Lo chiede un’interrogazione interpartitica dopo la decisione di obbligare i Comuni da giugno a raccogliere separatamente le PE e le PP. ‘E le altre?’
Continua a sollevare dubbi e richieste di chiarimento la decisione presa dal Consiglio di Stato di introdurre l’obbligo per i Comuni di raccogliere separatamente le plastiche riciclabili a partire dal prossimo mese di giugno. Stavolta le domande al governo giungono tramite un’interrogazione interpartitica – primo firmatario Carlo Lepori (Ps) – sottoscritta da 13 deputati. Titolo: ‘Obbligo di raccolta separata delle plastiche PE e PP - e le altre?’. Premettendo di aver accolto con soddisfazione la decisione in questione, lamentano però una formulazione troppo generica della stessa.
Sotto la lente dell’atto parlamentare si trova in particolare la scelta di limitare la raccolta alle sole plastiche PE e PP. Ciò vuol dire, scrivono i granconsiglieri, "potenzialmente riciclare solo il 15-20% delle plastiche totali prodotte dalle economie domestiche. Il restante, che comprende anche una buona parte di materiale facilmente riciclabile, come PET non proveniente da bottiglie per le bevande, PVC, PS ecc. finirebbe bruciato nell’inceneritore con uno spreco di risorse rinnovabili e notevoli emissioni nocive (in particolare CO2) nell’ambiente".
A tal proposito ricordano che il Comune di Bellinzona per primo, con una fase pilota accompagnata da uno studio cofinanziato dal Cantone, ha introdotto la raccolta delle plastiche miste tramite un sacco a pagamento, comunemente denominato Sammelsack. "Dalla fase pilota, anche a seguito del notevole successo di adesione presso la popolazione e il risultato positivo emerso dallo studio eseguito dalla EcoControl SA, si è poi continuato come servizio regolare. Attualmente sono 16 i Comuni ticinesi che lo hanno introdotto, e i quantitativi raccolti sono di buona qualità e in continuo aumento".
Tramite il Sammelsack, evidenziano gli interroganti, "vengono raccolte quasi tutte le tipologie di plastiche in circolazione. Esse vengono poi separate in un centro automatizzato in Austria, a una ventina di chilometri dal confine svizzero, prima di ritornare ed essere riciclate in gran parte in Svizzera. Solo la parte non riciclabile (20-30%) viene convogliata ai cementifici o inceneritori svizzeri. Il già citato studio di EcoControl sulla contestata questione dei trasporti conclude che: ‘… sulla base di questa prima valutazione, si può presupporre che l’influsso dei trasporti dal Ticino alla Svizzera interna sia trascurabile rispetto ai benefici ambientali ottenuti dal riciclaggio delle plastiche miste’".
Pertanto i 13 parlamentari chiedono al Consiglio di Stato innanzitutto su quali basi di valutazione scientifiche ed economiche di mercato il Dipartimento del territorio (Dt) sia giunto alla decisione di raccogliere e riciclare le plastiche PE (polietilene) e PP (polipropilene) in Ticino. E poi, chi sono gli operatori consultati e che entrano in considerazione per offrire il servizio di raccolta e riciclaggio? Quali sono i costi del servizio previsti a carico dei Comuni? Come sarà assicurato che il servizio completo dalla raccolta, al riciclo e al riuso sarà svolto interamente in Ticino come auspicato dal Dt?
In seconda battuta domandano se abbia senso proporre una "soluzione tutta ticinese, quando a livello nazionale nel contesto dell’economia circolare, SwissRecycling assieme all’Associazione dei riciclatori della plastica svizzeri e alla grande distribuzione sta introducendo un sistema tipo Sammelsack per le plastiche miste a livello nazionale". Infine vogliono sapere se il Sammelsack per le plastiche miste "adottato con soddisfazione e con successo in 16 Comuni ticinesi e in circa 500 in Svizzera", sarà ancora autorizzato in considerazione del fatto che comprende già la raccolta e il riciclaggio delle plastiche PE e PP.