Il Consiglio di Stato sulla proposta di Ermotti-Lepori: in Ticino abbiamo già gli strumenti per tutelare in modo adeguato la libertà dei cittadini
Istituire in seno al Gran Consiglio una commissione dei diritti umani (“Commissione dei diritti dell’uomo”) o (“in alternativa") introdurre la figura del difensore civico (“ombudsman /ombudswoman” cantonale) al quale “affidare il monitoraggio e l’esame dell’applicazione” delle convenzioni internazionali “per la protezione di determinati diritti fondamentali”? Quanto chiede Maddalena Ermotti-Lepori, con un’iniziativa depositata nel gennaio dello scorso anno, non trova d’accordo il Consiglio di Stato. Quest’ultimo invita quindi la commissione parlamentare ‘Costituzione e leggi’, sotto la cui lente è la proposta della deputata del Centro, a respingerla. “L’istituzione di una nuova commissione parlamentare o di un nuovo ufficio, anche se collocato all’interno di un’autorità esistente, comporta nuovi oneri per l’ente pubblico – scrive il governo –. Si tratterebbe di assegnare un nuovo compito allo Stato che si sovrapporrebbe con le competenze attribuite attualmente dalla Costituzione cantonale alle diverse autorità”. Il che, aggiunge, “si pone in contrasto con i propositi di riduzione della burocrazia e di controllo della spesa più volte evocati anche dal Gran Consiglio”.
Pure in Ticino, annotano dal canto loro Ermotti-Lepori e cofirmatari dell’iniziativa parlamentare, “non tutti (nemmeno le varie autorità) conoscono le convenzioni internazionali per la protezione di determinati diritti fondamentali, che pure il parlamento federale ha ratificato”. Ed “è peccato”, sostengono, che “la vigilanza sull’applicazione di tali convenzioni sia possibile solo ex post, ossia rivolgendosi ai tribunali”. Meglio sarebbe, affermano, “una vigilanza preventiva ed è ciò che l’iniziativa intende mettere in atto”. La “Commissione parlamentare dei diritti dell’uomo” che gli iniziativisti propongono, passando dalla modifica della Legge sul Gran Consiglio, dovrebbe occuparsi “della vigilanza sul rispetto dei diritti umani” e presentare “ogni anno” il proprio rapporto al parlamento, “in analogia al modo di operare della Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione”. I compiti? “Esaminare il contenuto della legislazione ticinese, esprimersi sull’attività delle amministrazioni sia cantonali che comunali, esprimersi sulle attività degli enti di diritto pubblico e delle istituzioni sussidiate dallo Stato, garantire il rispetto dei Diritti dell’uomo, esaminare i mezzi che permettano di promuoverli nel cantone”.
Compiti, obietta il Consiglio di Stato nella risoluzione governativa inviata alla ‘Costituzione e leggi’, che “si intreccerebbero con quelli di altre commissioni del parlamento, dei tribunali e degli enti pubblici, in particolare del Cantone nei casi in cui svolge compiti di vigilanza”. Cosa che comporterebbe “una sovrapposizione di competenze”. Precisa l’Esecutivo: “Non si intende sminuire l’importanza dei diritti dell’uomo, ribaditi anche dalla Costituzione cantonale nel capitolo sui diritti fondamentali dei cittadini. Occorre però collocare il tema dei diritti umani nel contesto corretto”. Nel nostro cantone l’ordinamento istituzionale e quello giudiziario “conferiscono ai cittadini il diritto di far valere i loro diritti fondamentali e al parlamento di modificare la legislazione e di esercitare compiti di vigilanza”. Ebbene, evidenzia il governo, “sono già ora a disposizione gli strumenti per tutelare in modo adeguato i diritti umani e le libertà dei cittadini”.
Di più. “Non reputiamo pertinente – osserva il Consiglio di Stato nella risoluzione – citare quale esempio la Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione. A differenza di questa, alla quale sono assegnati dei compiti ben definiti, la nuova commissione avrebbe delle competenze più generali e indeterminate”.
Il governo segnala infine che “il 23 maggio 2023 è stata fondata a Berna l’Istituzione svizzera per i diritti umani (Isdu) con il sostegno e la partecipazione finanziaria della Confederazione e dei Cantoni: come rilevabile dagli statuti, questa istituzione indipendente ha il compito di contribuire a proteggere e a promuovere i diritti umani in Svizzera, collaborando con le autorità federali, cantonali e comunali, oltre che con tutte le parti interessate”.