Al via venerdì 1° luglio, saranno selezionate per i controlli almeno cinque aziende che impiegano oltre 100 lavoratrici e lavoratori
Da venerdì 1° luglio in Canton Ticino prenderà avvio un progetto pilota volto a introdurre i controlli della parità salariale nel settore delle commesse pubbliche. La sintesi è del Consiglio di Stato, che informa come in soldoni "le aziende che nel corso dell’ultimo anno si sono aggiudicate una commessa pubblica da parte del Cantone potranno pertanto essere sottoposte a un controllo da parte di un organo esterno composto da esperti/e certificati/e dalla Confederazione".
Il 1° luglio, infatti, entrerà in vigore la direttiva del governo sui controlli della parità salariale nell’ambito delle commesse pubbliche. Direttiva che stabilisce le modalità per lo svolgimento dei controlli: "La fase pilota – prevista per il 2022 e il 2023 – è stata avviata con il sostegno finanziario dell’Ufficio federale per l’uguaglianza tra donna e uomo e consentirà una prima valutazione per stabilire futuri sviluppi".
Passando alle verifiche, esse "saranno eseguite da un organo di controllo esterno che seguirà la procedura standard stabilita dalla Confederazione". Durante la fase pilota, "saranno selezionate almeno cinque aziende che impiegano oltre 100 lavoratrici e lavoratori che nel corso dell’ultimo anno si sono aggiudicate una commessa pubblica da parte del Cantone. Il progetto è coordinato dal Servizio per le pari opportunità e coinvolge il Centro di competenza in materia di commesse pubbliche e l’Ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche".
Attraverso l’introduzione di questi controlli, il Consiglio di Stato rimarca che "vengono concretizzati gli impegni dichiarati all’interno della Carta per la parità salariale nel settore pubblico – ratificata nel 2016 – e si unisce all’azione congiunta di Confederazione, Cantoni e Comuni per rafforzare ulteriormente il ruolo del settore pubblico nel promuovere la parità salariale e attuare su larga scala il principio costituzionale del salario uguale per un lavoro di uguale valore".
Le leggi non mancano. Nell’ambito delle commesse pubbliche, "diversi articoli di legge prevedono infatti la necessità di rispettare e garantire la parità salariale" ricorda il governo. In particolare, "già da gennaio 2020 alle aziende viene richiesta l’autocertificazione dell’offerente della parità di trattamento tra uomo e donna". Il Canton Ticino "può assegnare gli incarchi solo agli offerenti che garantiscono il rispetto della parità salariale. Un committente subordinato alla Legge sulle commesse pubbliche deve pertanto garantire che nessun appalto pubblico sia assegnato a un offerente che non rispetta tale principio".
Da non dimenticare nemmeno che c’è un cappello ancora più ampio, a livello normativo: la Costituzione federale, "che sancisce il diritto di donna e uomo a un salario uguale per un lavoro di uguale valore (articolo 8, capoverso 3). Questo diritto viene concretizzato nella legge federale sulla parità dei sessi, la quale vieta esplicitamente la discriminazione salariale (articolo 3, capoverso 2). Questo significa che tutti/e i datori e le datrici di lavoro sono tenuti/e a rispettare il principio della parità salariale".