La sintesi, cartacea, riporta nero su bianco le considerazioni del rapporto esterno sui casi di molestie sessuali e mobbing
Una sintesi, non l'audit completo, ma che ben evidenzia il clima creatosi all'interno di Unitas, l'associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, in merito al comportamento di un alto dirigente su un arco temporale di ben 25 anni. L'estratto cartaceo, di cui ‘laRegione’ è venuta in possesso, sottoscritto dai due legali, incaricati dal Dipartimento sanità e socialità, avvocati Raffaella Martinelli Peter e Stefano Fornara, riporta infatti, non solo la spiegazione di come si è svolta l'inchiesta, ma soprattutto le gravi lacune addossate a chi avrebbe dovuto vigilare, ovvero i vertici di Unitas, in particolare comitato e direzione.
Una ventina le segnalazioni raccolte sull'atteggiamento ‘poco ortodosso’ del dirigente in merito a molestie sessuali (verbali e/ fisiche), atti ostili o comportamenti assimilabili al mobbing, comportamenti lesivi della personalità.
Dagli approfondimenti svolti risulta così che i responsabili dell'associazione “non hanno adempiuto correttamente al proprio dovere di mettere in atto misure di prevenzione e di intervento in caso di molestie". Non solo, “malgrado fosse risaputo che il comportamento della persona segnalata nei confronti delle donne destava una certa perplessità, i vertici di Unitas non sono intervenuti in alcun modo”. L'audit ha potuto quindi evidenziare come “la mancata percezione da parte dei vertici dell'associazione di una situazione di disagio vissuta da diverse dipendenti è un chiaro segnale di una mancata vigilanza e/o di una sottovalutazione della situazione e/o di una incompetenza riguardo al tema delle molestie sessuali”. Ancora recentemente, peraltro, fra il 2018 e il 2020, come si evince dal rapporto “vi sono state delle segnalazioni, che i vertici non hanno trattato con la dovuta diligenza”.
Un passaggio in particolare lascia basiti: “Il comitato e la direzione non sono intervenuti nemmeno di fronte a chiari segnali di una situazione preoccupante”. Ciò comporta una serie di criticità: dall’assenza di una adeguata governance, in particolare la mancanza di adeguata separazione dei poteri e accumulo di cariche su una sola persona, che nel corso del tempo è diventata ‘intoccabile’ nonostante il suo comportamento problematico; carente indipendenza della direzione nelle questioni amministrative, rispettivamente indebita ingerenza della persona segnalata in particolare su questioni che esulavano dalla sua competenza; carente trasparenza e cattiva comunicazione relativa alle situazioni emerse, sia verso l'interno (collaboratori), sia verso i soci e i terzi; mancanza della rappresentante del Consiglio di Stato: vi era una persona nel comitato avente funzione di rappresentante del Governo che non è stata rieletta.