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Iniziativa Vpod sulle cure sociosanitarie, il governo dice no

Il Consiglio di Stato invita il Gran Consiglio a respingere il testo presentato l'anno scorso con 7'700 firme: 'Le loro finalità già perseguite’

La consegna delle firme nel gennaio 2023
(Archivio Ti-Press)
30 gennaio 2024
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L’iniziativa popolare legislativa ‘Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità’ non s’ha da fare, almeno per il Consiglio di Stato che, nella seduta di mercoledì scorso, ha deciso di invitare il Gran Consiglio a respingere il testo presentato dal sindacato Vpod nel gennaio 2023 forte di oltre 7’700 firme. L’obiettivo della proposta è quello di istituire una Legge quadro cantonale che conti su cinque pilastri: condizioni lavorative minime valide per entrambi i settori; la codifica dei diritti di pazienti e utenti; la creazione di organi di mediazione indipendenti; la valutazione anche in questo caso indipendente e trasparente della qualità delle strutture sociosanitarie e socioeducative; la pianificazione cantonale e il controllo da parte del parlamento.

Niente da fare, insomma. Questa ipotetica nuova legge quadro per il governo “disciplina alcuni concetti in modo molto generico e altri, in particolare quelli di carattere sindacale e inerenti alle condizioni di lavoro, in modo molto dettagliato. Questa impostazione crea problemi di merito piuttosto rilevanti”, scrive in entrata l’Esecutivo nel suo messaggio. Le proposte dell’iniziativa popolare, rileva il governo, “sono riconducibili a due elementi chiave legati al finanziamento delle strutture e dei servizi: la qualità delle prestazioni da un lato e la garanzia di adeguate condizioni di lavoro dall’altro”. Ebbene, “è sulla base di questi stessi elementi fortemente connessi tra loro, che all’inizio degli anni Duemila si è deciso di introdurre il contratto di prestazione quale strumento di sussidiamento dei settori sanitario, sociosanitario e socioeducativo, con la finalità di migliorare le prestazioni all’utenza e razionalizzare le risorse, responsabilizzando al contempo gli enti sussidiati e attribuendo loro maggiore autonomia”.

‘Intrusione considerevole nell’autonomia gestionale degli enti sussidiati’

Per il Consiglio di Stato, “l’applicazione di quanto richiesto dall’iniziativa popolare, in particolare rispetto alle condizioni di lavoro, è in primo luogo contrario ai principi introdotti con questo importante cambio di prospettiva, sul quale negli ultimi venti anni si è costruito il partenariato tra Stato, parti sociali e beneficiari delle prestazioni”. E ancora: “Oltre a rappresentare un’intrusione considerevole nell’autonomia gestionale degli enti sussidiati, ciò che le proposte non tengono opportunamente in considerazione è l’importante diversità che caratterizza i contesti e le sfide dei settori a cui fanno riferimento”. Questa diversità, insiste il governo, “si accentua ulteriormente spostando l’attenzione sui singoli servizi e strutture citati nel testo dell’iniziativa”. Questo perché “la natura delle attività, i rischi e le responsabilità propri di una struttura ospedaliera differiscono per esempio da quelli di un istituto per le cure di lunga durata, che a loro volta non sono paragonabili a quelli di un centro diurno o di un luogo per l’accoglienza di bambine e bambini in età prescolastica”. Per carità, “non si esclude che nei settori oggetto dell’iniziativa possano esserci delle criticità, ma si ritiene che tali sfide vadano affrontate con misure e riforme più mirate, poiché le importanti differenze contestuali non giustificano una soluzione generale a un problema puntuale”.

Un esempio recente a sostegno di tutte queste argomentazioni, sottolinea il Consiglio di Stato, “riguarda il messaggio, adottato dal Gran Consiglio nel 2022, concernente il piano d’azione per il rafforzamento della formazione professionale nel settore sociosanitario (Pro San 2021-2024), che si prefigge di incentivare la formazione in questo settore da parte di giovani residenti, limitando tra l’altro la dipendenza dall’estero”. Una volta “evasa la prima tappa di attuazione dell’iniziativa popolare federale ‘Per cure infermieristiche forti’, nel corso del 2024 è previsto l’avvio dei lavori della seconda tappa, in particolare attraverso una nuova legge federale sulle condizioni di lavoro adeguate alle esigenze del settore delle cure infermieristiche”. Di fatto, per il governo, “questa legge dovrebbe già regolare ulteriormente gran parte degli aspetti proposti nell’iniziativa in discussione”. E, soprattutto, anche a livello cantonale, “si ritiene che le finalità dei promotori dell’iniziativa siano già oggi adeguatamente perseguite attraverso gli strumenti di sussidiamento dei servizi e delle strutture nei settori sanitario, sociosanitario e socioeducativo”.