Ticino

Il governo: ‘Il 77% dei dipendenti guadagnerà uguale o di più’

Il Consiglio di Stato risponde alle domande dei gruppi sul Preventivo 2024, e annota: ‘Lo scatto previsto compensa il contributo di solidarietà’

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(Ti-Press)
22 novembre 2023
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Le tanto attese risposte del Consiglio di Stato alle domande poste dalla commissione parlamentare della Gestione in merito al Preventivo 2024 sono arrivate oggi, e in mezzo a tanta tecnica ce n’è una che svetta. E che, probabilmente, avrà delle conseguenze per il prosieguo del dibattito. Il governo, infatti, mette nero su bianco che “ha comunque preservato la progressione prevista all’interno della scala salariale (scatti), evitando quindi di penalizzare i dipendenti in carriera, che rappresentano circa l’82% del totale dei dipendenti, rispetto a quelli che sono al massimo degli aumenti della loro funzione di riferimento”. Questa scelta, rincara l’Esecutivo, “permette, nonostante l’introduzione di un contributo di solidarietà del 2% per la parte di stipendio che eccede i 60mila franchi, di garantire nel 2024 a circa il 77% dei dipendenti un salario pari o superiore a quello del 2023”. Questo, “perché lo scatto previsto per il prossimo anno permette di compensare nella maggior parte dei casi l’ammontare del contributo di solidarietà”.

«Vuol dire che per il governo il rincaro non esiste, ed è salario che non verrà mai più dato» commenta amareggiato il capogruppo socialista Ivo Durisch. Il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni, dal canto suo, ci risponde che «al di là della risposta tecnicamente corretta, resta il fatto che chiedere al Gran Consiglio di stabilire per legge una decurtazione salariale, che in alcuni casi si traduce con il taglio degli stipendi e in altri con il blocco della progressione della carriera, non ci sembra un modo molto serio e responsabile di affrontare quella revisione della spesa pubblica che auspichiamo da anni». In più, «in un’altra risposta il governo ci ha detto che se le cose restano così nel 2027 si dovrà fare una manovra di 450 milioni di franchi. Che faremo? Non è responsabile questo modo di fare». Per Agustoni, «si fa pagare a persone che fanno il proprio lavoro il fatto che il Consiglio di Stato non si chini sulla spesa pubblica, e si dà un po’ il segnale che una società che deve rivedere la sua struttura dei conti non fa grandi riflessioni ma taglia solo i salari. E il nostro scetticismo su questo modo di fare lo abbiamo già espresso».