Chiamate fatte e ricevute, così è disciplinata la materia tra Codice di procedura penale e Legge sulla sorveglianza del traffico delle telecomunicazioni
Sì, anche i tabulati telefonici potrebbero dire molto, in sede di inchiesta penale, sulle fasi successive all’incidente che ha coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi. Potrebbero contribuire a fare chiarezza sulla gestione del caso da parte della Polizia cantonale. La lista delle chiamate effettuate e ricevute dai protagonisti diretti e indiretti di quella notte dello scorso 14 novembre – data del sinistro sull’autostrada, in direzione sud-nord, in zona Stalvedro, causato dalla vettura guidata da un cittadino straniero che, lasciata la corsia di emergenza, si è immesso su quella di scorrimento mentre stava sopraggiungendo l’auto con al volante il direttore del Dipartimento istituzioni – potrebbe contribuire a fare chiarezza sul flusso di informazioni anche in seno alla Cantonale. Potrebbe. Condotte dal procuratore generale Andrea Pagani, le indagini si svolgono nel massimo riserbo. Vige il segreto istruttorio e quindi allo stato attuale non è dato sapere se il magistrato, che procede per le ipotesi di abuso di autorità e favoreggiamento, per ora contro un agente e contro ignoti, abbia chiesto o meno i tabulati alle compagnie telefoniche interessate. In generale possono essere acquisiti i tabulati telefonici fino a sei mesi prima dal momento della richiesta.
A regolare la procedura è il Codice di diritto processuale svizzero, con l’articolo 274, quello dedicato alla procedura di approvazione. “Entro 24 ore dal momento in cui ha disposto la sorveglianza od ordinato di raccogliere informazioni, il pubblico ministero presenta al giudice dei provvedimenti coercitivi i seguenti documenti: l’ordine di sorveglianza; la motivazione e gli atti procedurali rilevanti per l’approvazione”, recita il primo capoverso. Il secondo capoverso continua così: “Il giudice dei provvedimenti coercitivi decide con succinta motivazione entro cinque giorni dal momento in cui è stata disposta la sorveglianza od ordinata la raccolta d’informazioni. Può accordare l’approvazione a titolo provvisorio o vincolarla a oneri come pure esigere un complemento degli atti o ulteriori chiarimenti”. Dopodiché, e siamo al terzo capoverso, “il giudice dei provvedimenti coercitivi comunica senza indugio la decisione al pubblico ministero nonché al servizio di sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni”. L’approvazione menziona espressamente: “a) i provvedimenti da prendere per la salvaguardia dei segreti professionali; b) se è lecito accedere a spazi non accessibili al pubblico per introdurre programmi informatici speciali nel corrispondente sistema di trattamento dei dati ai fini della sorveglianza del traffico delle telecomunicazioni”.
Secondo la legge federale sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (Lscpt) del 18 marzo 2016 possono essere acquisiti i tabulati telefonici fino a sei mesi prima dal momento della richiesta. Ciò significa che la richiesta dei tabulati non è possibile all’infinito, ma soltanto fino al 13 maggio 2024.
Intanto martedì pomeriggio (vedi laRegione di ieri) il pg ha interrogato quello che per ora è l’unico imputato, ovvero il graduato, un quadro della Gendarmeria, giunto sul luogo dell’incidente successivamente all’arrivo della pattuglia. Come dichiarato da Gobbi al nostro giornale nell’edizione del 14 marzo, quando è stata pubblicata l’interpellanza del deputato e presidente del Centro Fiorenzo Dadò, il consigliere di Stato era risultato “lievemente superiore al limite”. Sottoposto al test probatorio, “ero risultato nella norma”. L’inchiesta del pg dovrà stabilire fra l’altro il tempo intercorso dal primo al secondo test. Stando a nostre informazioni, sarebbero passate almeno un paio d’ore. Se così fosse, sarebbe dovuto scattare l’esame del sangue, eventualmente ordinato dal procuratore pubblico di picchetto (così sino alla fine del 2023) dopo essere stato interpellato dalla polizia. Secondo Gobbi, tutto si sarebbe invece svolto nel rispetto della procedura.
Il procuratore generale Pagani è chiamato a far piena luce sull’incidente leventinese. Quello di martedì non sarà il solo interrogatorio necessario a dipanare la matassa (verrà sentito anche il conducente straniero?). E acclarare una vicenda che sta facendo discutere sempre più l’opinione pubblica e il mondo politico.