La presidente della commissione Giustizia Daria Lepori critica sul nuovo articolo introdotto dal governo nel Regolamento di applicazione della LaMal
«Viene da domandarsi se tra di loro, i Dipartimenti governativi, si parlino, anche per valutare compiutamente le conseguenze pratiche di determinate modifiche normative. Perché questo giro di vite, penale, sugli assicurati morosi che il Consiglio di Stato ha tradotto in una disposizione del Regolamento avrà un impatto rilevante sul lavoro del Ministero pubblico, già confrontato con una notevole quantità di procedimenti, come ci ha indicato il procuratore generale nell’audizione di novembre». La presidente della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ Daria Lepori non nasconde la propria preoccupazione per i contraccolpi sull’attività della magistratura inquirente dell’articolo 38a, concepito e ancorato dall’Esecutivo al Regolamento della legge di applicazione della LaMal, la Legge federale sull’assicurazione malattie. In vigore da qualche mese, il 38a prevede la punibilità - la multa la sanzione comminata - degli assicurati morosi ed escussi che, nonostante il richiamo del Comune, non si presentano o non danno le informazioni chieste. E che per questo vanno segnalati “immediatamente” dal Comune al Ministero pubblico. Come riferito dal pg Andrea Pagani, l’Istituto delle assicurazioni sociali stima tra le duemila e le quattromila le denunce che gli enti locali inoltreranno annualmente alla Procura. Migliaia di incarti contravvenzionali in più.
Continua dunque a far discutere la nuova disposizione. Intervistato dalla ‘Regione’, Bruno Cereghetti, ex responsabile dell’Ufficio cantonale assicurazione malattia, ha dichiarato fra l’altro che “è sconcertante che adesso chi è in mora con il pagamento dei premi di cassa malati venga denunciato penalmente nel caso in cui non si presenti in Comune dopo una convocazione: in questo modo si criminalizzano delle persone molto fragili e marginalizzate. Lascia inoltre allibiti pure l’enorme lavoro supplementare così generato per casi bagatella di cui verrà caricato il Ministero pubblico”. E anche la Pretura penale, qualora alle decisioni della Procura venga fatta opposizione. Peraltro, ricordava Cereghetti, ci sono già le procedure, non penali, per colpire i cosiddetti furbetti. «È mia intenzione – riprende Lepori – proporre alla commissione ‘Giustizia e diritti’ di approfondire la questione: mi chiedo – continua la granconsigliera socialista – se non vi siano altri mezzi per gestire la situazione degli assicurati morosi. Quella della denuncia penale non mi sembra la soluzione appropriata».
Sta di fatto che per il Ministero pubblico (ventitré pp, pg compreso) gli oneri derivanti dall’articolo 38a del Regolamento della legge di applicazione della LaMal si sommano a quelli che scaturiranno dalle modifiche dal Codice (federale) di procedura penale volute da Berna, contrassegnate da maggiori formalismo e garantismo. Entreranno in vigore fra pochi giorni, a inizio 2024. E causeranno “inevitabilmente” un rallentamento dei procedimenti, ha avvertito il pg ticinese. Pagani ha sollecitato mesi fa un potenziamento, contenuto, dell’ufficio. Ovvero: un segretario giudiziario giurista e due funzionari amministrativi in più. «La richiesta del procuratore generale è al vaglio del Dipartimento, come lo sono le richieste di potenziamento di altri settori della magistratura penale: la Pretura penale, dove vi è un numero importante di giacenze riconducibile a più motivi, e la Corte d’appello e di revisione penale – afferma la direttrice della Divisione giustizia (Dipartimento istituzioni) Frida Andreotti –. Le istanze vengono esaminate tenendo conto anche della manovra di rientro legata al Preventivo 2024 del Cantone. Alle richieste il Consiglio di Stato risponderà nel corso del mese di gennaio». Già, la controversa manovra di risparmi partorita dal governo per conseguire il pareggio dei conti del Cantone entro fine 2025, come da decreto Morisoli…
Intanto sotto la lente della ‘Giustizia e diritti’ c’è sempre la proposta del Consiglio di Stato, pendente in parlamento dal 2019, di ritoccare la Legge sull’organizzazione giudiziaria per consentire ai segretari giudiziari, stretti collaboratori dei procuratori, di firmare decreti di accusa o di abbandono nei procedimenti contravvenzionali, quindi per reati di lieve entità. La nuova base legale – senza costi aggiuntivi per l’ente pubblico – permetterebbe ai magistrati inquirenti di concentrarsi senza interruzione sugli incarti di un certo spessore penale. «Spero che si riesca a sottoporre la modifica legislativa all’approvazione del plenum del Gran Consiglio nella seduta di gennaio», dice la coordinatrice della commissione.
Nell’agenda della ‘Giustizia e diritti’ figura anche la proposta di elezione dei subentranti o delle subentranti delle procuratrici Pamela Pedretti e Marisa Alfier. Entrambe hanno rassegnato le dimissioni per il prossimo aprile. «C’è un buon numero di candidature, più elevato del solito», sostiene Lepori. «Attendiamo i preavvisi sull’idoneità degli aspiranti e delle aspiranti pp a ricoprire la carica che la Commissione di esperti è chiamata a formulare. Dopodiché – prosegue la presidente della commissione parlamentare – faremo le nostre riflessioni e formuleremo le nostre proposte di elezione all’indirizzo del Gran Consiglio, l’autorità di nomina. Dobbiamo muoverci con una certa celerità per evitare che ad aprile vi siano posti scoperti al Ministero pubblico. La Procura non se lo può permettere. È pertanto altamente auspicabile che il plenum del parlamento designi i nuovi pp o le nuove pp al più tardi nella sessione che si aprirà lunedì 5 febbraio».