La psicologa d’urgenza Maetzler: ‘Centrale col tempo riconoscere che non è possibile avere tutto sotto controllo accettando che è andata così, punto’
«Un furto con scasso è un’esperienza innegabilmente pesante, alla quale però ogni persona reagisce diversamente. Le vittime di questo tipo di furto sperimentano spesso reazioni di stress, si sentono insicure, lottano con le paure o hanno disturbi del sonno». Non ha dubbi il sergente maggiore Patrick Cruchon, addetto alla prevenzione della Polizia cantonale, i risvolti psicologici dopo aver subito un furto nella propria dimora possono essere anche seri. Tra settembre e marzo poi aumentano i furti nelle abitazioni, i cosiddetti ‘furti al crepuscolo’, ragione per cui adottare qualche semplice accorgimento può aiutare a ridurre il rischio che un ladro entri in casa propria. «In autunno – ci spiega Cruchon –, quando le giornate si accorciano e le ore di luce si riducono, è più probabile che i ladri notino se le case o gli appartamenti sono occupati». Cosa fare però quando il furto è già avvenuto, o meglio, come gestire dal punto di vista psicologico il periodo che segue questo fatto? «Parlare dell’accaduto, delle paure e preoccupazioni con amici e persone fidate – illustra Cruchon – è importante. Nel caso in cui ci si trovi ad affrontare reazioni negative al furto con scasso, che siano molto forti o si protraggano a lungo, non bisogna esitare a rivolgersi a un medico o a richiedere l’aiuto di un terapeuta». Abbiamo dunque girato questa e altre domande a Nadine Maetzler, psicologa e psicoterapeuta, nonché psicologa d’urgenza.
Per quali ragioni subire un furto in casa può essere vissuto come uno shock?
La nostra casa è innanzitutto un luogo di sicurezza e di intimità. La sicurezza poi è un bene e un bisogno primario. In altre parole, la casa è quel luogo dove ognuno di noi si dovrebbe sentire protetto. In tal senso, il fatto che un estraneo possa entrare e invadere la nostra sfera privata va a violare prepotentemente la nostra intimità. La sensazione è dunque quella di essere denudati della propria sicurezza.
Come si reagisce a un episodio del genere?
L’intrusione di un estraneo porta a una reazione immediata e acuta da stress. I sintomi possono manifestarsi in molti modi. Quelli comuni sono uno stato di allerta aumentato, che significa essere più vigili e guardinghi e avere maggiore paura. C’è dunque uno stato ansioso che porta disturbi del sonno con incubi ricorrenti e un’allerta costante rispetto ai rumori. Un rumore innocuo può per esempio farci saltare in aria senza motivo. Quando queste risposte fanno parlare il corpo, abbiamo delle reazioni psicosomatiche, vale a dire dei mal di testa, dei problemi intestinali o di circolazione, un cuore che batte più velocemente. Parallelamente è possibile provare un senso di disgusto: sapere che un estraneo è entrato nei propri spazi e ha toccato i propri oggetti procura un senso di disgusto e sporcizia. Molte persone vivono inoltre il furto anche con rabbia e senso di colpa, domandandosi come sarebbe andata se non avessero avuto il sonno così pesante – nel caso in cui il furto sia avvenuto alla presenza delle persone in casa e di notte – o se avessero installato un allarme prima. Questo a corto termine.
Come accorgersi se è presente un trauma?
A lungo termine, se questa sintomatologia permane per più di uno o due mesi, allora ci troviamo davanti a un disturbo post traumatico e quindi davanti a un cosiddetto trauma. Il soggetto è vittima di pensieri intrusivi, ovvero di pensieri ricorrenti in merito all’esperienza traumatica. Un’altra caratteristica è l’evitamento che può addirittura portare le vittime di un furto a decidere di traslocare. L’individuo inoltre si sente irrequieto e irritabile. Non da ultimo, si può sperimentare un senso di impotenza che porta a dire che la propria casa non è più un luogo sicuro e che quindi potrebbe succedere di nuovo. A livello comportamentale questo si traduce in un controllo costante delle porte e delle finestre che può anche diventare ossessivo, al punto da non andare in vacanza o a delle cene da amici per evitare di lasciare incustodita l’abitazione. Il tutto è finalizzato a sottrarsi dal dover rivivere quella sensazione di sussulto provata aprendo la porta di casa dopo il furto.
Quali sono i suggerimenti per gestire il post-furto?
A livello tecnico ci si può munire di dispositivi di sicurezza, quindi di allarmi, sensori e telecamere. Sul piano psicologico è importante riuscire a far rientrare questo stato di allerta. Reimpostare il più presto possibile il ritorno alla quotidianità, i contatti sociali e tutta la routine è fondamentale. A lungo termine si tratta poi anche di riconoscere che non è possibile avere tutto sotto controllo e integrare questo evento alla propria biografia accettando che è andata così, punto. Non punto di domanda. Non punto esclamativo. Non tre puntini.
Quando è opportuno rivolgersi a uno specialista?
Uno specialista può fare una diagnosi di disturbo post traumatico dopo indicativamente quattro settimane dall’evento potenzialmente traumatico. Non si tratta naturalmente di un calcolo matematico, ma se circa dopo uno o due mesi la sintomatologia non rientra, rendendo la vita quotidiana invalidante, in tal caso bisognerebbe ricorrere a un professionista.
«Non lasciare i propri oggetti di valore a portata di mano, simulare la propria presenza in casa, chiudere sempre porte e finestre, non nascondere mai le chiavi di casa all’esterno dell’abitazione, informare i vicini della propria assenza, svuotare o, se assenti, far svuotare regolarmente la bucalettere, non segnalare sui social la propria assenza, rafforzare la sicurezza della propria abitazione e, in caso di dubbi, chiedere consiglio alla polizia». Sono queste le dritte dell’addetto alla prevenzione della Polizia cantonale Patrick Cruchon per ridurre efficacemente il rischio di subire un furto. Sul comportamento da adottare nel caso in cui un ladro dovesse entrare nella propria abitazione mentre ci si trova in casa, Cruchon invita «ad allarmare subito la polizia chiamando il 117», ma soprattutto a «non affrontare il ladro fisicamente mettendosi il più possibile in sicurezza, per non correre inutili rischi. Spaventate quindi l’intruso facendo rumore, di notte accendendo le luci, in modo da farlo desistere nella continuazione del suo reato».
A livello nazionale le statistiche fornite dalla polizia mostrano che i furti e le violazioni di domicilio sono in crescita per la prima volta dopo dieci anni. Lo scorso anno è stato infatti registrato un aumento di oltre il 14% rispetto all’anno precedente, riportando questi reati ai livelli pre-pandemici. Per quanto concerne invece il Sud delle Alpi, nonostante il Ticino sia stato inizialmente risparmiato da questo incremento, nell’anno in corso si constata un aumento del numero delle denunce. Cruchon tiene però a relativizzare questi dati, sottolineando come la grande diminuzione di questi reati negli scorsi anni sia da ricondurre soprattutto alla pandemia, periodo in cui per forza di cose siamo rimasti tutti molto più a casa.