La Smart bianca ora sotto sequestro a Milano al centro dell'inchiesta sulla lite finita in tragedia fra tifosi Nerazzurri
Era stata noleggiata, per un periodo di una settimana, presso una società a garanzia limitata (Sagl) con sede nel Mendrisiotto, la Smart bianca utilizzata a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese, in quella che è stata una lite fra due elementi di spicco del tifo organizzato dell'Inter e finita, tragicamente, con l'omicidio di un 39enne e il ferimento di un 49enne giovedì mattina.
La vittima, sulla cui morte è stata aperta un'inchiesta, presentava lesioni da arma da taglio, mentre sul ferito, capo ultras dei Nerazzurri, ora gli arresti, da arma da fuoco.
La lite tra i due sarebbe scoppiata all'uscita della palestra, una scuola di pugilato dove si erano andati ad allenare. Al culmine dell'alterco, dentro una vettura parcheggiata a ridosso del cortile, con targhe ticinesi, il 39enne avrebbe sparato con una pistola al 49enne che, ferito a una gamba, avrebbe a quel punto accoltellato l'aggressore alla gola, uccidendolo.
La vittima dell'omicidio era indicato come l'erede di una famiglia 'ndranghetista, basata a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Era il nipote del boss storico, e il figlio di un altro elemento di spicco morto nel gennaio scorso nel carcere di Opera dove si trovava detenuto in regime di 41bis. Aveva precedenti per reato di crimine organizzato. Il suo arrivo, da circa un anno, nel direttivo ultrà, avrebbe creato malumori nella gestione della curva, attriti che potrebbero essere alla base della lite terminata con l'omicidio.