Idroelettrico, con una mozione Terraneo chiede di aggiornare lo studio sulla costruzione di una stazione di pompaggio e turbinaggio: ‘Soluzione pratica’
Aggiornare lo studio per trasformare la centrale idroelettrica della Verzasca in una stazione di pompaggio e turbinaggio, col fine di incrementare la produzione indigena di energia idroelettrica. A chiederlo è il Plr, con una mozione inoltrata al Consiglio di Stato – a nome di tutto il gruppo parlamentare – dal deputato al Gran Consiglio Omar Terraneo.
L’incarico è ovviamente assegnato al governo, ma in collaborazione con l’Azienda elettrica ticinese e la Città di Lugano. Ed è un aggiornamento "fondamentale" visti "i cambiamenti in corso in questo campo, in particolare in relazione alle prospettive future del mercato idroelettrico e al progresso tecnologico intercorso negli ultimi vent’anni". Già, vent’anni. Perché la richiesta dei liberali radicali si inserisce in un solco già battuto, e non da ieri: "Già nel 1972 in un documento dell’Ufficio federale dell’economia delle acque si spiegava come tecnicamente questa possibilità fosse realizzabile". Di più: "Nel 2003 lo stesso progetto è stato aggiornato prevedendo la fattibilità con un investimento di 190 milioni di franchi".
Il tutto perché, continua a ripercorrere le tappe Terraneo, "l’ingegner Giovanni Lombardi, persona sicuramente lungimirante, al momento di realizzare la centrale della Verzasca ha predisposto che la stessa fosse situata sotto la superficie, all’altezza del Lago Maggiore, permettendo quindi in futuro la possibilità di trasformare l’attuale centrale di turbinaggio anche in una stazione di pompaggio andando proprio ad attingere l’acqua direttamente dal lago".
Un progetto ritenuto fattibile, si diceva, e ambizioso. Ma sono i tempi che stiamo vivendo che portano a sfruttare le possibilità quando esse si creano. È lo stesso deputato liberale radicale nel suo atto parlamentare a ricordare che "l’avvento della guerra in Ucraina, congiuntamente agli obiettivi della Strategia energetica 2050 che ci siamo prefissati, oltre all’aumento esponenziale dei costi dell’energia lasciano presagire che in Svizzera potrebbero esserci delle interruzioni di fornitura di energia già a partire dal prossimo inverno". I tanto temuti blackout o razionamenti, insomma. E siccome "la garanzia di approvvigionamento energetico è più che mai l’imminente e importante obiettivo da perseguire nell’immediato futuro", qualcosa va fatto. E subito.
Una delle grosse sfide in campo energetico, sottolinea ancora Terraneo, "oltre all’aumento della produzione indigena da fonti rinnovabili", è costituita "dalla possibilità di immagazzinare l’energia nei momenti del giorno, e nei periodi dell’anno, in cui questa è disponibile in quantità superiore al consumo per poi utilizzarla quando, invece, la produzione in particolare del fotovoltaico non è sufficiente (in inverno) o è assente (di notte)".
Proprio per questi scopi "i laghi con delle centrali idroelettriche costituiscono delle vere e proprie soluzioni". Come? "Con le stazioni di pompaggio l’energia può essere immagazzinata, mentre con le centrali di turbinaggio questa energia può venire, in un secondo momento, rilasciata".
«È un progetto che può davvero svilupparsi», sottolinea Terraneo a ‘laRegione’. Si tratta, più che altro, «di aggiornare uno studio e capire la portata dell’investimento». Ciò che per il deputato del Plr è importante sottolineare è che «questa possibilità ci renderebbe meno dipendenti dalle oscillazioni dei prezzi, che soprattutto in questo ultimo periodo sono molto altalenanti e per il futuro non lasciano ben sperare». Questa soluzione «permetterebbe di usare la stazione di pompaggio quando l’energia costa poco, e quella di turbinaggio quando costa di più. Contribuendo così ad affrontare il tema dell’approvvigionamento da più versanti».
«Siamo in un momento storico in cui non possiamo lasciare inesplorata alcuna via per assicurare due obiettivi», commenta dal canto suo il presidente liberale radicale Alessandro Speziali. Obiettivi che sono «da una parte la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, cruciale per famiglie e imprese, dall’altra un costo socialmente sopportabile della corrente elettrica». La mozione di Terraneo, riprende Speziali, «ha il pregio di ripescare un’intuizione di qualche decennio fa che è senz’altro interessante aggiornare, sfruttando una delle nostre maggiori risorse naturali: l’acqua. E in questo senso apro un inciso da scrivere in grassetto: da subito è fondamentale che il Ticino – alleato con gli altri Cantoni alpini – possa riappropriarsi delle proprie acque, assicurando tra l’altro ossigeno (ovvero introiti finanziari) anche alle nostre valli, custodi di fiumi e sorgenti. Una lotta politica cruciale visti gli appetiti energetici, e non solo, di grossi Cantoni della Svizzera interna».