Ticino

Caso Gobbi, interrogato l’agente di polizia

Sentito dal pg Pagani il graduato della Gendarmeria che giunse sul luogo dell’incidente stradale successivamente all’arrivo della pattuglia

In sintesi:
  • Il graduato della Cantonale è difeso dall’avvocata Maria Galliani
  • Massimo riserbo sull’esito del primo interrogatorio
  • L’inchiesta, aperta anche contro ignoti, prosegue
Il tema resta caldo
(Ti-Press)
9 aprile 2024
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È stato sentito per la prima volta oggi. L’agente della Polizia cantonale, al momento l’unico imputato nel procedimento penale aperto per le ipotesi di abuso di autorità e favoreggiamento in relazione all’incidente stradale occorso al consigliere di Stato e direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, è stato interrogato nel pomeriggio dal procuratore generale Andrea Pagani. L’agente è difeso dall’avvocata Maria Galliani. Su quello che è emerso dall’interrogatorio vige il più assoluto riserbo.

Il poliziotto è il graduato, un quadro della Gendarmeria, giunto sul luogo del sinistro, successivamente all’arrivo della pattuglia, e dove avrebbe avuto un ruolo esecutivo. Sinistro avvenuto sulla A2 il 14 novembre dello scorso anno, poco dopo la mezzanotte, sulla corsia sud-nord in zona Stalvedro, quando un’auto, guidata da un cittadino straniero, ha lasciato la corsia di emergenza e si è immessa in quella di scorrimento: il conducente non si è però accorto che stava sopraggiungendo la vettura con alla guida Gobbi. “L’impatto, pur con la prudenza dovuta, è stato inevitabile – ha dichiarato il consigliere di Stato leghista alla ‘Regione’, che nell’edizione di giovedì 14 marzo ha riferito, oltre che delle parole del ministro, dei dettagliati quesiti sull’incidente contenuti nell’interpellanza del deputato centrista Fiorenzo Dadò –. Nonostante lo spavento non ci sono state per fortuna conseguenze gravi. Sono stato io a chiamare la polizia. All’alcol test precursore – aggiungeva Gobbi – sono risultato lievemente superiore al limite, sono quindi stato sottoposto al test probatorio, quello definitivo, da cui è risultato che ero nella norma. Il tutto si è svolto – sia ben chiaro – nel rispetto della procedura”.

Gli accertamenti penali sono stati avviati a metà dello scorso mese dal pg Pagani “a seguito di notizia di possibile reato”, si leggeva nel comunicato stampa diffuso dalla Procura il 26 marzo. “L’istruttoria – proseguiva la nota del Ministero pubblico – è finalizzata a ricostruire l’accaduto e ad accertare se sussistano eventuali fattispecie penali nel contesto dell’incidente e della successiva procedura di constatazione dei fatti. Le ipotesi di reato, al momento nei confronti di un agente della Polizia cantonale e contro ignoti, sono di abuso di autorità e di favoreggiamento”. Aquisizione di documenti e interrogatori. L’inchiesta continua.

E in serata il dibattito politico

Intanto dell’incidente leventinese e annessi si è parlato nella puntata di stasera di ‘Matrioska’ (Teleticino) condotta dal giornalista Marco Bazzi. “È da un mese – ha affermato Daniele Piccaluga, deputato e uno dei vice coordinatori della Lega – che il problema del Canton Ticino è diventato un incidente in autostrada tra due veicoli. C’è un’inchiesta in corso e direi di lasciar lavorare la giustizia. Invece siamo giornalmente sui media a disquisire di fatti che devono ancora venire chiariti, facendo passare in secondo piano i veri problemi del Cantone”. Presente in studio anche Giorgio Galusero, già granconsigliere del Plr ed ex ufficiale della Polizia cantonale: “Ho avuto modo di leggere una delle lettere anonime che stanno circolando. Mi auguro che non ci sia nulla di vero, perché non riesco a immaginare che per un incidente con soli danni materiali venga attivata tutta la catena di comando, dal capogruppo fino al comandante della Polizia cantonale”.

Menzionando anche la demolizione dell’ex Macello di Lugano, il granconsigliere dei Verdi Marco Noi ha rilevato come “negli anni ci siano stati più episodi che pongono degli interrogativi sull’operato della polizia. Quando alcune dinamiche accadono una volta, è un caso. Due, una coincidenza. Ora sembra una regola. È evidente che qualcosa non stia funzionando”. Per il deputato democentrista Tuto Rossi, “la manovra di Dadò è quella di far licenziare un consigliere di Stato in modo da raccogliere qualche voto in più alle prossime elezioni. In questi giorni abbiamo letto sui giornali che la violenza è aumentata fortemente dallo scorso anno, ma allo stesso tempo si sta sabotando la polizia e la magistratura unicamente per trarne vantaggio di politichetta”.

“Il caso non è assolutamente da minimizzare”, ha replicato e ripetuto più volte il presidente cantonale del Centro Fiorenzo Dadò, autore della prima interpellanza sull’incidente. “In quanto deputati abbiamo un ruolo di vigilanza. Se veniamo a conoscenza che qualcuno potrebbe aver infranto la legge e che ci sarebbero stati dei favoritismi da parte delle forze dell’ordine, dobbiamo chiedere chiarimenti. Se dovesse emergere che questi sospetti sono veri, sarà un caso istituzionale di una gravità inaudita. L’immagine delle istituzioni e della polizia sono pesantemente compromesse da questo fatto”.