In due mesi perdite recuperate fino al 50% grazie alla fine dello sconto sulle accise in Italia e dell’accordo sul telelavoro dei frontalieri
La fine dello sconto sulle accise del carburante praticato dal governo italiano fino al 31 dicembre 2022 sta ridando un po’ di respiro alle casse dei distributori ticinesi nella fascia di confine, confrontati fin da marzo con un netto calo delle vendite (e annessi problemi per gli impieghi) in seguito ai prezzi del pieno divenuti più favorevoli Oltreconfine: ad oggi, infatti, per un litro di benzina in Ticino si spendono indicativamente fra i 10 e i 15 centesimi di euro in meno al litro rispetto all’Italia. Lo evidenzia oggi La Provincia di Como, che parla di una riduzione di circa il 50%, in soli due mesi, delle perdite accumulate nei dieci mesi precedenti.
Secondo l’ad di City Carburoil, Luca Giampietro, intervistato dal quotidiano comasco, a contribuire alla ripresa delle vendite da parte dei benzinai ticinesi, oltre alla fine dello sconto benzina, sta contribuendo anche lo stop all’accordo amichevole sul telelavoro dei frontalieri messo in atto dal 1° febbraio 2023, con il ritorno sul posto di lavoro in Ticino di molti lavoratori che si spostano in auto e che, dunque, fanno benzina nel nostro cantone, un fenomeno evidente soprattutto nel Luganese e in alcune zone del Mendrisiotto.
L’ad di City Carburoil fornisce anche un dato più chiaro circa l’impatto della mossa del governo Draghi sui distributori ticinesi: rispetto ai 360 milioni di litri di carburante venduti nel 2019, ovvero l’ultimo anno prima della pandemia, nel 2022 la cifra scende a 180 milioni, in pratica la metà, dato che, secondo Giampietro, scende a circa un -30% considerato il recupero degli ultimi due mesi, per cui le previsioni ottimistiche per la fine dell’anno sono di arrivare a perdite globali intorno al 15%.