Dadò: ‘Le istituzioni prese sottogamba’. Speziali: ‘Tra l'arbitrio e l'improvvisazione’. Sirica: ‘Deficit istituzionale’. Mazzoleni: ‘Non è emerso nulla’
Ma alla fine, il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi è ancora autosospeso dalla conduzione politica della polizia? La decisione presa dal Consiglio di Stato il 27 marzo a seguito dell'apertura da parte del Ministero pubblico di un’inchiesta sull'incidente che l'ha visto coinvolto la notte del 14 novembre 2023 sull'A2 in Leventina è ancora valida? Tecnicamente sì, il governo non ha ancora preso né comunicato una decisione sulla possibile riattribuzione della polizia a Gobbi, dopo che appunto dal 27 marzo la responsabilità è passata al suo supplente Claudio Zali. Ma oggi nei corridoi di Palazzo delle Orsoline i dubbi, le battute – in alcuni casi anche le malignate – non erano pochi. Cosa voleva dire, ieri, Gobbi quando rispondendo in aula ha affermato che “sulla polizia non parlerò perché di domande ne sono state fatte poche e soprattutto la mia autosospensione non è più tale, il governo dovrà ancora decidere cosa fare”?
«Bisogna partire dall'inizio, Gobbi si è autosospeso per evitare che il governo lo sospendesse – ci risponde il presidente del Centro Fiorenzo Dadò –. In aula, preso da fuochi incrociati, ha reagito in modo affrettato e di pancia dicendo che non è più autosospeso, ma è il governo che dovrà decidere se attribuirgli o meno la polizia». Evidentemente, per Dadò, la questione che a rispondere alle domande sulla polizia non fosse presente Zali «si pone, e ancora una volta denota che queste situazioni vengono prese sottogamba e ci si prende gioco del cittadino. Se c'è stata una sospensione o autosospensione che sia, e le competenze passano da un consigliere di Stato all'altro, chi ha questa competenza deve rispondere. Se andiamo avanti così con questo circo – rincara Dadò – diventa difficile lamentarsi del fatto che i cittadini non prendono più sul serio le istituzioni e i consiglieri di Stato...».
La fase pronunciata ieri da Gobbi «era perlomeno sibillina», rileva il presidente del Plr Alessandro Speziali secondo cui «è lecito chiedersi se l'autosospensione la decida il ministro interessato o il Consiglio di Stato, quale sia la procedura, come viene comunicato al Gran Consiglio...». Per Speziali «siamo a metà tra l'arbitrio e l'improvvisazione, il fatto che si affronti così un dibattito importante sul Consuntivo doveva portare a pensare che della cosa si sarebbe parlato, trovarsi in questa situazione non è un granché: immagino che a breve il governo chiarisca la cosa». Avrebbe dovuto essere presente Zali, per il presidente del Plr? «Sì, quando faccio domande su sanità o scuola mi aspetto risposte da chi ha la responsabilità della sanità o della scuola. Con la polizia non è stato così, adesso è di Zali e non sarebbe stata una sorpresa avere risposte da Zali: la sorpresa è stata l'interrogativo lasciato lì appeso».
Sugli scudi è il copresidente del Ps Fabrizio Sirica, che assieme al deputato Mps ieri ha sollevato la questione in aula. «Rilevo un grande deficit istituzionale nella comunicazione, perché è impossibile che un tema importante, dibattuto e sentito dalla popolazione riceva una risposta così solo perché due deputati chiedono lumi. Non è un agire istituzionale, ma un deficit che si accompagna al non dare risposte sulla polizia perché ci sono poche domande: non si può metterla via così».
Ma di deficit istituzionale Sirica parla anche riferendosi «al mancato rispetto del parlamento e del dialogo tra i poteri, è una questione anche di opportunità oltreché di forma. Opportunità che – riprende Sirica – non è assolutamente data se un consigliere di Stato agisce così senza confrontarsi con il collegio, senza un via libera dello stesso e poi risponde alla chetichella con queste modalità. Non fa bene alle istituzioni». Anche a Sirica i giornalisti chiedono se Zali avrebbe dovuto essere presente e rispondere lui. La risposta è secca come una noce: «Assolutamente sì, avrebbe dovuto essere presente nello specifico e, più in generale, penso che il governo dovrebbe essere sempre presente quando il dibattito coinvolge i vari dipartimenti». Ciò detto, il governo ha deciso però di non commentare questa situazione... «Il mio invito era a sospendere la seduta e riflettere sulla ripartizione degli interventi, noi come parlamento non possiamo indicare cosa fare, ma io da parlamentare posso dire che non si lavora così e che non è rispettoso né nei nostri confronti né nei confronti di tutta la cittadinanza».
Getta acqua sul fuoco, o almeno ci prova con una caparbietà che va riconosciuta, il deputato e vicecoordinatore leghista Alessandro Mazzoleni: «Norman Gobbi in realtà ha detto che con l'esito della procedura di cui il procuratore generale ha dato notizia ritiene che l'autosospensione non sia più giustificata, lo pensa lui come lo pensano tante altre persone visto che non è emerso nulla a suo carico o da rimproverargli e la questione può ritenersi risolta. Evidentemente – annota ancora Mazzoleni –, la presa di posizione di Gobbi avrà bisogno dell'avallo del governo, che ha diritto di accedere agli atti, valutarla e verificare se la decisione del pg può essere condivisa e quindi reinserirlo nei compiti della guida politica della polizia». Ma è stata una fuga in avanti? «No, sono valutazioni che possono essere condivise o contestate, ma sta di fatto che la decisione del pg ha dato indicazioni chiare». E sulla questione Zali? «Non saprei bene cosa dire, credo però che sia frutto di una decisione del governo chi risponde per quale dipartimento o servizio, ma un ministro risponde».