Preventivo 2023, dalla commissione della Gestione numerosi quesiti al governo. Nell‘attesa di sapere se dalla Bns arriveranno i soldi preventivati.
Parte la raffica di domande dei partiti all’indirizzo del governo sul Preventivo 2023 del Cantone. Un preventivo che registra un disavanzo di 79,5 milioni di franchi, in linea con l’obiettivo che si era prefissato il Consiglio di Stato, ovvero ottanta milioni come soglia massima. Ma sui conti presentati dall’Esecutivo tre settimane fa grava l’incognita dei 137 milioni della Banca nazionale svizzera, importo che in diversi considerano a rischio, se non da dimenticare, alla luce del forte passivo miliardario accusato dall’istituto centrale nel primo semestre di quest’anno. Se così fosse, se ne saprà di più nei prossimi mesi, il rosso del Preventivo salirebbe a oltre 200 milioni. Il che renderebbe complicato, parecchio complicato, il raggiungimento del pareggio di bilancio per fine 2025. Sono tanti i quesiti all’attenzione del governo scaturiti dalla commissione parlamentare della Gestione.
E l’incognita Bns è sullo sfondo di alcune domande del gruppo parlamentare del Centro/Ppd capitanato da Maurizio Agustoni. Gruppo che sollecita un confronto con gli altri Cantoni per quanto riguarda le quote di utile della banca centrale preventivate e il loro impatto sul risultato d’esercizio cantonale. Il Centro/Ppd chiede al Consiglio di Stato anche l’allestimento di una tabella che mostri i vari scenari per le finanze cantonali: dalla distribuzione di quattro quote fino a nessun contributo. Tutto, in ogni caso, dipenderà da quanto deciderà la Banca nazionale. Per questo motivo il gruppo parlamentare vuole sapere quando sarà comunicata, verosimilmente, la distribuzione dei dividendi ai Cantoni. In attesa della comunicazione ufficiale i centristi chiedono al governo, "in base alle più recenti informazioni", quale risultato dovrebbe essere raggiunto dalla Bns nel quarto trimestre 2022 per consentire una distribuzione di utili.
Non ci sono però solo gli utili della Banca nazionale tra le domande del Centro/Ppd. Il gruppo chiede anche "come viene considerato l’impatto dell’inflazione sull’aumento della spesa pubblica?" e "quale tasso è stato applicato e a quali beni o servizi?". Tra le voci che subiranno il maggiore rincaro ci sono sicuramente i premi di cassa malati, il cui aumento è stato comunicato il giorno precedente la conferenza stampa del governo sul Preventivo 2023. Per questo motivo il Centro/Ppd chiede "in base a quale ipotesi di aumento è stata quantificata la voce di preventivo relativa a sussidi o altre forme di partecipazione del Cantone al pagamento del premio?".
Le domande del gruppo della Lega, con a capo Boris Bignasca, sono invece incentrate sulla spesa del Cantone, per la quale si chiede "la statistica dell’aumento dei costi degli ultimi anni, suddivisa anche per settore dell’Amministrazione" e "l’aggiornamento dei dati di confronto intercantonale della spesa pubblica". Quesiti più specifici riguardano i tre Dipartimenti non in mani leghiste: per il Dipartimento finanze ed economia (Dfe) si chiede "a quanto ammontano le entrate del Cantone dell’imposta sulla sostanza" e "a quanto ammonta lo stipendio medio e mediano dell’Amministrazione cantonale e dei docenti". Al Dipartimento educazione cultura e sport di chiede "l’aggiornamento della spesa prevista per la cultura in Ticino" e se, secondo il governo, "il modello del Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) è sostenibile, visti gli ultimi clamorosi errori di scelta di docenti". Per quanto concerne il Dipartimento sanità e socialità (Dss), invece, "si chiedono gli ultimi dati annuali dei permessi B relativi alla somma di aiuti sociali percepiti".
La spesa è uno dei punti forti anche dei quesiti posti dal Plr. «Al di là delle domande puntuali di tipo più contabile, la preoccupazione generale – annota la capogruppo in Gran Consiglio Alessandra Gianella – deriva dal costante aumento della spesa in più settori senza però vedere nel Preventivo una riflessione sui possibili margini di intervento. Una delle domande è quella di capire se all’interno dei Dipartimenti sono stati stabiliti degli obiettivi di riduzione della spesa o la rinuncia a determinati compiti. Gli aumenti del costo del personale di 28,8 milioni rispetto al Preventivo 2022 – continua Gianella – sono una voce importante. Si nota anche un aumento costante e importante del personale dello Stato dal 2019. Vorremmo capire a quanto ammontano gli obblighi previsti da contratto e quanti invece potrebbero non essere attuati o rimandati grazie a un’ottimizzazione interna dell’uso delle risorse». Inoltre, aggiunge, «il Consiglio di Stato ha progressivamente introdotto nei diversi servizi dell’Amministrazione cantonale indicatori che dovrebbero facilitare la verifica di eventuali miglioramenti dell’efficienza degli stessi servizi, ossia il rapporto tra le prestazioni erogate e i costi di servizio: vorremmo capire se ci sono indicazioni in questo senso o possibili miglioramenti». Non solo: «Abbiamo anche chiesto se il governo ha la possibilità di confrontare le proprie spese con quelle di altri Cantoni declinandole per le diverse politiche pubbliche grazie a indicatori comparabili».
Premi cassa malati e inflazione sono i temi su cui verte gran parte dei quesiti del Ps. Considerati gli aumenti dei premi in Ticino – l’incremento medio per l’anno prossimo è consistente: 9,2 per cento –, il gruppo parlamentare guidato da Ivo Durisch, chiede fra l’altro a quanto potrebbero ammontare i sussidi nel 2023. E a quanto ammonteranno "i contributi aggiuntivi solo per i sussidi cassa malati nella ripartizione di spesa generale dei Comuni". Capitolo inflazione e aiuti sociali: "Se si considerasse un’inflazione del 3% e si dovessero adeguare sia le soglie Laps (la Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali, ndr), che il forfait per l’assistenza e i massimi per gli assegni famigliari di complemento, a quanto ammonterebbero le seguenti voci di spesa: assistenza, assegni prima infanzia, assegni integrativi di complemento e aiuti allo studio?". Il Partito socialista vuole anche sapere se in Consiglio di Stato si sia discusso di un possibile adeguamento delle differenti soglie all’inflazione "come fatto a livello federale per le rendite Avs". E ancora: qual è la percentuale "dei beneficiari di prestazioni complementari (senza considerare le rendite Ai) rispetto alla popolazione di riferimento (persone al beneficio della rendita Avs)". Altro dossier, quello della politica dell’alloggio: al riguardo il gruppo parlamentare chiede quale fine abbia fatto "il centro di competenze sull’alloggio".