Massiccio sostegno a un ‘primo passo verso la transizione energetica’. Rinnovato il Cda dell'Eoc, con però polemica sulla presenza di una sola donna
Un piccolo passo verso il maggior sviluppo delle energie alternative per carità, ma intanto c’è. Il Gran Consiglio oggi, infatti, dando il via libera al rapporto commissionale di Omar Terraneo (Plr) ha sostenuto i due atti parlamentari con cui Marco Passalia (Centro), Fiorenzo Dadò (Centro) e Alessandro Speziali (Plr) hanno chiesto di rendere possibile installare pannelli fotovoltaici sulle dighe e sui laghetti artificiali e, allo stesso tempo, di modificare le basi legali agendo sull'articolo 5b della Legge cantonale sull'energia.
Un passo che Terraneo nel suo intervento definisce come «un segnale di apertura», per poi sottolineare come «per raggiungere con successo gli ambiziosi obiettivi della nostra politica climatica e ambientale ancorati nella Strategia energetica 2050, che vuole una Svizzera neutrale sulle emissioni di CO2, energeticamente indipendente e che sappia garantire un corretto approvvigionamento energetico alla propria economia, dobbiamo intervenire con solerzia su più fronti».
Questo perché «oltre a incrementare gli investimenti nelle energie rinnovabili accompagnati dal graduale abbandono delle energie fossili, dobbiamo limitare e dove possibile abolire gli ostacoli legislativi presenti che impediscono lo sviluppo di nuove tecnologie. In questo senso, riteniamo che la proposta di modifica dell’articolo 5b della Len, laddove vi siano le corrette premesse – tecniche, paesaggistiche, ambientali e non da ultimo economiche – sia giustificata».
Terraneo lo riconosce, l'impatto non sarà di quelli trascendentali. Ma la strada deve comunque essere tracciata: «Benché gli studi e le valutazioni tecnico-economiche fatte sugli attuali sbarramenti artificiali presenti sul nostro territorio abbiano evidenziato che al momento non vi siano le premesse ideali per l’installazione di impianti fotovoltaici sulle pareti delle dighe e sui bacini d’accumulo artificiali – ricorda infatti il deputato liberale radicale – è utile tener presente che la modifica di legge proposta non comporta nessun obbligo per nessuno e tanto meno impone un cambio di strategia al nostro Cantone in ambito energetico».
Il rapporto di Terraneo raccoglie in aula le adesioni del capogruppo dei Verdi Matteo Buzzi – «sostengo la proposta pur sapendo che i gestori degli attuali bacini non ne faranno uso se non in misura minima, il potenziale da sfruttare è negli edifici già esistenti» – e di Massimo Mobiglia (Pvl): «I principi sono condivisibili purché applicati in modo ragionevole considerando tutti gli interessi in gioco, compreso quello economico». Il capitolo si chiude con 62 favorevoli, 5 contrari e 3 astenuti.
Dopo aver respinto l'iniziativa cantonale dell'Mps che proponeva di spedire a Berna la richiesta di abolire la Legge federale sul collocamento, vietando il prestito di personale da parte di società a scopo di lucro «per smettere di sfruttare gli interinali», e la richiesta di rendere giornata festiva ufficiale il Venerdì santo, il Gran Consiglio si è acceso sulla nomina dei quattro nuovi membri del Consiglio d'amministrazione dell'Ente ospedaliero cantonale. Con il sostegno alla proposta del Consiglio di Stato, giunta su indicazione dei partiti, e quindi con l'elezione di Eolo Alberti, Claudio Bassetti, Carlo Croci e Yvonne Willems Cavalli si giunge ad avere una sola donna su sette persone nel CdA.
Motivo che ha portato Matteo Pronzini (Mps) a chiedere un rinvio al Consiglio di Stato della trattanda. Rinvio bocciato dall'aula con il sì che si ferma a Ps, Verdi, Mps, Pc, Pvl, HelvEthica, Più donne, Roberta Passardi (Plr) e Tuto Rossi (Udc).
Ciò detto, al primo turno sono stati rieletti con maggioranza assoluta il direttore del Dss Raffaele De Rosa, il presidente del Cda Paolo Sanvido e Andrea Bersani. Assieme a loro, percorso netto per Willems Cavalli, Bassetti e Alberti. C’è invece voluto il secondo turno, senza maggioranza assoluta, per nominare Croci.