L'Associazione degli spitex privati replica alla Conferenza dei presidenti dei Sacd. ‘Ecco perché ci sono quei numeri’
Si dice d’accordo con la necessità di stabilire dei requisiti di qualità minimi che siano obbligatori per tutti gli attori del mercato: per questo motivo da diverso tempo auspica un tavolo di lavoro cui “i servizi pubblici sono invitati”. Se questo non è ancora stato possibile, “è solo perché alcuni servizi pubblici, per un motivo a noi poco comprensibile, non vogliono in alcun modo collaborare con i servizi privati”, scrive, aggiungendo di disapprovare “questo comportamento che non tiene conto della necessità, in un’ottica di perseguimento del bene comune, del superamento di una visione ideologica di non collaborazione tra pubblico e privato che in definitiva nuoce al cittadino bisognoso di cure a domicilio”. L’Associazione di categoria degli spitex privati (Asps) replica così alla Conferenza dei presidenti dei Servizi di assistenza e cura a domicilio pubblici, i Sacd, che di recente ha lamentato l’aumento, parlando addirittura di “esplosione incontrollata”, degli spitex e degli infermieri privati: ha così invocato “una moratoria su enti e persone autorizzati a esercitare nell’ambito delle cure a domicilio”.
Il numero crescente degli spitex privati, come quello degli infermieri indipendenti, spiega l'Asps, “è motivato dall’impossibilità del servizio pubblico, già molto grande, di riuscire a rispondere da solo ai bisogni di una popolazione ticinese che invecchia”. I servizi spitex privati, sottolinea l’associazione in un comunicato, “hanno un mandato cantonale di utilità pubblica e rispondono a un duplice bisogno: quello della popolazione anziana che desidera rimanere a vivere a casa propria, con un aiuto a disposizione, e quello del Cantone che in risposta all’invecchiamento della popolazione persegue la strategia del mantenimento a domicilio come soluzione meno onerosa per le casse dello Stato”.
Oltre la metà delle famiglie ticinesi che necessita di assistenza a domicilio, prosegue l’associazione, “sceglie di essere seguita da un servizio spitex privato o da un infermiere indipendente: questo perché desidera avere un servizio che risponde maggiormente ai propri bisogni, come ad esempio il rispetto dell’orario di intervento pattuito con la famiglia e la garanzia di continuità del personale curante dedicato”.
Questione finanziaria. “Nonostante i servizi privati rispondano al bisogno di oltre il 50% del totale delle cure a domicilio erogate, essi ricevono inspiegabilmente solo il 30% del budget messo a disposizione dal Cantone. Ci fa piacere notare che per lo stesso numero di ore erogate, rispetto ai servizi di cure a domicilio pubblici, gli spitex privati costano di meno allo Stato e quindi in definitiva al contribuente”, afferma l’Asps, precisando poi di aver sempre agito “in un’ottica di collaborazione e costruzione di un sistema equo, parsimonioso delle risorse e funzionale al bisogno della nostra popolazione”.