Ticino

Ricerca fra le macerie, pure una squadra ticinese in Turchia

Lunedì Mauro Bonomi e Luna sono volati sul posto. In preallarme il presidente della sezione rossoblù di Redog Fabio Giussani: ‘Pronto a intervenire’

Fabio Giussani con Luna
(Redog Ticino)
8 febbraio 2023
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È una lotta contro il tempo. Hanno lavorato per tutta la notte le squadre di cani da salvataggio svizzere impegnate nella ricerca di eventuali altri superstiti sotto le macerie del terremoto che ha sconquassato il Sud-est della Turchia, come pure la Siria. Fra i sei cani e le dieci persone che la Società svizzera per cani da ricerca e da salvataggio (Redog) ha inviato sul posto già lunedì ci sono anche Mauro Bonomi e la sua Luna, un incrocio di border collie. Mentre un’altra Luna e il suo accompagnatore, il presidente della sezione ticinese di Redog Fabio Giussani, sono in stato di preallarme e potrebbero anche loro partire alla volta della Turchia qualora la situazione lo dovesse richiedere. «Mauro e Luna sono stati chiamati già nella tarda mattinata di lunedì – racconta Fabio Giussani stesso –. Nel pomeriggio sono entrambi partiti alla volta di Zurigo, e da lì si sono imbarcati sul volo che li ha portati in Turchia. Ho provato a mettermi in contatto con lui, per avere qualche notizia sulla situazione che si sono trovati davanti agli occhi laggiù e per capire come stanno procedendo le operazioni di ricerca. I miei messaggi whatsapp però non risultano recapitati al destinatario: evidentemente devono esserci ancora seri problemi ai collegamenti telefonici da e per la Turchia...».


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Mauro Bonomi e Luna

Per Giussani, l’eventuale chiamata sarebbe anche la prima per un impiego pratico reale all’estero: «Sì, già in passato mi era capitato di venire preallarmato diverse volte per un evento che si era verificato in un altro Paese, ma poi l’allarme era rientrato. In Svizzera, per contro, ho già preso parte attiva a diverse ricerche di persone, visto che il mio cane è pure formato per la ricerca di dispersi in montagna e quindi sono operativo anche in questo settore. In particolare con Aida, che per quasi dieci anni mi ha assistito in queste operazioni. Poi, dopo appunto una decina di anni di onorato servizio, Aida è andata in meritata pensione: ora al mio fianco c’è appunto Luna, un malionois, abilitata pure lei tanto nella ricerca fra le macerie quanto in quella in montagna e che, coincidenza vuole, si chiama proprio come il cane che sta assistendo Mauro in queste operazioni di ricerca in Turchia. Io e Mauro, del resto, siamo le uniche due persone della sezione ticinese di Redog in possesso del brevetto e attualmente operative per questo genere di impieghi».

Ogni settimana allenamenti tecnici e pratici

Quale formazione devono seguire conduttore e cane per poter entrare nei ranghi delle squadre di ricerca e salvataggio in caso di catastrofi? «L’abilitazione che consente di essere impiegati in interventi nazionali e internazionali prevede un iter ben specifico – spiega Giussani –. Altro criterio imprescindibile per andare a brevetto è il consenso incondizionato da parte del datore di lavoro: si può accedere alla formazione, e dunque seguire tutta la proceduta per l’abilitazione, unicamente con l’avallo preventivo del datore di lavoro: quando arriva una chiamata devi infatti essere assolutamente libero di staccarti in qualsiasi momento».


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Aida, per una decina d’anni al fianco del presidente

Generalmente, la squadra è sempre composta dal cane e dal suo padrone: «Questo perché da un lato è la persona che meglio conosce le reazioni dell’animale, e dall’altro perché il lavoro di educazione e formazione di un cane di ricerca in macerie comincia quando questo è ancora un cucciolo, in modo da poter abituare il più possibile il binomio alle peculiarità delle situazioni che dovrà affrontare nell’ambito di un intervento pratico vero e proprio. E anche una volta conseguito l’attestato, la formazione prosegue: settimanalmente ci ritroviamo un paio di volte per gli allenamenti, provando i vari scenari possibili. Che possono essere rappresentati da muove situazioni, nuove superfici, stabili distrutti, cave, frane, frane con il fango... Una serata, di norma il mercoledì sera, la dedichiamo a quelli che sono gli aspetti tecnici della formazione, che comprendono le tecniche di segnalazione, la mobilità sul materiale, la gestione del cane (sia in obbedienza sia a distanza, sulla maceria), le tecniche di ricerca, l’approccio ai diversi tipi di maceria in rapporto alle termiche e parecchi altri aspetti. Nel weekend, invece, almeno una giornata la dedichiamo alle ricerche in maceria. Anche qui gli scenari sono diversi; possiamo allenarci su detriti creati appositamente, come quelli esistenti al centro cantonale della Protezione civile di Rivera, in un cantiere di qualche costruzione, in stabili in disuso, in qualche cava, in magazzini di imprese...: insomma, tutto quanto può offrire la possibilità di nascondere delle persone e simulare le tipologie di situazioni con cui ci si confronta a seguito di un terremoto. Ci alleniamo tanto in Ticino quanto in altre parti della Svizzera, come pure all’estero. In pratica, più il cane verrà confrontato con una diversità di impiego, e più sarà pronto per un potenziale impiego. Anche la formazione del conduttore è importante, perché è lui a definire gli obiettivi del cane e lo deve guidare nella ricerca».

Questione di taglia più che di razza

Sui pendii innevati, il cane simbolo della ricerca e del primo soccorso è, per antonomasia, il San Bernardo. E per i terremoti, c’è una razza più indicata di un’altra? «Più che di razza, parlerei di taglia ideale. O, meglio, di taglia non ideale. Di norma in cani troppo grandi e troppo pesanti non sono indicati per una ricerca di persona nell’ambito di un terremoto: fra le macerie, il cane deve comunque sempre muoversi in modo agile, altrimenti il rischio di ferirsi è grande. Allo stesso tempo, nemmeno un cane troppo piccolo è ideale, considerato che deve spostarsi su un terreno morfologicamente tutt’altro che regolare. Una via di mezzo, ossia un animale con una stazza compresa tra i 15 e i 25-30 kg sarebbe più idonea. Chiaramente poi dipende anche dalla capacità dell’animale di acquisire certi condizionamenti piuttosto che altri».

Ci sono invece dei requisiti indispensabili per poter comporre una squadra in operazioni internazionali? «Di norma il cane non deve superare i dieci anni di età: per quelli più anziani non è ritenuto opportuno l’impiego in eventi internazionali. Allo stesso tempo, il conduttore teoricamente non dovrebbe avere più di 65 anni».