Ticino

Quattro interventi per ridurre la pressione fiscale

È quanto contiene un messaggio del Consiglio di Stato. Le modifiche sono rivolte alla fiscalità delle persone fisiche. Costo notevole per i Comuni

Ora la palla passa al parlamento
(Ti-Press)
13 luglio 2023
|

Un pacchetto di misure per ridurre la pressione fiscale delle persone fisiche. È quanto contiene il messaggio licenziato dal Consiglio di Stato. La modifica – che risponde ai numerosi atti parlamentari pendenti sul tema – riguarda la Legge tributaria e “modernizza il quadro fiscale di riferimento e concretizza il mandato parlamentare definito nel 2019”, scrive il governo. Sono quattro “gli assi d’intervento prioritari” che hanno presentato questa mattina il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta e il direttore della Divisione delle contribuzioni Giordano Macchi. Ecco i quattro interventi.

Più deduzioni per le spese professionali

Il primo suggerisce di aumentare la deduzione per le altre spese professionali, passando dall’attuale importo forfettario fisso di 2’500 franchi a un nuovo importo forfettario variabile, calcolato in funzione del 4% del salario netto del contribuente, ritenuto un minimo di 3’000 franchi e un massimo di 5’000 franchi. Allo stesso tempo, “in un’ottica di armonizzazione verticale con il diritto superiore”, il messaggio propone anche di adeguare il metodo di calcolo della deduzione per le altre spese professionali dell’attività accessoria, “passando dall’attuale deduzione fissa di 800 franchi a una deduzione variabile sul modello dell’imposta federale diretta, calcolata sulla base del 20% del reddito netto, ritenuto un minimo di 800 franchi e un massimo di 2'400 franchi”.

Ridurre l'imposta su donazioni e successioni

Si chiede anche di aggiornare l’imposta di successione e donazione, riducendo: l’aliquota massima per i concubini e altre figure parentali per affinità dal 41% (aliquota massima della categoria imponibile dei non parenti) al 15,5% (aliquota massima della categoria imponibile dei parenti stretti); l’aliquota massima della categoria imponibile dei non parenti dal 41 al 35%; introducendo una norma specifica volta a sgravare, a determinate condizioni, l’imposta di successione e donazione nel caso dei trapassi aziendali; introducendo una nuova quota esente generalizzata pari a 10'000 franchi annui applicabile a ciascun beneficiario per singolo disponente o donante.

Plafonare l’aliquota massima prelevata sulle prestazioni in capitale

La riforma propone anche di plafonare l’aliquota massima prelevata sulle prestazioni in capitale della previdenza al 3%. “Questa misura permetterà al Ticino di migliorare il proprio posizionamento nel raffronto intercantonale per quanto riguarda l’imposizione delle prestazioni in capitale, scoraggiando così le partenze fuori cantone dei buoni contribuenti in prossimità del pensionamento”.

Adeguare l'aliquota massima dell'imposta sul reddito

Per le grandi imprese attive a livello internazionale si propone di adeguare, in due tappe, l’aliquota massima dell’imposta sul reddito dall’attuale 15,076 al 13,25% nel 2024 e dal 13,25 al 12% a partire dal 2025. “Questo intervento permetterà al nostro Cantone di ridurre il proprio onere fiscale massimo ai fini dell’imposta sul reddito, passando dall’attuale 40,1 al 34,7%, guadagnando così 5 posizioni (dal 21° al 16° rango) nell’ambito della concorrenza fiscale intercantonale e posizionandosi leggermente al di sopra dell’aliquota media intercantonale (33,6%)”, scrive il Consiglio di Stato.

Per i Comuni salgono i costi

Capitolo costi: “A regime le modifiche legislative previste nel presente Messaggio avranno un impatto finanziario neutro per il Cantone – scrive l’esecutivo –, in quanto sarà utilizzato lo spazio finanziario della riduzione temporanea del coefficiente d’imposta che termina nel 2024”. Discorso diverso per i Comuni. “La riforma avrà un impatto finanziario complessivo valutato in 23,7 milioni di franchi nel 2024 per i Comuni e in 33 milioni a partire dal 2025. Si ricorda tuttavia – precisa il governo – che, a partire dal 2025, i Comuni avranno la possibilità di differenziare il moltiplicatore comunale d’imposta tra persone fisiche e persone giuridiche, godendo così di maggior flessibilità per modulare il loro prelievo fiscale”.