Sul Preventivo 2024 del Cantone, da oggi sui banchi del Gran Consiglio, ha preso posizione anche FaftPlus, la federazione associazioni femminili Ticino plus. “Chiediamo ai parlamentari che non siano le donne a fare le spese di questo primo pacchetto di riequilibrio finanziario”, scrive la federazione in un comunicato stampa. “Invece di risparmiare in settori delicati per la collettività sarebbe cosa buona e giusta rafforzare quelle politiche che permetterebbero di incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso una concreta conciliazione lavoro e famiglia e stipendi paritari. Società ed economia ne trarrebbero un sicuro beneficio”. Nel comunicato la FaftPlus ricorda anche come a essere maggiormente colpiti dalla manovra di risparmio siano ambiti che operano per il bene della collettività come case per anziani, servizi di cure a domicilio, strutture per invalidi, servizi di sostegno alle famiglie, all’infanzia e alla protezione per minori. “Sono misure di risparmio che penalizzano doppiamente le donne. Da una parte perché eseguite in settori in cui molte donne sono attive professionalmente, e dall’altra parte perché a questi tagli seguiranno, giocoforza, diminuzione dei servizi, anche per la conciliabilità lavoro-famiglia”.
La federazione afferma di riconoscere l’importanza di avere finanze sane e che ogni spesa vada calibrata. “Il parlamento deve però porre la giusta attenzione sugli effetti che la manovra avrà sulle donne, confrontate quotidianamente con disuguaglianze generate dal patriarcato e con condizionamenti dovuti agli stereotipi sociali”. Anche perché, rimarca la FaftPlus, “la cronica mancanza di strutture d’accoglienza extrafamiliari di qualità e a prezzi ragionevoli (promesse della riforma fisco-sociale del 2017 tuttora disattese), come pure il mancato riconoscimento del lavoro di cura, sia esso svolto in modo professionale o in famiglia, inducono troppe donne a rinunciare al lavoro. Donne ben formate che l’economia perde”.
La federazione ha quindi lanciato l’appello dal titolo ‘Investire nel Ticino di domani’ che chiede ai Comuni di aprire asili nido per tutte le famiglie, di prolungare il pre e il dopo scuola, di creare mense scolastiche a prezzi moderati e senza limitazioni: forme di contribuzione per meglio conciliare lavoro e famiglia, “per una concreta emancipazione professionale delle donne”.