Dopo aver chiesto l'attivazione dell'Alta vigilanza, il partito in un comunicato odierno chiede al giudice un passo indietro
Il Movimento per il socialismo (Mps) chiede le dimissioni dalla magistratura del giudice Mauro Ermani. Il partito, dopo aver richiesto l'attivazione dell'Alta vigilanza, in un comunicato odierno ai media sostiene che il magistrato debba fare un passo indietro considerato che negli ultimi anni, "è salito agli onori della cronaca per comportamenti (di cui abbiamo riferito n.d.r) che non possono e non devono aver diritto di cittadinanza, ancor più se commessi da qualcuno che riveste una carica così importante come quella di presidente del Tribunale Penale".
Un comportamento "riprovevole, e forse anche passibile di sanzioni penali e civili, da parte di una delle massime autorità penali si sovrappone a una situazione di caos, potenzialmente esplosiva, in seno alla Magistratura", scrive Mps. Il partito richiama in questo senso l’articolo 4 della Legge federale sulla parità dei sessi (Divieto di discriminazione in caso di molestia sessuale) che definisce discriminante "qualsiasi comportamento molesto di natura sessuale o qualsivoglia altro comportamento connesso con il sesso, che leda la dignità della persona sul posto di lavoro, il proferire minacce, promettere vantaggi, imporre obblighi o esercitare pressione di varia natura su un lavoratore per ottenerne favori di tipo sessuale".
Per il Movimento per il socialismo "lasciar passare la vicenda, oppure ridurla a un atteggiamento di tipo goliardico, appare assolutamente inaccettabile: è il proliferare di questi atteggiamenti che tendono a rendere ‘accettabile’ il sessismo ordinario". Riguardo l'ipotesi che il magistrato rimanga al suo posto, su cui il presidente del Centro Fiorenzo Dadò aveva espresso dubbi, l'Mps ritiene che ciò "non sia più possibile".
Ribadendo l'invito al giudice Ermani a rassegnare le dimissioni, il partito auspica che all'appello "si aggiungano anche altre forze politiche, sociali e associative, in particolare quelle delle donne che lottano contro discriminazioni e sessismo".