Associazioni del settore e Polizia cantonale organizzano un ciclo d’incontri sul tema. Lo scorso anno 22 truffe e oltre 200 tentativi di raggiro.
Ventidue truffe del "falso nipote", anche se a volte il malintenzionato si presenta come medico o poliziotto. È il dato registrato nel 2022 in Ticino. Una cifra decisamente più alta rispetto al passato, visto che dal 2018 al 2021 la Polizia cantonale ne aveva registrate ‘solo’ tredici. Un fenomeno in crescita? È presto per dirlo, afferma la polizia, ma certo potrebbe indicare una tendenza. Per cercare di prevenire il fenomeno, le associazioni ticinesi che si occupano della cura degli anziani (Atte, Pro Senectute, Generazione Più, Aila-Oil e Generazioni Sinergie) hanno organizzato un ciclo d’incontri informativi in collaborazione con la Polizia cantonale. «La Svizzera e il Ticino sono luoghi sicuri dove vivere e con una buona qualità di vita», ha puntualizzato Laura Tarchini, responsabile della comunicazione per Pro Senectute Ticino e Moesano. «Nonostante questo per un anziano c’è il rischio di essere vittima di una truffa o un raggiro. Sono fenomeni con cui siamo confrontati e che evolvono velocemente».
Ogni anno sono oltre 200 i tentativi di truffa del "falso nipote" a Sud delle Alpi. «Attualmente viene utilizzata una modalità di chiamata telefonica definita "shock" dove la vittima viene avvisata di un grave incidente o grave malattia di un suo familiare» ha spiegato a margine della conferenza stampa di presentazione del ciclo d’incontri Renato Pizolli, portavoce della Polizia cantonale. «Le cattive notizie mettono immediatamente le vittime sotto enorme pressione. «Gli scorsi anni nel corso delle truffe (falso nipote) vi era una pressante richiesta di denaro ma non venivano menzionate persone in pericolo. Questa ‘nuova’ versione si traduce purtroppo in un maggior tasso di successo per i truffatori». A essere confrontati con questo genere di truffe sono anche le associazioni che tutti i giorni entrano in contatto con anziani. «Durante la consegna dei pasti a domicilio capita di ricevere segnalazioni di tentativi di truffa, che spesso vanno a colpire le persone più fragili e sole», spiega Tarchini. «Anche le modalità sono in continuo cambiamento. Ci è stato segnalato di finti operatori sanitari, che presentandosi con il tesserino di Pro Senectute falsificato hanno cercato d’introdursi in casa della vittima». Un problema, sottolinea la responsabile, «perché va a mettere in pericolo il rapporto di fiducia tra cittadino e autorità».
Il ciclo d’incontri è iniziato ieri a Bellinzona, le date successive si possono trovare sul sito www.prosenectute.ch e su quello delle altre associazioni. «Lo scopo è allertare e non allarmare», precisa Pizolli. «Un dialogo con gli agenti permette di sviluppare una sensazione di sicurezza». L’idea di proporre una serie d’incontri, hanno spiegato i promotori del progetto, è nata durante la pandemia. «Un programma unico permette di evitare doppioni, con magari due associazioni che organizzano eventi simili» ha detto Tarchini. «Inoltre si copre in maniera capillare il territorio e si può rispondere meglio a richieste d’incontri extra da parte dei comuni». Il progetto, hanno spiegato le associazioni coinvolte, potrebbe essere il punto di partenza per una serie d’iniziative condivise più ampia.