Nel 2023 sulle strade e autostrade ticinesi gli automobilisti hanno trascorso in coda circa 5'000 ore, con un aumento del 34% rispetto al 2022
Sempre più ore in colonna in auto in Ticino: stando al rapporto sulla viabilità 2023 dell'Ufficio federale delle strade (Ustra), lo scorso anno gli ingorghi nel nostro cantone sono aumentati del 34% rispetto al 2022, contro una media nazionale del 22,4%. Complessivamente gli automobilisti sulle strade ticinesi hanno trascorso in coda circa 5'000 ore di congestione (l'anno prima erano 3'700): peggio di noi, solo le strade dell'agglomerato zurighese con 13'331 ore di colonna.
Particolarmente intasata la bretella di Stabio, dove le ore di congestione sono state 980 contro le 488 del 2022. Incrementi degli ingorghi anche tra Lugano-Nord e Mendrisio in direzione sud, tra Mendrisio e il confine nazionale in direzione sud, tratto che segna un nuovo aumento dopo il calo dell'anno precedente, e sul Piano di Magadino: per non parlare dei portali nord e sud della galleria stradale del San Gottardo (più distanziato l'asse del San Bernardino)
A livello nazionale le colonne di veicoli hanno raggiunto la quota record di 48'807 ore, di cui l’86,7% imputabile a problemi di congestione della rete. Stando al Rapporto dell'Ustra, con 29,6 miliardi di veicoli-chilometro percorsi, il volume di traffico sulla rete viaria nazionale è aumentato rispetto al 2022 di 1,5 punti percentuali, confermando la centralità delle strade nazionali nel sistema dei trasporti elvetico. Le autostrade, semiautostrade e strade nazionali di terza classe, pur rappresentando appena il 3% in termini di estensione rispetto all'intera rete viaria del Paese, hanno assorbito il 45% del chilometraggio totale registrato.
Dei quasi 30 miliardi di veicoli-chilometro, l’84% (24,9 miliardi) è stato percorso da automobili (+2,9%). Anche per il trasporto merci la rete nazionale riveste un'importanza cruciale, come dimostra la quota del 68,3% di veicoli-chilometro riferita a camion, furgoni e altri veicoli commerciali.
Lo scarto tra l'incremento delle ore di coda (+22,4%) e quello dei veicoli-km (+1,5%) è sintomatico dei limiti di saturazione della rete viaria nazionale. Questa evoluzione mette a dura prova la stabilità e la resilienza del sistema, stando all'Ustra. Nonostante le numerose misure adottate per ottimizzare il flusso veicolare, le strade nazionali non sono infatti più in grado di assorbire il surplus di traffico generato dalla domanda.
I sistemi su cui si punta per rimediare al problema, tra cui gli impianti di limitazione dinamica della velocità o le corsie dinamiche, in alcuni tratti non sono più sufficienti per far fronte alla crescita futura dei volumi di traffico.
Pertanto, secondo l'Ustra è necessario ricorrere a potenziamenti mirati volti a risolvere le criticità più gravi. I progetti di ampliamento sono inseriti e classificati per priorità nel Programma di sviluppo strategico (Prostra), aggiornato e presentato al parlamento ogni quattro anni.
L'obiettivo di questi interventi consiste nel migliorare la circolazione, ridurre i riversamenti di traffico sulla viabilità ordinaria e garantire la robustezza della rete autostradale.
In una presa di posizione odierna, l'Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG) ha espresso preoccupazione per l'evoluzione in crescita delle ore passate in colonna. Per l'Astag, l'ampliamento della rete autostradale, su cui si voterà in autunno, deve quindi essere realizzato.
Le Camere federali nel settembre 2022 hanno accolto un credito di 4,4 miliardi di franchi per aumentare il numero di corsie in sei settori tra cui, nei pressi di Berna, l'autostrada A1 tra Wankdorf e Schönbühl, e sull'arco lemanico, nei cantoni Vaud e Ginevra, sempre l'A1 tra Le Vengeron (GE) e Nyon (VD). Contro questi piani, l'Associazione traffico e ambiente (Ata) ha lanciato con successo il referendum.
Secondo l'ATA e altre organizzazioni, un'ulteriore estensione delle autostrade equivarrebbe a promuovere il traffico individuale motorizzato. Le capacità supplementari che vengono create generano subito un aumento del traffico e, di conseguenza, anche più rumore, più CO2, più gas di scarico, una maggior usura degli pneumatici, più incidenti e una maggior cementificazione.