e operatività”.
Dopo la presentazione di ieri sera con i Comuni, il Di presenterà nelle prossime settimane il rapporto a tutti i comandanti delle Polizie comunali e aprirà in seguito una consultazione per condividerne i contenuti “con un’ampia cerchia di stakeholder, politica inclusa, prima di presentare un messaggio al Consiglio di Stato”.