È quanto propone, per migliorarne il rispetto, un’iniziativa parlamentare generica di Ermotti Lepori (Centro/Ppd) e cofirmatari di diversi partiti
"Migliorare il rispetto dei diritti umani". Come? Esaminando e monitorando l’applicazione delle convenzioni in materia, dando una competenza esplicita di vigilanza superiore al Gran Consiglio ticinese che ne riferisca mediante rapporti annuali, e/o introducendo un Ombudsman/Ombudswoman (difensore civico).
È quanto propongono Maddalena Ermotti Lepori (Centro/Ppd) e cofirmatari di vari partiti con un’iniziativa parlamentare generica. Nella quale a titolo introduttivo scrivono che "anche nel nostro cantone, non tutti (nemmeno le varie autorità) conoscono le convenzioni internazionali per la protezione di determinati diritti fondamentali, che pure il parlamento federale ha ratificato. Ed è peccato che la vigilanza sull’applicazione di tali convenzioni sia possibile solo ex post, ossia rivolgendosi ai tribunali".
Questo significa, spiegano, "intervenire soltanto al termine del processo di applicazione. Le persone più vulnerabili e bisognose di protezione non dispongono dei mezzi finanziari e delle competenze per rivolgersi ai tribunali, tanto più se devono affrontare un percorso che può durare parecchi anni".
Ecco perché secondo gli iniziativisti meglio varrebbe una vigilanza preventiva, ovvero ciò che con la loro proposta intendono mettere in atto. Una possibilità, valutano, sarebbe quella di chiedere al parlamento di attuare una vera ed effettiva vigilanza sul rispetto dei diritti umani, avvalendosi se necessario dell’Amministrazione cantonale. "Chiediamo dunque che la legge sul Gran Consiglio venga modificata per introdurre una nuova commissione parlamentare ‘Commissione dei diritti dell’Uomo’, che si occupi della vigilanza sul rispetto dei diritti umani, e ogni anno presenti il proprio rapporto al parlamento, in analogia al modo di operare della Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione".
Un’altra possibilità, in aggiunta o in alternativa alla Commissione parlamentare, secondo i firmatari "potrebbe essere quella di affidare il monitoraggio e l’esame dell’applicazione delle convenzioni a un Ombudsman/Ombudswoman cantonale, che si potrebbe nominare (anche qui, assumendo una persona nuova, oppure attribuendo questo compito a una persona o a un ufficio)".