Ticino

‘La politica mantenga gli impegni presi sulle riforme fiscali’

Il presidente di Farma Industria Ticino esorta il Cantone anche a creare condizioni quadro favorevoli per attrarre manodopera da Oltreconfine

Il presidente Piero Poli
(Ti-Press)
21 giugno 2023
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«Come associazione di categoria possiamo giocare un ruolo fondamentale nella promozione del territorio e delle sue potenzialità, ma questo lavoro spesso si scontra con la perdita di competitività derivante da condizioni economiche che potrebbero portare non solo alla scelta di un cantone differente per l’insediamento di nuove realtà, ma anche – ed è l’aspetto che più onestamente temiamo – a favorire delle delocalizzazioni che ormai non sono più un tabù». Fa leva sulla paura della fuga delle aziende il presidente di Farma Industria Ticino (Fit) Piero Poli per lanciare un appello alla politica durante la conferenza stampa indetta a monte dell’assemblea generale ordinaria: «Siamo un settore in crescita, però non possiamo dormire sugli allori. Creare condizioni quadro spetta al Cantone. Non dico che non si sia fatto nulla in questi anni, ma pregherei la politica di mantenere gli impegni presi per quanto riguarda le riforme fiscali e per il reperimento di manodopera, anche da oltreconfine, in modo da favorire e permettere agli imprenditori di guardare a un lasso temporale un po’ più lungo di 6-8 mesi».

Il peso della pandemia e della guerra

Fino al 2019 – ripercorre il presidente dell’associazione delle industrie chimiche e farmaceutiche del Cantone Ticino – sia il settore sia le aziende prese in considerazione hanno visto una crescita importante «che per fortuna era ed è ancora più alta della media nazionale». Poi però la pandemia e il conflitto in Ucraina hanno iniziato a far sentire il proprio fardello: «Carenza energetica, aumento del costo delle materie prime, difficoltà a muoversi e a muovere merci hanno avuto un impatto anche sul settore farmaceutico, che è molto orientato alla ricerca e allo sviluppo e quindi pure soggetto al rischio. Non da ultimo ricordiamo che la Svizzera è uno Stato che esporta e l’attuale cambio franco-euro non la favorisce». La situazione di crisi non ha impedito che negli ultimi anni si sia registrata una crescita importante di aziende associate a Fit (che ora risultano 52 con 3’100 dipendenti) e un continuo aumento del monte salari, rende noto Poli, rilevando però che il fatturato globale delle aziende associate è rimasto abbastanza stabile: «Questo a conferma che l’impatto della crisi non ha certo aiutato a “un’esplosione” del settore».

Obiettivo: attirare lavoratori che si insedino nel territorio

Dal punto di vista fiscale si chiede pertanto alla politica «di diminuire il grande gap con altri cantoni». Mentre a livello di manodopera, il cui fabbisogno è considerato enorme e a tutti i livelli, si chiede di guardare anche al bacino della vicina Penisola. «A breve – ricorda la direttrice di Fit Daniela Bührig – avremo anche un nuovo accordo sui frontalieri che renderà il carico fiscale più pesante per i lavoratori che vengono dall’Italia e non erano in possesso precedentemente di un permesso di lavoro. Bisogna capire se l’attrattività a livello salariale e di condizioni del Ticino continuerà a essere tale anche nei prossimi anni. Ma non si può aspettare un numero infinito di anni». In merito alle condizioni salariali, tiene a precisare Poli, «come Fit anni fa abbiamo approvato un codice etico adottano dalla quasi totalità delle aziende. Questo prevede la meritocrazia e una tipologia di stipendio che prescinde dalla provenienza». L’auspicio «è di fare trasferire in Ticino queste persone, ancora meglio con la loro famiglia, per creare indotto e aiutare il cantone dal punto di vista economico».

Un significativo passo compiuto lo scorso febbraio – illustra Poli – è la fondazione in Ticino del Centro di competenza Life Science che fa parte dello Switzerland Innovation Park di Zurigo: «Così il cantone può finalmente uscire da quel limbo che lo vede solo come una destinazione di vacanza ed entrare nell’ambiente più vasto e interessante della ricerca scientifica». Per quanto riguarda la formazione, a livello di apprendistato Fit sta formando 69 giovani: oltre ai laboratoristi, si contano 9 tecnologi in chimica e chimica farmaceutica: «Per la prima volta abbiamo superato il tetto di 4. Si tratta di una professione per cui mancano davvero molti profili», suona il campanello d’allarme Poli. Che a margine della conferenza stampa rimarca come «spesso l’azienda farmaceutica è tacciata di far aumentare la spesa sanitaria, di cui però rappresenta solo il 12%. Senza contare che il prezzo dei farmaci viene fissato dall’autorità federale, non da noi».