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‘Cdm, competenze da ampliare o meccanismi da rivedere’

Consiglio della magistratura, lettera del governo alla commissione parlamentare Giustizia e diritti. Nicola Corti: spunti di riflessione interessanti

Il prossimo 31 dicembre scadrà il mandato del Cdm in carica (Ti-Press)
24 settembre 2022
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"Alla luce dell’organizzazione giudiziaria cantonale, che fa capo amministrativamente al Dipartimento delle istituzioni, quindi all’Esecutivo, ci si potrebbe chiedere se non occorra ampliare le competenze del Consiglio della magistratura o quantomeno rivederne alcuni meccanismi come pure i requisiti dei suoi componenti". Lo scrive il governo in una lettera inviata in questi giorni alla commissione granconsiliare ‘Giustizia e diritti’. Lo scrive prendendo spunto dall’iniziativa parlamentare, senza però entrare nel merito della stessa, che il Movimento per il socialismo ha depositato nel gennaio di quest’anno dopo la sentenza, emessa il mese precedente, con la quale il Tribunale d’appello, dando seguito a un’istanza di ricusazione, aveva sconfessato l’operato del Consiglio della magistratura (Cdm) nell’ambito della procedura per il rinnovo, nel 2020, delle cariche al Ministero pubblico. Le dure critiche del Tribunale vertevano in particolare sulle modalità con cui il Cdm aveva valutato le candidature di cinque procuratori, considerandole non idonee, ma poi riabilitate dal Gran Consiglio con la rielezione dei magistrati interessati. Fra le proposte avanzate dall’Mps con l’iniziativa parlamentare, quella di anticipare la scadenza del mandato del Consiglio della magistratura al "31 marzo 2022".

‘Tema importante’

Il Consiglio di Stato "non si esprime sulle richieste degli iniziativisti". Oltretutto superate dagli eventi: il 31 marzo è passato e il Cdm è ancora in carica. Anche se la scadenza ‘naturale’ del suo mandato è vicina (fine dicembre) e nove componenti su dodici, tra membri e supplenti, non solleciteranno la loro riconferma, come si è appreso di recente. Il governo non entra nel merito dell’iniziativa, tuttavia "tiene a precisare l’importanza e il valore del Consiglio della magistratura, nell’ottica del buon funzionamento della magistratura cantonale nonché dell’indipendenza del potere giudiziario per rapporto agli altri poteri dello Stato". La legge, ricorda quindi nella lettera alla ‘Giustizia e diritti’, "riserva a questo gremio (il Cdm, ndr) il potere disciplinare e di sorveglianza sui magistrati e sulle persone che svolgono le funzioni giudiziarie". Fra i suoi compiti "vi sono anche l’esame del funzionamento della giustizia cantonale oltre che la segnalazione di eventuali problemi di natura organizzativa". Negli ultimi anni, aggiunge l’Esecutivo, il Consiglio della magistratura "ha assunto ulteriori incombenze che non sono previste direttamente dalla legge", ma che "si rivelano essenziali nell’ottica del buon funzionamento della giustizia cantonale: si pensi ai preavvisi legati alla designazione da parte del Consiglio di Stato di giudici supplenti ex articolo 24 della Legge sull’organizzazione giudiziaria, come pure a quelli inerenti alle richieste di potenziamento formulate da alcune magistrature permanenti". Ebbene, "alla luce dell’organizzazione giudiziaria cantonale, che fa capo amministrativamente al Dipartimento delle istituzioni, quindi all’Esecutivo, ci si potrebbe chiedere se non occorra ampliare le competenze del Consiglio della magistratura o quantomeno rivederne alcuni meccanismi come pure i requisiti dei suoi componenti". E qui il governo fa alcuni esempi: "Nell’ottica dell’efficacia ed efficienza del sistema giudiziario cantonale, questo gremio potrebbe svolgere una funzione di controllo (in tema di produttività, organizzazione, uso delle risorse ecc.) e di allocazione del personale operante (collaboratori amministrativi e giuridici del potere giudiziario in particolare), oggi non possibile per l’Esecutivo in ragione del principio della separazione dei poteri". Un tema "importante", che il Consiglio di Stato intende affrontare, per il tramite del Dipartimento istituzioni (Divisione giustizia), "con i rappresentanti delle magistrature permanenti in occasione del prossimo incontro", previsto nel gennaio 2023, e "in seguito anche con la commissione" ‘Giustizia e diritti’.

«Abbiamo preso atto della lettera del governo: ne discuteremo al nostro interno al più presto», si limita a dichiarare, contattato dalla ‘Regione’, il presidente della ‘Giustizia e diritti’ Giorgio Galusero (Plr). Dice di più Nicola Corti, primo vicepresidente. «Quelli del governo – sostiene il deputato socialista – sono, ritengo, degli spunti di sicuro interesse per la nostra sottocommissione che, in base al mandato conferito alla ‘Giustizia e diritti’ nel dicembre del 2020 dal Gran Consiglio, quello cioè di approfondire e risolvere le problematiche emerse in occasione della procedura di rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico, sta verificando se siano necessari interventi sul piano organizzativo e su quello normativo. Le riflessioni riguardano anche ruolo e compiti del Consiglio della magistratura in quel contesto». Riflessioni che vanno però avanti da un pezzo... «La sottocommissione vorrebbe sottoporre delle proposte al plenum commissionale al più tardi a dicembre. L’intento è di portare il dossier in Gran Consiglio il prossimo gennaio», indica Corti, ricordando che il Consiglio della magistratura «sarà comunque interessato a breve da un notevole rimpasto».

Il 14 ottobre l’assemblea dei togati

Secondo la Legge sull’organizzazione giudiziaria, il Cdm si compone di sette membri e cinque supplenti. Tre membri e due supplenti, continua la Log, "devono essere scelti tra i magistrati in carica che svolgono la loro attività a tempo pieno": vengono eletti "dall’assemblea dei magistrati". La quale "designa, tra i membri da essa scelti, il presidente e il vicepresidente del Consiglio della magistratura, che stanno in carica per sei anni". Gli altri componenti del Cdm, i non togati, sono designati dal parlamento. In vista della scadenza, il prossimo 31 dicembre, del mandato del Consiglio della magistratura, il Tribunale d’appello ha convocato per venerdì 14 ottobre al Palazzo di giustizia a Lugano l’Assemblea dei magistrati a tempo pieno. Sarà dunque chiamata a eleggere, per il periodo 1. gennaio 2023 - 31 dicembre 2028, tre membri, due supplenti, il presidente e il vice del Cdm.