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L’Alpa: ‘Rustici fuori zona, serve un cambio di approccio’

L’Alleanza patriziale ticinese ‘aderisce’ al manifesto dell’Ente regionale per lo sviluppo di Locarnese e Vallemaggia. Aggiungendo qualche puntino sulle i

Un patrimonio da salvare
(Ti-Press)
7 marzo 2023
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"Sui rustici serve un cambio di approccio". E proprio per questo il Consiglio direttivo dell’Alleanza patriziale ticinese (Alpa), nella sua ultima seduta ha deciso di aderire agli intenti del ‘Manifesto rustici’, un documento promosso alla fine dello scorso anno dall’Ente regionale per lo sviluppo di Locarnese e Vallemaggia, in collaborazione con le sue Antenne regionali (Vallemaggia, Verzasca, Gambarogno e Centovalli-Onsernone-Pedemonte). Un manifesto, ricorda la stessa Alpa, "voluto per promuovere, sensibilizzare e incentivare il restauro e la valorizzazione dei rustici fuori zona edificabile". Fondamentalmente, un appello a proprietari e autorità cantonali e federali di muoversi finché si è in tempo.

‘Indispensabile fare di tutto per salvare il salvabile’

L’Alpa "aderisce" al manifesto, si diceva. In una nota firmata dal suo presidente, Tiziano Zanetti, infatti ricorda che "da sempre gli enti patriziali sono attivi nella tutela e nella valorizzazione del proprio patrimonio. E l’Alpa ritiene che occorra provare a occuparsi con maggior insistenza del tema dei rustici, in un’ottica non solo rivendicativa ma piuttosto legata alle opportunità che essi rivestono per il futuro delle periferie". In un contesto difficile, molto difficile: "Questo patrimonio, per vari motivi, è oggi seriamente a rischio. È perciò indispensabile fare di tutto per salvare il salvabile".

‘Interventi da favorire e incentivare, non da considerare eccezioni’

Detto del sostegno, si diceva che serve anche "un cambio di approccio" però. Già, perché "per perseguire l’obiettivo del manifesto – si continua a leggere nella nota dell’Alpa – crediamo occorra cambiare approccio nei confronti del territorio fuori zona edificabile: gli interventi di ristrutturazione, a carattere conservativo e/o con cambiamento di destinazione, devono essere favoriti e incentivati perché concorrono alla tutela del paesaggio, e non – come avviene adesso – considerati delle eccezioni (oppure addirittura ostacolati a seguito di un atteggiamento troppo intransigente)".

‘Il buon senso deve prevalere’

In questo senso, l’Alpa "sostiene l’atto parlamentare del deputato e membro del Consiglio direttivo Aron Piezzi inoltrato nel 2022, che propone al Consiglio di Stato ticinese di attivarsi affinché il quadro legislativo in vigore venga modificato". L’Alleanza patriziale, va da sé, "concorda di ritenere essenziale promuovere le opportune modifiche di legge, al fine di permettere al buon senso di prevalere sull’applicazione di principi giuridici". Principi che "sono corretti sulla carta, ma che nulla hanno a che vedere con la dignità delle nostre montagne e di chi un tempo li ha vissuti".

L’articolo legislativo in questione è l’art. 24 della Legge federale sulla pianificazione del territorio (e relativa Ordinanza). "Beninteso – scrive l’Alpa – le norme dovranno sempre essere rigorose e puntuali, per consentire interventi rispettosi delle tipologie architettoniche tradizionali; ma è essenziale riconoscere anche un valore paesaggistico e culturale ai rustici fuori zona edificabile, in cui uomo e natura abbiano relazioni positive e rispettose".

Oltre a favorire questa modifica alla Legge federale, l’Alpa "appoggia pienamente l’idea di mettere mano al Puc-Peip. A oltre dieci anni dalla sua implementazione, questa è l’occasione di evidenziarne le criticità e, soprattutto, individuare dei correttivi, in modo da risultare meno rigido, meno burocratico e focalizzandosi meno su aspetti di dettaglio, ma considerando anche il valore culturale e paesaggistico dei rustici".

Infine, l’Alleanza patriziale ticinese "auspica che il ‘manifesto’ possa essere esteso, approvato, e veicolato anche dagli altri Enti regionali ticinesi e dalle loro Antenne regionali, affinché tutti possano condividerlo e, soprattutto, concretizzarlo". Perché questo nuovo approccio al tema dei rustici fuori zona "è quantomai indispensabile per dare un futuro dignitoso alle regioni più discoste e al loro patrimonio costruito".

‘Il Cantone dovrà continuare a promuovere queste ristrutturazioni’

E chi possiede un rustico ma non può né vuole sistemarlo? Nel ‘manifesto’ dell’Ers viene indicata una possibilità: "I privati possessori di un rustico che non sono interessati a promuovere un restauro, sono invitati a mettere sul mercato l’edificio. Ciò essenzialmente per scongiurarne l’abbandono e il possibile conseguente crollo. Le comunioni ereditarie ampie e le proprietà eccessivamente frammentate sono sovente un ostacolo per il restauro dei rustici; nel caso in cui nessuno tra i membri fosse interessato al restauro, si consiglia di mettere sul mercato le proprietà".

In più, e non si scappa, "il Cantone, soprattutto, dovrà continuare a promuovere queste ristrutturazioni, sia nei confronti degli enti pubblici (ad esempio con i sussidi destinati ai ‘progetti paesaggio’), sia nei confronti dei privati (ad esempio con il sussidio per i tetti in piode". Naturalmente, viene annotato nel ‘manifesto’, "anche i Comuni, i Patriziati e le numerose associazioni/fondazioni pubbliche e private che hanno a cuore il paesaggio costruito sono invitati a essere parte attiva e propositiva". Con la consapevolezza che "serve un impegno corale, il patrimonio costruito fuori zona edificabile ha infatti ancora molte opportunità da cogliere; tuttavia, il rischio di una sua cancellazione definitiva è reale".