Il Movimento per il socialismo prende posizione e giudica ‘un primo passo ma che non cambia niente’ il messaggio governativo. E propone le sue ricette
Il Movimento per il socialismo torna a suonare la grancassa riguardo alla questione relativa all'Istituto di previdenza del Cantone Ticino (Ipct) e, segnatamente, sul messaggio governativo con cui in luglio il Consiglio di Stato ha fatto le sue proposte per compensare l'abbassamento del tasso di conversione, che avverrà gradualmente dal 6,17% di adesso al 5,25% entro il 2031. Lo fa con una conferenza stampa convocata a Bellinzona in cui ha illustrato la propria presa di posizione – «il nostro rapporto di minoranza, non essendo nelle commissioni parlamentari» per dirla col deputato e coordinatore dell'Mps Giuseppe Sergi –, che, manco a dirlo, fa a pezzi le misure di compensazione varate dal governo e ora al vaglio del Gran Consiglio.
Queste misure, lo ricordiamo, contemplano un aumento del capitale di vecchiaia del 3% che sarà finanziato dal datore di lavoro, cioè il Cantone, e dai dipendenti: rispettivamente nella proporzione del 40 e del 60%. Allo stesso tempo, sempre il Cantone si assumerà l'1% di contributo di risanamento attualmente a carico degli assicurati. Oltre a ciò, in maniera autonoma, l'Ipct adotterà altre misure con l'obiettivo di garantire una riduzione della rendita contenuta a massimo il 2%, anche alle persone attive meno giovani. A saldo, il costo supplementare a carico del Cantone è di 14,6 milioni annui.
Ma per l'Mps non ci siamo proprio. «Questo accordo evita un'altra riduzione del 20% delle rendite, ma non risolve nessuno dei problemi strutturali della cassa. E questo risanamento, come le misure di compensazione, sono a carico dei lavoratori» tuona Sergi. Che, quando parla delle «altre misure», quelle che dovrebbero garantire il calo a massimo il 2% «ma non spiegano come», aggiunge che «saranno decise dall'Ipct usando un cosiddetto tesoretto da 300 milioni ottenuto dalla riduzione delle rendite vedovili, quindi ancora una volta si parla di soldi messi dai salariati e non dal datore di lavoro, cioè il Cantone». Per l'Mps la soluzione è una: «Lo Stato deve mettere i soldi», e qui – unendo i due livelli che compongono il tema risanamento Ipct – (ri)comincia il cannoneggiamento alla «proposta flop» del prestito obbligazionario da 700 milioni di franchi votato dal Gran Consiglio «e che è stato un fallimento su tutta la linea, serviva mezzo miliardo messo dallo Stato, non speculazioni sul mercato». Un mercato che, riconosce sollecitato da ‘laRegione’ il direttore dell'Ipct Daniele Rotanzi, «non ha ancora fornito le condizioni necessarie per mettere sul mercato le tranche del prestito, ma stiamo continuando a monitorarlo».
Tornando all'Mps, il deputato Matteo Pronzini annota dal canto suo, riprendendo la presa di posizione, che «l'aumento dei contributi a carico dei lavoratori è una perdita sul salario disponibile» e che «le misure di compensazione sono fondate da un lato su una restituzione parziale di perdite di gran lunga maggiore subite dagli assicurati sui propri averi di vecchiaia». E, quindi, ecco le proposte fatte, in fieri, e future che l'Mps tramite emendamenti in Gran Consiglio o tramite atti parlamentari porterà all'attenzione dell'aula. Si va dall'ampliare la cerchia degli assicurati ai dipendenti di Usi e Supsi, all'aumento del supplemento sostitutivo alla rendita Avs/Ai dall'80 al 100% col finanziamento interamente a carico del datore di lavoro. Il tutto, passando (anche) per l'aumento dell'importo a carico del Cantone per la ricapitalizzazione da 454 a 954 milioni (entro il 2051) e l'allineamento dell'obiettivo del grado di copertura alla legislazione federale (riduzione dall'85 all'80%).
Proposta, quest'ultima, che farà parte delle «cinque» che sono fatte proprie anche dalla rete ‘Erredipi’, ci conferma il suo portavoce Enrico Quaresmini. Il quale ci informa che il 30 agosto, alle 20 presso le Scuole nord di Bellinzona si terrà un'assemblea degli aderenti all'associazione in vista sia della discussione sul messaggio governativo, sia della prossima mobilitazione prevista il 27 settembre.