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Il preventivo di oggi, le lacrime e sangue di domani

Il Consiglio di Stato presenta una previsione coerente con gli impegni, ma i partiti sono preoccupati. Le reazioni di Plr, Ps, Centro, Lega, Udc e Verdi

Il futuro è preoccupante
(Ti-Press)
28 settembre 2022
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«Viviamo tempi difficili e andiamo verso tempi difficili. Siamo riusciti a contenere il deficit per il prossimo anno a 80 milioni di franchi (79,5 milioni, per la precisione), rispettando le scadenze che ci eravamo prefissati per il rientro. Non è però da escludere che in futuro si dovrà concepire una manovra di rientro, vista la tendenza all’aumento della spesa e una tendenza politica in atto che vuole ridurre le entrate nelle casse cantonali. Questo non può essere senza conseguenze. Una diminuzione accentuata delle entrate avrà necessariamente in futuro delle ripercussioni, come la diminuzione del sostegno alle fasce più deboli della popolazione». Così Claudio Zali, presidente del Consiglio di Stato, alla presentazione del messaggio sul preventivo 2023. «Tra le nubi più scure all’orizzonte c’è la situazione della Banca nazionale svizzera, che in passato ci ha sempre garantito grandi entrate. In futuro potrebbe non essere più così». Una preoccupazione condivisa dal direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) Christian Vitta: «Ci sono degli elementi d’incertezza che potremo misurare solo in sede di consuntivo». Su tutti, appunto, la distribuzione degli utili della Bns ai Cantoni. «Se questa voce venisse a mancare il risultato peggiorerebbe di 137 milioni di franchi e il deficit supererebbe quindi gli oltre 200 milioni. È lo scenario più drastico, ma non possiamo escluderlo visti i risultati intermedi della Banca nazionale di fine giugno che evidenziano una perdita ingente». Una possibilità che lo studio pubblicato proprio oggi dall’Ubs ha definito come "la più probabile". Questo perché "la perdita di 95 miliardi accumulata dalla Bns nel primo semestre sarà molto difficile da riassorbire". Questo perché fra luglio e metà settembre si sarebbe aggiunta un’ulteriore perdita di 50 miliardi.

Oltre venti milioni per adeguare gli stipendi degli statali al rincaro

Tra gli elementi più significativi del preventivo c’è l’inserimento di un importo preventivo di 20,5 milioni di franchi per l’adeguamento dei salari dei dipendenti cantonali al rincaro. «L’entità dovrebbe essere del 2,4-2,5%. Ma l’adeguamento definitivo verrà quando sarà pubblicato il tasso di rincaro relativo al mese di novembre, come prescrive la Legge sugli stipendi. Se l’importo non dovesse essere sufficiente valuteremo un adeguamento differenziato» ha spiegato Vitta, precisando che «per gli onorari dei consiglieri di Stato non è previsto nessun rincaro». Si immagina quindi un aumento della spesa di 66,1 milioni di franchi (+1,6%) dovuta – oltre che alle maggiori spese per il personale – a maggiori uscite per i costi di trasferimento e per le spese di beni e servizi. «Gli investimenti netti restano su un buon livello, a 293,6 milioni di franchi. La nota dolente riguarda invece l’aumento del capitale proprio che, tenendo conto dei dati del preconsuntivo 2022, potrebbe raggiungere la cifra negativa di 243 milioni di franchi», ha dichiarato il direttore del Dfe. In cifre positive invece l’autofinanziamento, che si attesta a 129,2 milioni di franchi con un grado del 44%.

Vitta: ‘Per i prossimi anni servirà un grande sforzo’

A preoccupare è però il quadro all’interno del quale ci si troverà a operare in futuro, ritenuto dal Consiglio di Stato "caratterizzato da una forte incertezza". «Il nuovo governo dovrà mettersi subito al lavoro per il preventivo 2024» ha proseguito Vitta illustrando il Piano finanziario (Pf) 2024-26. Questo perché «con le attuali previsioni i vincoli di bilancio non sarebbero rispettati. Servirà trovare misure ancora più incisive per raggiungere l’equilibrio finanziario». Parlando in cifre: il Pf parla di un risultato d’esercizio negativo di 135,1 milioni di franchi, destinato a salire a 143,6 milioni nel 2025 e a 165 milioni nel 2026. Questo calcolando i contributi della Banca nazionale. Campa cavallo.

LE REAZIONI

Speziali (Plr): ‘Occorre rigore, ottimizzare senza accetta’

Il preventivo 2023 pubblicato oggi dal Cantone viene accolto tiepidamente, per usare un eufemismo, dalla politica. Chi prova a essere un minimo costruttivo è il presidente liberale radicale Alessandro Speziali, che premette come «serva un’inevitabile dose di realismo per capire che la situazione è seria, che le nostre finanze non siano protette ‘sine die’ dai problemi che il direttore del Dfe Vitta solleva da tempo come ad esempio le entrate ballerine della Bns». Ciò detto, Speziali annota che «non si può cadere dal mirtillo», perché già nel dibattito sul decreto sul contenimento della spesa «abbiamo più volte detto che il Cantone deve avere una certa postura che dia solidità alle finanze nel tempo». Quindi, proprio perché questo decreto è stato votato e il popolo è stato chiaro, «occorre rigore nelle finanze». La questione aperta è sul come e dove. «Siamo a pochi mesi dalle elezioni ed è il momento peggiore per affrontare una situazione simile – risponde Speziali –. Però è il momento in cui possiamo darci delle priorità serie: se devo scegliere tra un docente in più e un poliziotto in più, scelgo il docente. Se devo scegliere tra una nuova ala in un asilo o un credito per l’asfalto fonoassorbente, scelgo la nuova ala di un asilo: questo perché la scuola e la formazione professionale sono il vero cantiere da affrontare». Non tagli quindi, «ma ottimizzare quanto si fa. Se tutto diventa intoccabile, significa che ancora una volta faremo debito pubblico ipotecando le nuove generazioni».

Nessun rischio che si vada nel sociale con l’accetta? «No – risponde Speziali –. In queste situazioni lo scopo non è usare l’accetta, ma prendere un cacciavite e ottimizzare, vedere dove sono le sacche di inefficienza o i meccanismi a innaffiatoio che non servono a niente e agire con intelligenza, non con irruenza». Anche perché, dice ancora il presidente del Plr, «uscita dalla pandemia la gente era stanca, ora con l’inflazione e il carovita è stanca, nervosa e sconfortata. Non è l’ora dei proclami e delle accette, ma dell’intelligenza politica e ci vuole, in parlamento, una maggioranza che sostenga il governo negli sforzi di tenere ferma la barra».

Durisch (Ps): ‘Pura cosmesi con cifre non reali’

Chi non farà parte di questa maggioranza è quasi pacifico sarà il Ps. «L’impressione è che questo preventivo sia un’operazione di cosmesi che non tiene conto delle cifre reali», attacca infatti il capogruppo in Gran Consiglio Ivo Durisch. «Ci spieghino come è possibile frenare la spesa a fronte del tasso di inflazione e dell’aumento dei premi di cassa malati senza tagli dolorosi alle prestazioni?», chiede Durisch. Definendo «un fantasma che aleggia», quello dei tagli. Ma, riprende, «con che coraggio si parla di tagli quando si sono svuotate le casse del Cantone con sgravi ad aziende internazionali e a contribuenti facoltosi? Con che coraggio si parla di tagli quando si ha in mente un’ennesima riforma fiscale che ridurrà ulteriormente le già poche risorse?». Insomma, questo preventivo per il Ps «non risponde ai bisogni della popolazione, e per le uscite non viene sufficientemente considerato il rincaro dovuto all’inevitabile aumento dei sussidi di cassa malati, mentre sul fronte delle entrate si sovrastimano i proventi dagli utili della Bns». Vengono salutati positivamente i 20,5 milioni dedicati all’adeguamento dei salari dei dipendenti pubblici al caro vita, «ma bisognerà vedere se l’importo sarà sufficiente. E lo Stato dovrà impegnarsi affinché pure nel settore privato siano adeguati i salari dei dipendenti e con i salari minimi adeguati». Sul tema cassa malati la copresidente socialista Laura Riget aggiunge: «Dopo l’incomprensibile voltafaccia del Centro che al Consiglio degli Stati ha rimandato in commissione la richiesta di Marina Carobbio di aumentare del 30% i contributi federali ai Cantoni per far fronte ai costi per i sussidi, occorre far qualcosa. Vallese, Zurigo e Basilea Città stanno già facendo qualcosa, e pure il Ticino deve: aumentando i sussidi e allargando al ceto medio la cerchia dei beneficiari».

Dadò (Centro): ‘Il nostro sì solo con un’analisi esterna sulla spesa dello Stato’

Tornando al preventivo, è lancia in resta anche il presidente del Centro Fiorenzo Dadò: «Guardando le cifre sembra evidente che ci sia qualcosa che non quadra, con una spesa che aumenta solo di 5 milioni per nuovi compiti… senza dimenticare che 20 milioni son solo per i dipendenti pubblici. E anche gli aumenti per i sussidi di cassa malati, con un’impennata del 9,2% dei premi, mi paiono davvero sottostimati». L’impressione, graffia ancora Dadò, «è che non si voglia assolutamente mettere mano alla spesa, e per cercare di far quadrare i conti e avere un deficit accettabile si son cambiate le cifre. Non si registra la volontà di affrontare il problema in maniera strutturale». Come il Centro chiede da tempo: «Sono mesi che siamo estremamente chiari – riprende il deputato e presidente della Gestione –. Potremo essere anche disposti ad aderire in linea di massima al preventivo, con un parlamento che intende lavarsene le mani e pensare alla prossima legislatura. Ma la nostra adesione è assolutamente vincolata al dare un mandato chiaro al governo di affidare un’analisi esterna per una revisione seria della spesa e di tutta la macchina statale. Non parlo di qualche auspicio, ma di una maggioranza parlamentare che approvi un atto prima del preventivo in cui dia un preciso incarico. Sennò il Centro non darà il proprio consenso».

Guerra (Lega): ‘Cammino impervio, ma necessario raggiungere la meta’

Il leghista Michele Guerra dichiara che «la nostra Sottocommissione finanze sta monitorando la situazione finanziaria dall’esplosione della pandemia a oggi, con la preoccupante situazione finanziaria. Con il governo è stato di principio concordato un cammino di rientro. Un cammino che con l’avallo del popolo dovrebbe essere primariamente basato sulla riduzione degli eccessi di spesa ed evitando aumenti di imposte. Questo cammino – continua Guerra – prevede tre tappe per raggiungere l’azzeramento del deficit annuo. 80 milioni nel ’23, 40 nel ’24 e zero nel ’25. Evidentemente il carico di viaggio si è ulteriormente appesantito a causa della situazione concernente la Bns, e a causa di fattori macroeconomici globali in essere». Quindi, «dovremo continuare a monitorare la situazione pronti a interventi puntuali. La strada è in salita, e negli ultimi mesi la pendenza è ulteriormente aumentata. Ma sono convinto che con una buona concertazione riusciremo a raggiungere la meta. Fallire significherebbe scaricare sulle future generazioni un’ipoteca pesante».

Morisoli (Udc): ‘Lo Stato non ha fatto i conti’

Tranchant come d’abitudine è il capogruppo Udc Sergio Morisoli: «È un preventivo rinunciatario e spaventevole per tutto il lavoro che non è stato fatto in funzione dell’obiettivo del pareggio di bilancio. È un governo che tira i remi in barca pensando che in aprile ci son le elezioni, tentando di mascherare debiti e disastri finanziari con un’elezione… non si intravede da questi dati niente per il contenimento della spesa, che evolve esattamente come nel Piano finanziario di uno o due anni fa: i compiti non sono stati fatti». Se si vanno a vedere gli indicatori della situazione finanziaria, «che sono la risonanza magnetica, la tac e l’analisi del sangue assieme per il paziente Cantone». Ebbene, «il paziente è grave e morente» tuona Morisoli: «Otto o nove sono molto negativi da quattro anni, e nei prossimi tre peggioreranno».

I Verdi, con una nota, pur salutando "l’ottima notizia della tenuta dell’economia e delle entrate", rilevano "l’incertezza legata alla Bns" e stigmatizzano il fatto che "proprio mentre il governo è impegnato a portare equilibrio nei conti, i partiti di centro e destra continuano con richieste che mirano a togliere risorse allo Stato. E Zali su questo è stato chiaro".