Il direttore del Dfe commenta il disavanzo fissato a 121,8 milioni: ‘Il gettito tiene, ma da solo non risolve una situazione che resta difficile’
«Sì, siamo riusciti tra virgolette a contenere i danni dal profilo finanziario avvicinandoci agli 80 milioni di franchi di disavanzo del Preventivo, e soprattutto siamo riusciti a rimanere sotto l’asticella che attiva il meccanismo del freno ai disavanzi che si attesta attorno ai 130 milioni di deficit. Ma la situazione resta molto fragile e richiederà l’impegno di tutti». Il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta, raggiunto da ‘laRegione’ per commentare il Consuntivo 2023 licenziato oggi dal Consiglio di Stato e che fissa il rosso a 121,8 milioni di franchi, non abbandona la cautela richiesta dal momento storico in cui stiamo vivendo. Il recupero c’è stato: il Preconsuntivo 2023 aggiornato ad aprile parlava di -224,4 milioni, a giugno di -198,6 milioni e a settembre di -167,8. Per chiudere con un recupero di altri 40 milioni abbondanti che portano il tutto a -121,8 milioni.
Un recupero che però non cambia le carte in tavola: «La situazione nel suo complesso rimane difficile e impegnativa dal profilo finanziario – conferma Vitta –, in un contesto che è difficile anche se guardiamo a livello internazionale e nazionale. Gli sforzi da fare restano molti». E non c’è nemmeno grande spazio per chissà quale ottimismo, considerando il buon recupero registrato durante l’anno. Perché «se dal fronte delle entrate sicuramente registriamo una buona tenuta dei gettiti, grazie anche ad alcune entrate straordinarie, questo non risolve la situazione. Anche perché – continua il direttore del Dfe – non dobbiamo dimenticarci che il governo ha messo in campo misure puntuali per il 2023, che arrivavano circa a una quarantina di milioni, che non si ripeteranno. Il lavoro resta molto».
Il lavoro resta molto ma con questo parlamento, e il parto lunghissimo che ha portato il Preventivo 2024 a ulteriori ridimensionamenti in Gran Consiglio, il clima e le speranze che migliori sono quelli che sono. Che appello si sente di fare Vitta alla politica? «Quello che dobbiamo avere la consapevolezza che la strada da fare è ancora lunga, e dobbiamo fare tutti uno sforzo collettivo per trovare un denominatore comune sui passi da intraprendere – risponde il direttore del Dfe –. Certo, le sensibilità politiche sono molto diverse e differenziate ma è uno sforzo che dobbiamo fare».
In alcune occasioni membri del Consiglio di Stato hanno denunciato la difficoltà di operare in un perimetro sempre più stretto che vede, anche attraverso votazioni popolari o decisioni del legislativo, sempre più richieste di spesa ma senza agire sulle entrate. Quanto può essere limitante, a lungo andare, questo perimetro stretto? «Più il campo si restringe più è difficile trovare un equilibrio per raggiungere gli obiettivi – dice Vitta –, e quindi è più difficile far quadrare il tutto. Per questo ritengo sia importante che tutti insieme facciamo uno sforzo per migliorare la situazione».