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Mobilità, Consiglio di Stato: ‘Approvazione del Pal5 a rischio’

Duro richiamo alla Commissione regionale dei trasporti del Luganese. Il presidente Filippo Lombardi replica: ‘Incomprensioni che vogliamo chiarire’

Lombardi e Zali in occasione dei dieci anni della Vedggio-Cassarate
(Ti-Press)
23 novembre 2023
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L’approvazione del Programma di agglomerato del Luganese di quinta generazione (Pal5) è a rischio. Come, di conseguenza, ballano male i contributi finanziari federali vitali per la sua esecuzione. Uno scenario tetro, reso ancor più grave dal fatto che a dirlo non sono delle associazioni di interesse o dei partiti di minoranza. È il Consiglio di Stato stesso infatti a prendere posizione. In una dura lettera, il governo ticinese richiama all’ordine la Commissione regionale dei trasporti del Luganese (Crtl), evidenziando una serie di criticità sul suo operato riassumibili sostanzialmente così: la Crtl non sta rispettando gli accordi presi nell’allestimento del Pal5. Dal canto suo, il municipale di Lugano e presidente della Crtl Filippo Lombardi, replica gettando acqua sul fuoco: «C’è stata un’incomprensione che vogliamo chiarire in maniera costruttiva». Il governo cantonale formula critiche gravi che rischiano seriamente di compromettere l’avanzamento e in definitiva la realizzazione di una serie di misure nell’ambito della viabilità e della mobilità, vitali nella più popolosa regione del cantone. La lettera governativa è di pochi giorni fa ed è stata inviata alle oltre quaranta cancellerie comunali coinvolte nella Crtl, nonché alla direzione del Dipartimento del territorio (Dt), alla Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità e alla Divisione delle costruzioni. Ed è proprio negli uffici del Dt che si sono accorti che qualcosa non starebbe andando come dovrebbe.

‘Assenti analisi stato attuale e previsioni future’

“In base alla documentazione ricevuta dai servizi del Dt – si legge infatti –, nonché alla corrispondenza e agli incontri intercorsi, emerge che la metodologia prevista dalla Confederazione per l’allestimento dei Piano di agglomerato, e ripresa nella citata convenzione (quella sottoscritta fra Cds e Crtl nel dicembre 2022 che regola appunto modalità di allestimento e di finanziamento, ndr), non è applicata”. Qual è il problema? “Rileviamo l’assenza dell’analisi dello stato attuale, della previsione delle tendenze di insediamenti e mobilità a vent’anni nonché della definizione e attualizzazione degli obiettivi, degli scenari di sviluppo e delle strategie”. Numerose carenze, che tuttavia non sarebbero finite qui.

‘Mandati assegnati senza il coinvolgimento del Dipartimento’

“Il lavoro sembra concentrarsi sulle misure infrastrutturali della mobilità – prosegue il governo –, tralasciando interventi in ambito di paesaggio e insediamenti, basando le scelte su valutazioni finanziarie e non di necessità e priorità di intervento. Ciò a discapito del programma. Il lavoro svolto disattende la convenzione anche per quanto riguarda i mandati agli operatori, assegnati dalla vostra Commissione senza essere stati preventivamente concordati e dei quali il Dt non ha neppure conoscenza dei contenuti”. Si ribadisce poi “lo scarso coinvolgimento dei servizi dipartimentali”, nonché il fatto che non sarebbero state prese in considerazione le conoscenze e il coordinamento che questi servizi svolgono con gli altri tre programmi d’agglomerato in elaborazione, ossia quelli del Locarnese, del Bellinzonese e del Mendrisiotto.

In pericolo non solo le misure regionali, ma anche quelle locali

Insomma, tanta carne al fuoco. Che si riflettono in “preoccupazioni relative alle modalità di avanzamento dei lavori del Pal5”. Preoccupazioni che arrivano, come evidenziato, a metà mandato per l’elaborazione del Programma e a un anno dalla data termine per la consegna finale dello stesso e la successiva adozione del Cds. Un’adozione a questo punto a rischio: “Richiamiamo il rispetto delle modalità di allestimento definite dalla Confederazione – conclude la lettera –, senza il quale è fortemente in dubbio che il Pal5 possa essere approvato dallo scrivente Consiglio e dalla Confederazione. In particolare, vi è il rischio di non poter accedere ai contributi finanziari federali per le misure di interesse regionale, ma anche per quelle di interesse locale considerate efficaci per l’agglomerato”.

La commissione ai Municipi: ‘Autorità cantonale informata’

Una prospettiva dunque poco rassicurante. Intanto, la Crtl si è immediatamente attivata scrivendo ai Comuni all’indomani della comunicazione governativa. Nel suo scritto, la commissione spiega che “a differenza di quanto suggerito dal Cds”, la Direzione generale di progetto (Dgp, “secondo la quale da convenzione passa la gestione del Pal5”) “è stata regolarmente informata sull’avanzamento dei lavori ma che, con nostra grande sorpresa, ci ha informato che i documenti sottoposti non rientrano nelle sue competenze ‘tecniche’ e soprattutto non coinvolgerebbero l’Autorità cantonale”. Il documento che sarebbe stato rimbalzato dalla Dgp “era proprio quello che avrebbe dovuto portare nei prossimi mesi alla prima tappa operativa, cioè il coinvolgimento dei Municipi dei Comuni del Luganese, incentrando la discussione su aspetti rilevanti a livello ‘istituzionale (e quindi sicuramente di interesse anche cantonale) come l’avanzamento dei progetti e il loro finanziamento”.

‘Un malinteso’

La Crtl precisa inoltre che “si sarebbe poi passati nel primo semestre del 2024 all’allestimento dei necessari documenti tecnici, sulla base delle citate direttive (quelle della Confederazione, ndr), per la consultazione pubblica e la consegna entro fine anno”. Il termine per presentare il Pal5 è infatti la primavera del 2025. La commissione termina la propria lettera sottolineando che si tratterebbe di un malinteso. Da noi interpellato in merito, il presidente della Crtl Filippo Lombardi, dapprima si dice «sorpreso per la modalità di comunicazione». Il presidente sdrammatizza e non intende alimentare frizioni con l’autorità cantonale: «Nelle prossime settimane, vogliamo chiarire in modo costruttivo le questioni sul tavolo ed evitare di porci su opposte barricate. I problemi sono creati dai continui cambiamenti dei meccanismi necessari all’allestimento della documentazione dei programmi di agglomerato, introdotti da Berna, per la presentazione dei progetti».

Le lamentele di Ata

Seppur certamente la più pesante e preoccupante, non è la prima critica che la Crtl si trova a dover fronteggiare quest’anno. L’Associazione traffico e ambiente (Ata) della Svizzera italiana pochi mesi fa aveva infatti già puntato il dito contro la commissione, rea di non averla coinvolta nell’elaborazione del Pal5. Una procedura esclusiva portata avanti dalla Crtl, ma non dalle commissioni regionali dei trasporti di Bellinzona, Locarno e Mendrisio. Il presidente della Crtl aveva giustificato il mancato coinvolgimento con i numerosi attori interessati alle questioni stradali e le procedure ben definite da seguire. Ata in ogni caso ha reso pubbliche le proprie richieste, in parte non nuove. Fra queste, l’annosa questione del mantenimento della linea di collina della Flp nell’ambito della Rete tram-treno del Luganese e l’inserimento di una pista ciclabile nella galleria Bioggio-Lugano nell’ambito del medesimo progetto.

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