Dopo l’ok al rapporto sulla vicenda dell’ex funzionario del Dss, il governo presenta le sue riflessioni per attuare le raccomandazioni della Gestione
Era il 19 settembre quando, approvando il rapporto commissionale della Gestione e finanze, il parlamento ha messo la parola fine sulla vicenda dell’ex funzionario del Dipartimento sanità e socialità condannato in via definitiva per coazione sessuale e violenza carnale. Con un solo voto contrario e due astensioni, il Gran Consiglio aveva dunque dato il via libera alle raccomandazioni sulla politica del personale e sulla prevenzione delle molestie e degli abusi formulate dall’audit esterno assegnato allo studio legale ginevrino ‘Troillet Meier Raetzo’, e fatte proprie dalla Gestione. Nonostante la tensione palpabile durante tutto il dibattito, il voto quasi unanime aveva dato il La in seno all’Amministrazione cantonale a un miglioramento delle direttive al rafforzamento del sistema di segnalazione, dai corsi di formazione per i dirigenti alla conoscenza di cosa sia una molestia, dai briefing coi nuovi capi quando ci sono passaggi di consegne alle valutazioni periodiche che devono essere parte integrante del dossier personale di un dipendente.
A distanza di una decina di mesi, il Consiglio di Stato ha presentato i suoi approfondimenti e proposte per concretizzare le raccomandazioni nel rapporto finale della Gestione e finanze. Approfondimenti e proposte volti a evidenziare “alcune misure di perfezionamento del dispositivo di prevenzione delle violazioni dell’integrità personale all’interno dell’Amministrazione cantonale”. Per il governo, queste misure di miglioramento “permettono all’amministrazione di rafforzare il sistema di segnalazione, offrendo ai collaboratori una scelta di servizi di ascolto e sostegno, oltre alla possibilità di segnalare formalmente eventuali situazioni”. Nell’ambito della procedura formale, poi, l’inserimento nella direttiva del principio di prevedere indagini esterne e indipendenti contribuisce “a rafforzare il sistema di segnalazione”. Queste misure, viene messo in evidenza, “si inseriscono nell’ambito di ulteriori iniziative volte a tutelare maggiormente la personalità dei collaboratori, nonché degli allievi, come per esempio le direttive sui comportamenti inadeguati in ambito scolastico e altre misure di formazione, informazione e sensibilizzazione che vengono promosse internamente all’Amministrazione cantonale”.
Le misure scaturite dall’audit esterno del caso dell’ex funzionario del Dss, lo ricordiamo, erano sei: migliorare la direttiva concernente le molestie psicologiche, sessuali e le discriminazioni; rafforzare la credibilità del sistema di segnalazione; prevedere una formazione per i dirigenti; svolgere sondaggi sul clima di lavoro più regolarmente; creare regole per disciplinare la gestione dei dossier del personale e avviare verifiche periodiche da parte del Controllo cantonale delle finanze. A queste si aggiungono ulteriori due raccomandazioni formulate dalla stessa commissione: compiere un’analisi puntuale in seno a tutti i Dipartimenti, con un punto della situazione in merito alle prassi e alle modalità di sviluppo, formazione e conduzione del personale, ed effettuare una verifica della presenza e dello stato di implementazione delle disposizioni attualmente in vigore in relazione alla gestione del personale e alle possibilità di intervento in caso di problematicità.
Nel merito, premette il governo nel suo rapporto, “l’impegno dell’Amministrazione cantonale e di qualsiasi datore di lavoro su questo delicato argomento non può limitarsi all’emanazione di direttive sul tema, ma deve far parte di una strategia più ampia”. Ciò detto, scrive l’Esecutivo ticinese, le raccomandazioni da uno a sei della Gestione “risultano fattibili nei termini assegnati. Per contro, per quanto riguarda la settima e l’ottava raccomandazione, si tratta di azioni che dovranno essere svolte nel corso dei prossimi anni e per le quali il Consiglio di Stato fornirà alcune indicazioni generali legate alla loro futura implementazione”.
Più precisamente, è stata approfondita e rivista la direttiva del Consiglio di Stato concernente le molestie psicologiche, sessuali e le discriminazioni all’interno dell’Amministrazione del 6 giugno 2021. Non solo. Il governo si è occupato di rafforzare il sistema di segnalazione. Se da un lato la credibilità del sistema in essere è ritenuta “generalmente buona”, il Consiglio di Stato ha dall’altro colto “l’opportunità per migliorarlo ulteriormente”. In tal senso, l’Esecutivo afferma di essere “giunto alla conclusione di mantenere separate le segnalazioni per irregolarità rispetto alle segnalazioni di chi è vittima di molestie psicologiche, sessuali e discriminazioni”. E spiega: “Il gruppo segnalazioni, a cui sono indirizzate le irregolarità riscontrate, funge da coordinatore trasmettendo le segnalazioni ai superiori gerarchici di riferimento per poi assumere in un secondo tempo una decisione. Nei casi di vittime per molestie psicologiche, sessuali e discriminazioni la tempestività d’intervento riveste un aspetto importante, ragione per cui un intermediario supplementare può allungare i tempi d’intervento”.
Rispetto al contenuto della formazione per dirigenti e del personale insegnante, illustra il governo, “la formazione obbligatoria per funzionari dirigenti include già un corso relativo a conflitti e violazioni dell’integrità”. Oltre a ciò, aggiunge, “nel 2023 il Consiglio di Stato ha voluto ulteriormente rafforzare la sensibilizzazione concernente la prevenzione nel campo delle violazioni dell’integrità personale formando i quadri intermedi, ovvero quelle persone che hanno una responsabilità di team senza tuttavia ricoprire un ruolo di funzionario dirigente”. Nell’ambito scolastico, il governo elenca diverse considerazioni atte a dotare i docenti di “migliori conoscenze e competenze per contrastare le molestie psicologiche, sessuali e le discriminazioni nella scuola”. Obiettivo che può essere raggiunto, sostiene l’Esecutivo, “agendo anche sul piano dell’educazione all’affettività e alla sessualità, così come dell’educazione al genere”.
Veniamo dunque ai sondaggi sul clima di lavoro. Le raccomandazioni formulate dalla Gestione suggeriscono di ripetere l’analisi a distanza di circa tre anni, chiedendo di effettuare il prossimo sondaggio nel 2024. “L’ultimo sondaggio sul clima di lavoro – nota il governo – è stato effettuato nel corso del 2021 e il relativo rapporto è stato consegnato il 22 aprile 2022. Per poter disporre di un confronto dei risultati del 2022 con quelli del nuovo sondaggio, il Consiglio di Stato ritiene però “importante poter conferire il mandato alla stessa società romanda (Ismat) che ha effettuato l’analisi nel 2021”, e propone dunque di “posticipare tale analisi a inizio 2025 con attribuzione del mandato a gennaio 2025”.