La ‘Giustizia e diritti’ tira dritto e mantiene i rapporti al voto lunedì in Gran Consiglio. La presidente Daria Lepori: ‘Ma rifletteremo sul sistema’
Elezione magistrati, la commissione parlamentare tira dritto. «Abbiamo deciso di non ritirare i rapporti riguardanti le proposte di nomina, ritenendo necessario e urgente procedere con l’elezione di due procuratori pubblici e di un giudice supplente del Tribunale d’appello – afferma la presidente della ‘Giustizia e diritti’, la socialista Daria Lepori –. Inoltre, i rappresentanti dei partiti in commissione si sono detti non favorevoli a un eventuale dibattito libero in aula. Ribadiamo comunque la volontà di tornare, in tempi brevi, a riflettere sul vigente sistema di nomina dei magistrati, valutando se occorrano dei correttivi o se non si debba cambiarlo in maniera importante. Sul nostro tavolo ci sono delle proposte. Alle quali si aggiungerà probabilmente quella dell’Mps che chiede l’introduzione del sorteggio».
Intanto si vedrà cosa succederà lunedì in Gran Consiglio quando, stando al programma dei lavori, si tratterà di designare i/le subentranti delle procuratrici pubbliche Pamela Pedretti e Marisa Alfier, che hanno rassegnato le dimissioni per il 30 aprile. Dei dodici candidati ritenuti idonei dagli esperti, la ‘Giustizia e diritti’ propone l’elezione di Alvaro Camponovo (in quota Lega, ma nel Comitato distrettuale del Luganese dei Verdi liberali 2021/2022) e di Luca Losa (area socialista), entrambi oggi segretari giudiziari. È soprattutto la scelta caduta su Camponovo ad aver sollevato dubbi e discussioni. Dei sette segretari giudiziari aspiranti pp è quello con meno anni di esperienza (è sg dal gennaio 2022) e fa parte della squadra che in seno al Ministero pubblico si occupa del perseguimento dei reati finanziari: Alfier e Pedretti sono invece nel team di magistrati inquirenti che indaga sui reati di polizia, cioè sugli illeciti che non sono di natura finanziaria. Non solo. Suo padre è amministratore unico della società di cui Sabrina Aldi, avvocata, vicecapogruppo della Lega in Gran Consiglio e seconda vicepresidente della ‘Giustizia e diritti’, è direttrice amministrativa. In tutto questo, lo ribadiamo, nulla di illegale, ma legittimi interrogativi sull’opportunità. Stesso discorso per un’altra proposta di nomina uscita dalla commissione parlamentare: quella di Chiara Ferroni come giudice supplente per il Tribunale penale cantonale. Il padre è direttore fra l’altro della Flp, la società Ferrovie Luganesi Sa, nel cui CdA siede anche Aldi, in rappresentanza del Cantone.
Un cambio di sistema, dicevamo. «Noi è già da parecchio tempo che riteniamo che il metodo usato per le nomine dei procuratori vada ridiscusso», commenta la deputata liberale Cristina Maderni che ha ereditato dal già granconsigliere Marco Bertoli un’iniziativa che traccia un percorso chiaro. L’atto parlamentare, infatti, chiede che “la legislazione cantonale sia modificata affinché il Ministero pubblico venga diretto dal procuratore generale, coadiuvato da quattro altri membri della Direzione del Ministero pubblico”, di attribuire la competenza di nomina della Direzione del Ministero pubblico al Gran Consiglio; di sopprimere la competenza generale del Gran Consiglio quale autorità di nomina di tutti i procuratori pubblici; di attribuire la competenza di nomina dei procuratori pubblici alla Direzione del Ministero pubblico; di adeguare laddove necessario l’intera legislazione sull’organizzazione giudiziaria”.
«La nostra – riprende Maderni a ‘laRegione’ – è una proposta concreta che è stata accolta in maniera possiamo dire positiva dal procuratore generale Andrea Pagani e, dalle ultime dichiarazioni, anche il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi pensa che possa essere una soluzione praticabile». Quello che Maderni vede in questi giorni «è che anche altri partiti si stanno attivando facendo altre proposte, ma probabilmente una strada per trovare una soluzione sarebbe quella di partire dagli atti già presenti, quindi il nostro, e fare con serenità e lucidità una discussione su questa proposta. Eventualmente valutando degli accorgimenti, ma partendo comunque dal fatto che lo stesso pg ha mostrato un’apertura». Ma l’attuale sistema di nomina è arrivato al capolinea? Per la granconsigliera e commissaria della ‘Giustizia e diritti’ liberale radicale «siamo arrivati a un punto dove questo problema va affrontato e una volta per tutte. Sia per ragioni puramente tecniche e generali, sia per una questione di tempistiche: la nostra proposta velocizzerebbe e di molto la sostituzione dei partenti. Questa parte della magistratura – ricorda Maderni – vede un turnover frequente, e quindi è impellente la necessità di garantire una continuità e dei rimpiazzi in tempi brevi. Anche questo aspetto potrebbe essere quindi molto aiutato da una modifica del sistema».
Accordi, promesse, amicizie… così nella spartizione partitica delle poltrone giudiziarie ogni volta che bisogna designare un magistrato nel sistema attuale che attribuisce al Gran Consiglio la competenza di eleggere pp e giudici. Udc e Mps chiedono di congelare il pacchetto di nomine suggerito dalla ‘Giustizia e diritti’, rinviandolo a quest’ultima. “Per una nuova valutazione”, scrive il deputato democentrista Tuto Rossi. Affinché la commissione parlamentare “riapra i concorsi e poi, senza inciuci vari, ponga l’accento, nella scelta dei candidati dei quali proporre l’elezione, su competenza ed esperienza”, motiva Matteo Pronzini del Movimento per il socialismo. Sentito dalla ’Giustizia e diritti’ il 19 febbraio, il pg Pagani aveva invitato il Gran Consiglio a nominare al più presto i/le subentranti di Pedretti e Alfier. Il carico di lavoro per l’autorità penale inquirente aumenta. L’anno scorso ha aperto 14’700 incarti, nel 2022 13’800. Negli ultimi tre anni c’è stato, per il Ministero pubblico, un incremento delle entrate del 25 per cento.
Qualora il Gran Consiglio decidesse di rinviare (cosa assai poco probabile) le nomine, rispedendo il tutto in commissione ‘Giustizia e diritti’, scatterebbe automaticamente l’articolo 24 della Legge sull’organizzazione giudiziaria? «No, non automaticamente. La legge prevede che il Consiglio di Stato può designare un supplente in caso di vacanza di seggio. Nei casi dei due pp, quindi, a partire dal 1° maggio quando sarà effettiva la fine dell’attività delle due procuratrici pubbliche», spiega, da noi interpellata, la responsabile della Divisione giustizia (Dipartimento istituzioni) Frida Andreotti.
Severo il giudizio di Amalia Mirante su quanto sta accadendo con le nomine in magistratura: «Qui si va, referendum permettendo, a spendere ottanta milioni per acquistare lo stabile Efg, prima tappa della cosiddetta cittadella della giustizia, ma mi sembra che i problemi della magistratura siano altri – osserva caustica la deputata di Avanti con Ticino&Lavoro –. C’è poco da fare: bisogna togliere le nomine ai partiti e non solo per le cariche a Palazzo di giustizia, ma anche per quelle in aziende parapubbliche, in enti regionali e pure nell’Amministrazione. L’opinione pubblica non ne può più di trattative e inciuci fra i grandi partiti, i quali dovrebbero raccogliere consensi fra la gente grazie alle idee, non distribuendo posti di lavoro. Le persone che si candidano a una carica, a una funzione vanno premiate per le loro capacità, non per la tessera di partito o più in generale per le loro idee politiche. Tornando al caso specifico – continua Mirante –, settimana prossima il Gran Consiglio elegga due procuratori e un giudice supplente, assumendosi la responsabilità delle scelte. Ma poi questo sistema va totalmente ripensato e in tempi brevi».