Le Commissioni regionali si mettono insieme e con Gianini, Lombardi, Caroni, Rigamonti e Ferrari formano un gremio sovraregionale per contare di più
Migliorare lo scambio di informazioni tra le Commissioni regionali di trasporto, avere maggiore efficacia verso le Autorità e gli Uffici cantonali e federali, coinvolgere l’opinione pubblica riguardo a temi di mobilità di importanza sovraregionale. Sono questi, in soldoni, gli obiettivi della neocostituita Conferenza dei presidenti delle Commissioni regionali dei trasporti del Canton Ticino che si è presentata oggi alla stampa e che è, va da sé, composta dai presidenti già oggi in carica.
Gran cerimoniere dell’evento e presidente-coordinatore per il primo anno è il responsabile della commissione per il Bellinzonese Simone Gianini, che parte «dall’esigenza di mettere a frutto il fatto che tutte le nostre commissioni affrontano temi e procedure simili, basti pensare solo ai Programmi di agglomerato, e quindi c’è la necessità di avere maggior coordinamento, scambi ancora più fruttuosi con il Dipartimento del territorio e con le autorità». La seconda esigenza, riprende Gianini, «nasce dal fatto che rileviamo spesso come i nostri progetti, temi e problemi travalicano i semplici confini di competenza di questa o quella commissione». Un esempio «fulgido» è quello «della corsia dei tir sull’A2, tra Mendrisio e Chiasso, con la Commissione del Mendrisiotto e Basso Ceresio che si è giustamente attivata trovandosi però un po’ sola a dover affrontare un tema che non può lasciarci insensibili, perché il riverbero arriverebbe anche a chi usa l’autostrada più a nord». Insomma, per il presidente-coordinatore Gianini «il fatto di poterci trovare a lavorare insieme anche formalmente apre alla possibilità di avere maggiore forza per le commissioni, per i presidenti, le regioni e quindi gli abitanti».
«Siamo uniti nella volontà di realizzare Programmi di agglomerato di quinta generazione e porre le basi per la sesta – afferma dal canto suo il presidente della commissione del Luganese Filippo Lombardi –, ma ogni tanto il cittadino si chiede perché su cose annunciate dieci anni prima non sia stato ancora battuto il primo chiodo». L’obiettivo è, «dove possibile, accelerare questi programmi sia nella fase decisionale sia in quella gestionale». Anche perché, dice Lombardi, «le regioni sono diverse, hanno interessi regionali, ma a vincere deve essere la visione globale della mobilità ticinese. Se ognuno pensa alla propria stazione, stradina o ciclopista non facciamo un grande lavoro». Soprattutto in un sistema di democrazia diretta, dove spesso su questa materia si vota: «Evitiamo guerre e guerricciole di quartiere e tiriamo tutti insieme in gol».
Soddisfazione è espressa anche da Paolo Caroni, alla testa della commissione per il Locarnese, che ricorda come «per l’A2/A13 abbiamo avuto il sostegno della commissione Bellinzonese, che noi abbiamo aiutato sostenendo lo svincolo di Bellinzona: serve un coordinamento sovraregionale».
Le commissioni «sono il territorio», rimarca per Mendrisiotto e Basso Ceresio il suo presidente, Andrea Rigamonti: «Sono composte da municipali che sono espressione della cittadinanza, e rivendichiamo la nostra azione sulla mobilità. Riunirsi tutti sotto lo stesso tetto può aiutare, perché siamo tutti prossimi al cittadino». E l’esempio che porta è quello delle fermate intercity nel Mendrisiotto, «che è un tema sentito da noi ma anche a Lugano, perché ottenerle sgraverebbe molto la stazione luganese da pendolari e turisti che corrono per la coincidenza, oltreché offrire un miglior servizio».
Per Massimo Ferrari, a capo della Commissione delle Tre Valli, «autostrada e ferrovia hanno fatto progredire tutto il cantone e creato la visione della Città Ticino, un organismo sovraregionale potrà solo far del bene a questo principio perché saremo un soggetto politico, faremo politica». Innanzitutto, proponendo, proponendo e proponendo. Come «il completamento di AlpTransit e la fermata a Biasca, è assurdo che per andare a Zurigo noi dobbiamo fare avanti e indietro da Bellinzona: per la nostra zona AlpTransit non esiste, nonostante abbiamo dato 2 milioni di metri quadri di territorio che son stati occupati».
La carne al fuoco è tanta ma, chiosa ancora Gianini, «la griglia è la stessa». E vedremo se l’unione farà davvero la forza.