Ticino

Roncelli: ‘A volte più leali con i Verdi che con la nostra base’

I tre firmatari della mozione contestano la direzione alla vigilia della conferenza cantonale Ps: ‘L’alleanza non si discute, ma un nome forte non basta’

Roncelli, Muschietti e Degiorgi oggi davanti alla stampa a Bellinzona
(Ti-Press/Gianinazzi)
6 settembre 2022
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«Come vicepresidente del partito non vorrei mi si accusasse di non essere leale nei confronti della direzione. La mia lealtà va in prima battuta agli iscritti e ai simpatizzanti del Ps, talvolta ho avuto l’impressione che la lealtà di alcuni membri della nostra dirigenza fosse rivolta ai dirigenti dei Verdi e non alla nostra base». È di pietre e strali l’antipasto che la minoranza del Ps ha servito in vista della conferenza cantonale del partito che si svolgerà domani a partire dalle 18 a Bellinzona. E davanti alla stampa le parole del vicepresidente Evaristo Roncelli – che assieme a Matteo Muschietti e Lauro Degiorgi a luglio ha promosso la mozione interna che chiedeva, tra le altre cose, tre nomi socialisti (e non due) nella lista rossoverde per la corsa al governo il prossimo aprile – arroventano una vigilia già tutto tranne che serena. «In questi mesi siamo stati accusati innumerevoli volte di far saltare questa alleanza con i Verdi, di non fare gli interessi del partito» rincara Roncelli. E «come vicepresidente questo mi ha ferito molto, perché non c’è niente di più falso».

‘L’alleanza coi Verdi va bene, ma con due candidature forti del Ps’

Per carità, c’è qualche ramoscello d’ulivo. «Nessuno vuole far saltare il banco e l’alleanza», afferma infatti Roncelli. «Accetteremo il risultato, ho lavorato trent’anni per riunire i due tronconi del Ps (Psa e Pst, ndr) e non intendo per nulla rompere questo partito finalmente unito», assicura Muschietti. «Mi piace molto questa idea di alleanza con i Verdi», dice Degiorgi. Ma è un ramoscello d’ulivo che è incredibilmente vicino all’incendio divampato ormai da settimane. Perché pare, dalle parole dei tre ‘mozionanti’, che la battaglia per i tre nomi sia ardua. E allora, rimanendo a 2 socialisti, 2 verdi e uno della società civile, quel ramoscello d’ulivo brucia all’istante.

Per dirla con Degiorgi, «mi piace molto meno che i due candidati siano uno forte e uno debole: chi si impegna deve avere pari dignità. Si parla di un candidato della Gioventù socialista, ma i giovani si appoggiano per un ricambio in Gran Consiglio, non per fargli fare la damigella d’onore in una corsa al governo». Un altro dardo arriva da Muschietti: «Servono due candidature forti, che rappresentano la base del Ps, con un ampio consenso e che permettano una competizione sana». Con il carico da undici portato da Roncelli: «Le elezioni migliori il Ps le ha fatte nel 2003 e nel 2007, quando la lista non era forte, ma fortissima. Avere un solo nome forte significa non far eleggere dalla base e dagli elettori un consigliere di Stato, ma nominarlo: un’elezione che rischia di trasformarsi in una nomina rischia di allontanare le persone».

Carobbio, alias ‘la candidata’

Anche se il nome in campo è quello di Marina Carobbio? I tre ‘mozionanti’ non la nominano neanche. Lei è "la candidata". Ma, parlando di lista forte e secondo nome forte, non nominano nemmeno l’elefante nella stanza, vale a dire l’economista Amalia Mirante. «Mirante cammina benissimo con le sue scarpe, non ha bisogno di noi» esclama a precisa domanda de ‘laRegione’ Muschietti. «Se "la candidata" (Carobbio, ndr) ha sciolto le riserve pochi giorni fa, non possiamo parlare di una persona che si è resa disponibile solo ufficiosamente», aggiunge Degiorgi. «Non è assolutamente una richiesta ad personam quella del secondo nome forte», tuona Roncelli.

‘Mirante è solo un nome di un’area di pensiero’

Che motiva: «Ci sono varie sensibilità nel partito. I Verdi e la Giso inneggiano alla decrescita. "La candidata" (sempre Carobbio, ndr) si avvicina a questa area di pensiero. Possono esserci tante persone nel Ps che non concordano con la decrescita o sul trattenersi da soli in vari ambiti, ambiti che favoriscono posti di lavoro ben pagati che per un socialista dovrebbero essere fondamentali». Ci riproviamo: saranno tante persone, ma una, Mirante, ha già assicurato che lei al congresso del 13 novembre alzerà la mano per candidarsi. «È una persona – ci replica secco Roncelli –. In questa area di pensiero ci sono Mario Branda, Amalia Mirante, Pelin Kandemir Bordoli e potrei andare avanti. Non siamo qui a fare il tifo per uno o per l’altra, ma perché un’area di pensiero sia rappresentata».

Con tre nomi, con due, e se uno forte e uno d’accompagnamento, lo deciderà la conferenza cantonale di domani.