L'Mps indice una riunione per organizzare la protesta contro i tagli previsti dal governo. Sergi: ‘Speriamo vengano tutti’. Ma Ps, Verdi e Pc declinano
Con un tutt’altro che battagliero post su Facebook, il giovane deputato socialista al Gran Consiglio Yannick Demaria si chiede e chiede: "Riusciremo a organizzarci e mobilitarci?”. Ovvero: a organizzarci e a mobilitarci contro la manovra di tagli e sacrifici che il giorno precedente – ieri – il governo ha sfornato e sottoposto al Gran Consiglio per le misure di sua competenza, il primo dei due piani di rientro per agguantare il pareggio di bilancio nei conti del Cantone entro fine 2025. Il quesito di Demaria non è passato inosservato in casa Ps. Mobilitarsi? “È necessario, sarà ancora lunga”, scrive Niccolò Mazzi-Damotti della Gioventù socialista. Mobilitarsi? “Io spero di sì”, rilancia Elda Bacchini. “Sì è necessario!”, sottolinea Ornella Bianchi. “Prontissima”, assicura Damiana Chiesa. “Sperando che per i soliti personalismi e scopi elettorali non prevalga chi vuole spaccare la sinistra”, puntualizza sempre via Facebook il collega di Demaria in Gran Consiglio Danilo Forini. Che confida in un “ampio fronte di centro-sinistra e apartitico”. Niente spaccatura, poiché “non possiamo permettercelo, Il Ticino non se lo merita!”.
Prove di mobilitazione. Nel frattempo il Movimento per il socialismo rinnova l’invito – “a tutti i partiti, sindacati e associazioni e alle persone interessate” – alla riunione che ha agendato per martedì 24, con inizio alle 18, alla Casa del Popolo a Bellinzona. Un incontro “per l’organizzazione di un coordinamento di tutti i partiti, associazioni e persone che vogliono opporsi a questa politica”. Quella dei “tagli alla spesa pubblica”. Obiettivo: difendere “il potere d’acquisto delle famiglie”. Il coordinatore dell'Mps Giuseppe Sergi: «Speriamo vengano tutti». Il Ps raccoglierà l’invito? «All’Mps ho ricordato che da settembre, se non da mesi, ci sono contatti nel fronte progressista, dato che non c’è solo il Preventivo del Cantone, ma c’è anche la riforma fiscale – sostiene il copresidente del Partito socialista Fabrizio Sirica –. Abbiamo da tempo la piattaforma partitico-sindacale “Stop ai tagli”, già attivatasi in occasione di votazioni. Per cui non bisogna inventarsi nulla, non occorre creare doppioni. Abbiamo fatto un doodle fra le varie forze per organizzare insieme la mobilitazione contro i tagli. All’Mps ho scritto che non andremo alla riunione, ma perché c’è già questa piattaforma. E anche l’Mps sarà sicuramente il benvenuto se cambierà idea rispetto al passato e se quindi vi aderirà. Altrimenti faccia pure un comitato parallelo. Sarei però molto contento di allargare il fronte». Sirica è perentorio: «Sapremo organizzarci e mobilitarci».
All’incontro di martedì prossimo non parteciperanno i socialisti, ma neppure i Verdi. «Semplicemente perché quel giorno siamo già impegnati con una nostra riunione, interna», fa sapere Samantha Bourgoin. «Detto questo – aggiunge la deputata degli ecologisti, richiamando quanto ricordato da Sirica – esiste già una piattaforma e mi auguro di poter portare avanti la protesta contro i peggioramenti che la manovra prospetta anche con l’Mps».
«In verità della proposta dell’Mps abbiamo saputo da una newsletter, non abbiamo ricevuto alcun invito formale ad aderire», dichiara il segretario del Partito comunista Massimiliano Ay. Anzi, «è da un po’ di tempo che non ci invitano più, non è successo nemmeno con la manifestazione sulle casse malati». Ciò detto, però, anche Ay ricorda che «assieme al Ps, i Verdi, i sindacati e molte associazioni da anni abbiamo dato vita a un comitato unitario», alla citata piattaforma, «che già si è opposto ai precedenti tagli, e che si attiva quando c’è bisogno. Adesso, chiaramente, con questa manovra che colpisce come al solito il settore pubblico e chi già fa fatica, lo stiamo riattivando». E ‘in cauda venenum’: «Se l’Mps deciderà di aderire ben venga, ma noi siamo pronti e in piena unità coi sindacati».
E passando ai sindacati, la Vpod non parteciperà: «Non andremo, assolutamente no!» sbotta il segretario cantonale Raoul Ghisletta: «Faremo una mobilitazione sindacale il 22 novembre a Bellinzona, con la presenza di diverse sigle. Non ci facciamo e non ci faremo dettare la linea da chi in Gran Consiglio si è astenuto sul messaggio governativo che salva le rendite pensionistiche degli affiliati all’Istituto di previdenza del Canton Ticino».
L’Ocst declina l’invito dell’Mps. «Non vi aderiamo – afferma il segretario regionale del luganese e già deputato del Centro Lorenzo Jelmini – poiché stiamo già organizzando con gli altri sindacati attivi nel settore pubblico e parapubblico la manifestazione che si terrà il mese prossimo a Bellinzona. Si sta pensando al 22 novembre. In vista di quell'appuntamento ribadiamo il nostro impegno nella difesa del potere d’acquisto dei dipendenti pubblici e delle fasce di popolazione colpite dai tagli della manovra. E comunque – prosegue il segretario dell'Organizzazione cristiano sociale – leggo nell’iniziativa dell’Mps il tentativo di apparire come i primi della classe…».
Della proposta del Movimento per il socialismo «dobbiamo ancora discutere», dice il segretario cantonale dei Sindacati indipendenti ticinesi Mattia Bosco. «Per ora abbiamo in agenda la manifestazione prevista per il 22 del prossimo mese. A ogni modo prendo atto che questa manovra presentata dal Consiglio di Stato è già morta prima di nascere, non avendo, stando alle reazioni dei partiti, la maggioranza per essere approvata – rileva Bosco –. Una manovra che, secondo me, andrà a indebolire una società già fragile. Sarà, temo, una sorta di guerra fra poveri».
Il coordinatore del Movimento per il socialismo Giuseppe Sergi resta imperterrito e continua a combattere: «Abbiamo lanciato questo appello per il 24 ottobre perché riteniamo che bisogna organizzare e stimolare una mobilitazione sociale vera, come fatto anni fa con le politiche proposte sulla socialità da Marina Masoni che portarono a un’ampia protesta». Una mobilitazione che per Sergi «non può e non deve esaurirsi in una manifestazione come proposto dai sindacati, bisogna essere realisti. L’idea è ottima, ma non basterà un corteo, seppur ben frequentato, a spostare i rapporti di forza e far cambiare idea a governo e parlamento». Quindi, per il coordinatore dell’Mps, è necessaria «una protesta di lunga durata e ben strutturata». Sì, ma i referendum? «Vanno bene – risponde Sergi –, ma ci si concentra su una o due misure quando questa manovra tocca un’infinità di ambiti e noi la contestiamo in toto. Li faremo, li sosterremo questi referendum ma sposteranno poco». Insomma, «bisogna far sentire la pressione sociale. Chiaro, è difficile, ce ne rendiamo conto. Ma in alcuni ambiti è stato possibile, con le pensioni degli affiliati all’Ipct siamo riusciti a strappare qualcosina: la mobilitazione paga».
Eppure la recente manifestazione contro l’aumento dei premi di cassa malati è stata organizzata da un campo largo della sinistra, ma è stata un flop a livello di partecipazione. La sinistra è ancora in grado di rappresentare certe istanze? «Siamo all’anno zero – replica Sergi –, il movimento operaio, se questa espressione ha ancora un senso, deve essere ricostruito. La sinistra deve guadagnarsi il ruolo di portavoce delle istanze che dice, quelle sociali, e lo potrà fare dimostrando di crederci davvero. O si passa da questa unità, o la destra continuerà a vincere come sta già facendo».