Ticino

Federali ’23, si apre il sipario sulla lista della Lega

Al motto ‘Ticinés. Leghisti. Liberi e Svizzeri’ il Movimento lancia la campagna elettorale. ‘Siamo l’unica forza politica interamente ticinese’

I candidati al Nazionale della lista principale: Grandini, Caverzasio, Quadri, Guerra, Ortelli, Balli, Mazzoleni. Assente Genini
(Ti-Press/F.Agosta)
1 agosto 2023
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«La Lega è pronta a scendere sia in campo sia in pista per giocare una partita decisiva». Con queste parole il consigliere di Stato e membro del Comitato esecutivo del movimento di Via Monte Boglia Norman Gobbi ha lanciato la campagna elettorale per le Federali. Ultima tra le principali formazioni politiche del cantone a svelare le proprie carte, infine anche la Lega dei Ticinesi ha reso pubblica la composizione della squadra in corsa per le elezioni di ottobre. E lo ha fatto alla pista di ghiaccio di Faido – da qui il riferimento di Gobbi – in concomitanza, come da tradizione, con le celebrazioni per la ricorrenza del Primo di Agosto. Nessun colpo di scena rispetto ai nomi di cui si vociferava da settimane. In lizza per il Consiglio nazionale si affiancheranno all’uscente Lorenzo Quadri i granconsiglieri Daniele Caverzasio, Michele Guerra, Sem Genini, Maruska Ortelli, Omar Balli, Alessandro Mazzoleni, nonché il già presidente della sezione di Lugano del Plr Giorgio Grandini che figurerà sulla lista in qualità di Indipendente. Per il Consiglio degli Stati invece – come da patti con gli alleati democentristi con cui anche in questa tornata si ripropone la congiunzione delle liste – non ci sarà nessun rappresentante della Lega accanto all’uscente Marco Chiesa: il presidente nazionale dell’Udc sarà il solo candidato d’area con l’obiettivo di mantenere il seggio alla Camera alta che occupa da una legislatura.

‘Obiettivo: riprendere il secondo seggio al Nazionale perso quattro anni fa’

Ma non basta: «Riconquistare il secondo seggio perso al Nazionale quattro anni fa per una manciata di schede» è l’obiettivo prettamente leghista, ha ripreso Gobbi: «Per farlo corriamo con una lista principale forte formata da persone molto valide, e con quattro sottoliste di notevole peso, espressione della nostra società». Denominate Donne, Giovani Leghisti, Over 60 e Nei Comuni, in particolare in quest’ultima figurano nomi di spicco come quelli del sindaco di Lugano Michele Foletti e di Mauro Minotti e Bruno Buzzini, municipali rispettivamente di Bellinzona e Locarno. «In questa tornata elettorale non solo la Lega ma il Ticino e la Svizzera si giocano il loro futuro. I valori fondanti che hanno reso forte la patria si stanno sgretolando sotto la spinta esterna a cui i partiti di centro e di sinistra continuano a cedere. La soluzione è quella di rafforzare i valori tradizionali della destra», ha dichiarato Gobbi.

‘Plr e Centro sono sempre più spesso la ruota di scorta dei rossoverdi’

A fargli eco è stato il consigliere nazionale uscente Lorenzo Quadri: «In realtà la maggioranza a Palazzo federale è di centrosinistra perché Plr e Centro sono sempre più spesso la ruota di scorta dei rossoverdi. E non possiamo portare a Berna chi sostiene la svendita del Paese». Come di consueto per la campagna elettorale, la Lega ha confezionato un programma in 10 punti. Nel decalogo si trovano tra gli altri: «No all’Unione europea, vogliamo essere padroni a casa nostra – ha iniziato a elencare Quadri –. Immigrazione da regolare e stop al caos dell’asilo che imperversa soprattutto nel Mendrisiotto. Difesa del federalismo e priorità alla Costituzione svizzera sui trattati internazionali. Preferenza indigena per il lavoro e quindi “prima i nostri”». Rispetto ai problemi legati a traffico, clima e ambiente, sempre secondo Quadri «bisogna adottare posizioni ragionevoli e avere obiettivi sensati, non serve fare i primi della classe». Al capitolo socialità e sanità: «Lavoriamo per costi sostenibili, per questo abbiamo alcune proposte come l’iniziativa per la deducibilità integrale dei premi di cassa malati». Mentre a quello sicurezza: «Siamo per frontiere da controllare e per un presidio anche ai valichi minori». Per quanto concerne invece la scuola, «sosteniamo una formazione ancorata alla realtà e non il mantenimento di fabbriche di diplomi o di disoccupati». A giudizio del consigliere nazionale in carica «questi sono tutti punti che rispecchiano le priorità del cantone e le aspettative dei ticinesi».

‘Per poter decidere del nostro futuro è essenziale votare Lega’

«Oggi siamo qui anche per una chiamata alle armi ai nostri elettori», ha affermato dal canto suo Daniele Caverzasio, che oltre a essere candidato è pure portavoce del movimento: «Questo è un appello al popolo leghista, ai tifosi leghisti. Vogliamo risvegliare la ticinesità. Se qualcuno vuol portare avanti discorsi ticinesi voti Lega, perché siamo gli unici senza legami con un partito nazionale». L’attenzione è stata quindi puntata sullo slogan scelto per la campagna: “Ticinés. Leghisti. Liberi e Svizzeri”: «Vogliamo una libertà senza ingerenze da parte dell’Ue e di Stati esteri. Poter decidere del futuro è essenziale. Noi abbiamo sempre difeso un unico padrone che è il popolo ticinese – ha rimarcato Caverzasio –. Libertà, sicurezza e indipendenza sono valori che porteremo sempre avanti. Per poterlo fare in modo più marcato dobbiamo rafforzare lo sguardo di destra e la presenza a Berna. Ci sono tanti temi che dipendono dalla politica federale scellerata e noi come porta di ingresso Sud della Svizzera subiamo certe scelte in maniera maggiore».

La conclusione, prima dei discorsi dal palco per la festa leghista, è toccata a Gobbi: «Abbiamo trovato 40 personalità del cantone, ognuna con la propria esperienza, espressione del nostro Ticino da Chiasso alle valli del Nord. Questo significa rinsaldare le radici – una volontà simboleggiata anche con un ritorno al dialetto contenuto nel motto – che abbiamo sempre voluto mantenere ma che talvolta abbiamo perso e che ora vogliamo far ricrescere forti. Perché “Ticinés” vuol dire avere radici profonde anche per affrontare i periodi di difficoltà ed evitare il rischio di seccare o gelare che corrono le piante poco ancorate al terreno».

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